giovedì 28 ottobre 2010

Inverno ad oltranza


Ogni tanto mi incazzo. So che non dovrei: il bagaglio di esperienza alle spalle mi ha insegnato quanto sia inutile e controproducente.
Eppure ancora mi incazzo quando mi dò da fare per un progetto comune e nessuno me ne riconosce il merito.
Mi incazzo quando constato che la gente è sempre e solo disposta a prendere senza dare nulla.
Mi incazzo quando la stessa gente si stupisce che tu dia senza pretendere nulla in cambio, se non un "grazie", se non una parola gentile quasi doverosa in certe situazioni.
Mi incazzo quando i valori base dell'educazione vengono dimenticati a favore di non si sa bene quali alternativi indirizzi morali.
Mi incazzo quando la propria professionalità e serietà vengono messe in dubbio da persone di incerto valore, quando non viene mai resa giustizia a chi arriva in orario contro chi arriva in ritardo, a chi fa il proprio dovere e si vede penalizzare costantemente da una mandria di buffoni incompetenti e senza riguardo per il tempo e il lavoro altrui.
Mi incazzo. E mi attacco alla riserva di Malox o mi preparo una camomilla.
Ma a poco serve. In certi momenti bisognerebbe vivere con una flebo di Prozac da mani a sera infilata in vena per riuscire a tirare avanti. Oppure optare per una sana lobotomia, in modo da essere del tutto intoccati dall'altrui bassezza.
Una soluzione drastica stile "Qualcuno volò sul nido del cuculo".
Ma - ahimè - ancora non mi hanno ricoverato in un centro psichiatrico e non sono nemmeno in lista per sottopormi ad una simile balsamica operazione.
Quindi continuerò ad andare a letto incazzata e svegliarmi incazzata, inutilmente.
Sapendo perfettamente che chi dovrebbe passare notti insonni roso dalla propria incapacità o egoismo dorme i sonni migliori dell'universo.
E allora cosa mi rimane da fare?
Aspettare. Come i cinesi. Aspettare sulla riva paziente in attesa che qualcosa accada, che il vento cambi come in "Chocolat", che la furia dal nord si plachi e cominci a spirare una deliziosa brezza australe capace di sciogliere i ghiacci e placare le tempeste.
Aspetto la primavera.
I semi da piantare sono già messi da parte.

Francesca

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