martedì 8 dicembre 2015

Christmas' Gift



Il 3 dicembre 2015 alle ore 2.18 dopo 26 ore di travaglio è sbucato in questo mondo Alessandro (Pacci) De Masi Giordanino.
Picci e Pocci annunciano il lieto evento con cuore gonfio d'Amore e gratitudine per l'Universo. 

La P. Family ora è al completo!
La Dea dell'Ovest


martedì 1 dicembre 2015

Prima dell'Alba




Farsi fagocitare dalla Matrix è semplice.
In fondo, tutto il mondo in cui vivi non fa che chiedertelo,  continuamente.
Ti chiede di essere "normale", di essere dalla "sua parte", perché da quella sponda del fiume il panorama è migliore, più sereno, con ostacoli tutto sommato superabili.
E poi - soprattutto - ti rimane la consolazione immane del poter dire: "Se lo fanno tutti....".
Deresponsabilizzazione.
Ecco cosa è la Matrix.
Utilizzare il cervello globale per evitare di usare il proprio.
Il che è molto più faticoso.
Nonché pericoloso. E dagli incerti esiti.

Capita di cedere alle lusinghe della Matrix.
Non ci si deve colpevolizzare per questo.
La Matrix sa essere accogliente, premurosa, trasmettere quel senso di calore che raramente chi ne vive all'esterno prova con facilità.
E soprattutto ti culla nelle sue certezze marmoree,  nei suoi slogan, nelle sue feste globali di cui alla fine della fiera è consolatorio sentirsi parte.

Eppure... (perché un "eppure" in questa favola esiste)...
Eppure c'è una cosa fondamentale che la Matrix nonostante tutti i suoi effetti speciali non è in grado di elargire ai suoi affezionati usufruitori : la gioia.
La gola di essere.
La gioia di vivere.
La gioia di percepirti umano.
La gioia del qui e ora.
La gioia che diventa vera e propria esultazione dello spirito, quando questo viene percepito come parte integrante della propria vita, del proprio destino, della propria "missione".

A tutti i gladiatori è capitato prima o dopo di invidiare il principe romano per cui andavano a morire.
Non è debolezza né vigliaccheria.
Semmai è capacità di mettere in discussione il proprio punto di vista.
Di cedere alla lusinga per vedere se la propria convinzione sia ben sorretta da prove o sia solo una masturbazione cerebrale dovuta alla solitudine,  alla fatica di vivere, all'orgoglio di sentirsi sempre e comunque "contro".

E come il gladiatore temporaneamente abbandonatosi alla matrona per un attimo di piacere si riprende la propria dignità e autonomia sputando sulla sabbia dell'arena, così il momentaneamente soggiogato dalle delizie della Matrix si riscuote dal suo torpore sbattendo forte i piedi in terra e facendo scivolare via dai vestiti e dalla pelle quel sottile strato di polvere ambrata che tanto lo rendeva simile agli altri schiavi.
E - per assurdo - anche agli altri aguzzini.

Essere fuori dalla Matrix non vuol dire essere "contro".
Significa essere fuori controllo.
Significa essere liberi.
E significa - di conseguenza - essere felici.
Perché solo un uomo davvero libero di essere se stesso può essere autenticamente, spiritualmente e animicamente felice.

Tutto il resto è illusione.
Tutto il resto è Matrix.

La Dea dell'Ovest  (quasi partoriente).



martedì 13 ottobre 2015

Dedicato al mio Amore




A quali abissi conduce la mediocrità umana?
E a quali vette invece l'umiltà e la semplicità?
Una volta ho sentito un detto: "Meno c'è l'uomo, più c'è il vestito".
Credo che questo si adatti perfettamente all'intero nostro universo.
Fatta eccezione per quelle persone che da questo paradigma si discostano per volontà, passione e convinzione.

Abbiamo una casa da dipingere, ammobiliare e in cui traslocare.
Ma la buona notizia resta: abbiamo una casa.
Di fronte al mare.
Dalle cui finestre si sente il rumore delle onde e il fischio del vaporetto quando attracca al molo.
Vale la pena sentirsi stanchi per lavorare al proprio nido.
Anche alla 35° settimana di gravidanza.
Anche dopo mesi (se non anni) di fatiche, di affanni e di dolori che pesano sulla propria forma fisica.

Cosa resta - dopotutto - di tanti ricordi negativi?
La luce che da essi è derivata.
Perchè noi siamo animali sopravviventi.
Non siamo votati all'autodistruzione. 
E facciamo - consciamente o inconsciamente - scelte drastiche in nome di quella sopravvivenza. 
Eliminiamo fatti, persone, eventi, luoghi dalla nostra memoria pur di sopravvivere.
E ci riusciamo. Dimentichiamo e sopravviviamo.
E ricostruiamo.

Eterni Architetti del nostro fluido divenire.

La Dea dell'Ovest


Questa è la ninna nanna che abbiamo scelto per nostro/a figlio/a.
Spero dia conforto anche a voi.




DORMI BENE PACCI E FAI SOGNI PROFUMATI!





domenica 23 agosto 2015

Figli di un fuoco minore






E poi di colpo la consapevolezza ti colpisce proprio mentre meno te lo aspetti.
Tu vorresti dormire, ma non puoi.
Tuo figlio scalcia nella pancia, la tua anima è spezzata e tu devi andare avanti.
Come hai sempre fatto.
"Vedere" ha i suoi pro e i suoi contro.
La maggior parte degli esseri umani si rifiuta di vedere la verità. 
E vive una vita di macerie e inganni.
Si illude di essere felice.
E spesso annega tale illusione nell'alcool, nel calcio, nella malattia, nel lavoro, nel porno, in una qualsiasi forma di dipendenza (non sono tutte uguali, a ben guardare?).
L'importante è - in data filosofia - "tirare avanti".

Per chi vede è diverso.
Per chi vede non esistono premi di consolazione.
Non esistono coperte o veli.
Il dolore che si prova è diretto, definitivo, inevitabile.
Si può tentare di annegarlo per una notte, ma il palliativo non durerebbe molto più a lungo.
Se si sopravvive a quel dolore - il che non è affatto scontato - ci si comporta esattamente come l'Araba Fenice: si distrugge il sè e si riparte.
Da dove?
Da zero, il più delle volte.
Perchè quando una Fenice brucia, brucia per bene e dopo il fuoco non resta che cenere, dentro e fuori.
Non ci sono compromessi, per chi va a fuoco.
Né estintori.
Si termina di bruciare quando non c'è più nulla di integro che possa ancora prendere fuoco.

Stanotte avevo pianificato di dormire.
E invece vado a fuoco.
Fino all'ultimo fotone.
Questo è il Dharma. 

Qualsiasi scelta da domani mattina avrà il sapore di una nuova alba e di cenere.
Come deve essere.

La Dea dell'Ovest






domenica 16 agosto 2015

Pacci's Friends


Marco De Masi, Francesca Giordanino



E così siamo tornati.
Dopo il mare, dopo le avventure "campeggifere", dopo la separazione di Digoman, siamo di nuovo a Genova.
La P. Family al completo.
Lui, lei e "l'altro/a".
;0)
In attesa della casa in cui entrare, in attesa del trio Peg-Perego da comprare (offerto gentilmente dalle tasche della futura bisnonna) e in attesa del Centro Nascita Alternativo del San Martino.
Certo, mi rendo conto di non aver dato molte indicazioni sulla mia vita privata da almeno 2 anni a questa parte.
E mi rendo conto che questo è un blog di consapevolezza, di ricerca, di sperimentazione e di arricchimento di coscienza.
Ma è anche il blog di una persona che ha un volto, una storia, una vita.
Ed è giusto che questa vita non rimanga anonima, secretata in qualche cassetto della CIA.

Perchè la Verità è l'unica cosa che rende davvero liberi.
Buon fresco a tutti!

La Dea dell'Ovest


sabato 11 luglio 2015

La caverna di Pacci



Mi dispiace molto per tutti voi ma oggi parleremo di burocrazia italiana.
Eh sì, perchè da donna incinta e non sposata si fanno delle scoperte davvero sensazionali, in questo paese.
Allora, mentre il mio compagno cercava sul portale del comune di Genova la procedura per riconoscere il bambino non appena nato, ha scoperto che tale prassi può essere svolta anche prima della nascita.
"Uh, che meraviglia!" - abbiamo esclamato entrambi.
Questo perchè ignoravamo i fatti nella sostanza.
Mentre ero a Roma per lavoro lui si è recato all'ufficio preposto al comune di Genova e.... cosa ha scoperto?
Orrore, orrore, orrore...
Ha scoperto che il riconoscimento non deve essere solo paterno ma anche MATERNO!
Ossia, il bambino non è mio figlio anche se lo porto in pancia finchè un burocrate non scrive su un librone che sì, quello è proprio mio figlio.
Vi spiego meglio...
Sono al nono mese di gravidanza.
Mi investono sulle strisce pedonali.
Finisco in ospedale in coma.
Mi fanno partorire mentre sono incosciente.
In tal caso - senza un riconoscimento precedente - il bambino NON E' DI NESSUNO.
Cioè, non solo il padre non sarebbe il padre, ma NEMMENO LA MADRE!
Anche se è uscito - scusate la spiegazione grossolana - proprio dalla mia vagina (o dalla mia pancia in caso di cesareo).
Stando così le cose, né il padre biologico né i nonni materni potrebbero prendersene cura in ospedale o portarlo a casa con loro.
Andrebbe agli assistenti sociali di zona e da lì il tribunale dei minori incaricherebbe un giudice tutelare di dichiarare che... sì, in effetti quel particolare bambino è uscito dalla mia pancia e quindi può essere "etichettato" come figlio mio!
Ovviamente tutto questo accadrebbe qualora io fossi ancora in coma o peggio defunta, con tutte le conseguenze emotive che questo avrebbe su chi resta.
Pensate al mio compagno: la sua donna è appena morta e gli assistenti sociali gli portano via il figlio dalle braccia.
Poi ci si chiede perchè la gente impazzisce e comincia ad usare la piccozza invece dell'avvocato.
E sapete perchè accade questa pantomima inutile e vergognosa?
Per permettere alle madri non sposate di ABBANDONARE il bambino partorito in ospedale entro 24 ore dal parto.
Certo... perchè è ovvio che se non sono sposata sono una donna di malaffare che è rimasta incinta casualmente per colpa di uno degli stalloni che frequenta e che la cosa più NATURALE che io voglia fare sia LIBERARMI nel più breve tempo possibile della prova tangibile del mio peccato mortale!
E meno male che lo Stato ha come priorità la TUTELA DEL MINORE!
Sì, del minore nato da matrimonio però, civile o religioso che sia.
E' scritto in piccolo sulla Costituzione, con un asterisco, come le postille sui contratti per il mutuo.

I commenti li lascio a voi.
Posso solo dire, per l'ennesima volta in vita mia, grazie Vaticano!
Ovviamente - mi pare superfluo specificarlo ma lo farò - siamo L'UNICO PAESE IN EUROPA IN CUI QUESTO ACCADE! 
E tutto perchè noi conviviamo con il Santo Padre... Che fortuna, vero?
Una signora qui a Chieri - sposata e con tanto di figli - saputa la vicenda mi ha chiesto: "Ma le sembra poi corretto che una coppia sposata non possa avvalersi del medesimo diritto solo perchè è sposata? E se non avessero modo di prendersi cura del figlio per innumerevoli ragioni? Sarebbero costretti ad abbandonarlo nel bidone della spazzatura?"
Il discorso non fa una grinza.
Ma si sa... per la Chiesa (e per lo stato italiano che Essa di fatto comanda) i bambini nati nel vincolo del matrimonio sono benedetti e santi...
Gli altri.. beh, sono figli di puttana.
Scusate di nuovo il mio essere diretta ma così stanno le cose, la legge non l'ho inventata io.
Io riporto i fatti.
Così come li vivo.

Mi permetto di scrivere questo post per INFORMARE TUTTI I FUTURI GENITORI NON SPOSATI DI QUESTO PAESE CHE STANNO ASPETTANDO UN FIGLIO: purtroppo questa legge è sconosciuta ai più, medici, ginecologi, avvocati.
Solo gli addetti preposti del comune sanno la verità.
Quindi non ci rimane altro che avvertire tutti con un TAM TAM internettifero.
La procedura di riconoscimento è semplice: basta recarsi nell'ufficio del comune con i documenti di nascita dei genitori e un foglio del ginecologo che attesti la settimana di gravidanza della madre.
Poi si firma un gran librone e il gioco è fatto.
Siete DAVVERO i genitori del figlio che portate in grembo.

Kafka e il suo processo sono bazzecole a confronto.

So bene che molti diranno che le probabilità che accada qualcosa alla futura partoriente sono poche ma... se poi dovesse accadere sarebbe troppo tardi per rimediare.
L'addetta di Genova ci ha raccontato una storia straziante di una donna a cui era morto il compagno mentre era incinta. I nonni paterni hanno dovuto lottare come iene per far riconoscere il bambino dalla legislatura italiana. Il tutto mentre la famiglia seppelliva rispettivamente un figlio, un compagno di vita e un futuro padre.
Lo so, c'è da farsi venire i brividi. 
Ma questo non è cinema, non è Sky, nè Mediaset Premium.
E' realtà.
Tenetelo sempre bene a mente.

Prevenire è meglio che curare.

La Dea dell'Ovest






martedì 30 giugno 2015

Vademecum per il Paradiso




DAL LIBRO DI GREGG BRADEN "LA SCIENZA PERDUTA DELLA PREGHIERA"


    La preghiera è il linguaggio di Dio e degli angeli. Dalle antiche conoscenze ritrovate nei manoscritti del Mar Morto, fino alle pratiche autoctone sopravvissute fino ad oggi, la preghiera è universalmente riconosciuta come un linguaggio mistico che ha il potere di cambiare i nostri corpi. La nostra vita e il mondo. All'interno di quelle stesse tradizioni, tuttavia, esistono varie concezioni sul modo più efficace di "parlare" il linguaggio della preghiera. A suo modo, nell'arco dei secoli, ciascuna pratica spirituale ha dato una sua precisa impronta alla natura specifica della preghiera, al suo funzionamento e alle sue applicazioni nella vita quotidiana. In definitiva, il linguaggio della preghiera risulta privo di regole e non c'è modo giusto o sbagliato di pregare. Quel linguaggio esiste dentro di noi, sotto forma di una nostra caratteristica naturale: la capacità di sentire.
      Nella sua descrizione della preghiera intesa come sentimento, l'abate che avevo incontrato in Tibet mi aveva chiaramente esposto questa remota forma di conoscenza, che da lungo tempo è andata perduta in Occidente: «Quando ci vedete salmodiare per molte ore al giorno e ci osservate mentre usiamo le campane, le coppe e l'incenso, state osservando ciò che facciamo per creare un'emozione nei nostri corpi fisici. Il sentire è la preghiera!». Subito dopo avermi dato quella spiegazione, l'abate mi aveva posto a sua volta la domanda: «Voi come fate questo, nella vostra cultura?».
       E' strano come una singola domanda, se formulata nel modo giusto e nel momento giusto, possa servire a chiarirci una convinzione che in precedenza ci era risultato difficile articolare nella sua interezza. Dopo aver udito quella domanda, dovetti sforzarmi di cercare nel profondo di me stesso la mia idea di come funziona la preghiera in Occidente. Fu in quel momento che cominciai a rendermi pienamente conto dell'impatto delle prime revisioni a cui fu sottoposta la Bibbia.
       Quando i testi che trasmettevano le conoscenze relative alle emozioni e al sentire scomparvero dalle nostre tradizioni, fummo abbandonati a noi stessi nell'impresa di comprendere con le nostre sole forze il rapporto fra sentimento e preghiera. Oggi, a distanza di diciassette secoli, ci ritroviamo a vivere in una cultura dove si dà poca importanza ai propri sentimenti, li si nega, o talvolta li si ignora del tutto. Nella nostra società ciò si realizza particolarmente rispetto alla figura maschile, sebbene questa tendenza si stia modificando. E' come se per quasi millesettecento anni avessimo utilizzato il computer cosmico della consapevolezza e dei sentimenti senza avere sottomano il manuale delle istruzioni. Alla fine, perfino i sacerdoti e le figure autorevoli hanno cominciato a dimenticare il potere delle emozioni nella preghiera. E' stato allora che abbiamo cominciato a credere che la preghiera sia fatta di parole.
        Se si chiede una descrizione della preghiera a qualcuno per strada o in un qualunque aeroporto o centro commerciale, molto spesso le persone rispondono citando le parole delle più note preghiere. Quando pronunciamo frasi come "Angelo di Dio, che sei il mio custode", "Ti rendiamo grazie o Signore per il cibo che hai posto su questa mensa", o "Padre nostro, che sei nei cieli", normalmente si crede di essere intenti a pregare. Ma le parole non potrebbero rappresentare una formula che in un lontano passato qualcuno ha concepito per noi, per permetterci di ricreare in noi stessi un sentimento di preghiera? Una simile evenienza avrebbe vaste implicazioni.
       In ogni momento della vita noi proviamo emozioni. Anche se non sempre siamo coscienti di quali emozioni stiamo, provando, le abbiamo comunque dentro di noi. Se il sentire è preghiera e s e noi siamo costantemente nello stato del sentire, ciò significa che siamo in uno stato perenne di preghiera. Ogni momento è una preghiera. La vita è una preghiera! Noi inviamo continuamente un messaggio allo specchio della creazione, segnalando stati dell'essere in cui nei nostri rapporti con le persone che amiamo dominano guarigione o malattia, pace o guerra, rispetto o sopruso. "La vita" è la Mente di Dio che ci rimanda indietro ciò che proviamo - la preghiera che abbiamo formulato. 
        
                                                                           __________


Riflessione personale: intanto vi consiglio caldamente di comprare il libro e di leggerlo nella sua interezza. Ne vale davvero la pena.
Secondariamente vorrei condividere un'esperienza personale con tutti voi: leggendo fra le pagine di Braden ho compreso perchè la mia personale forma di preghiera funziona in modo a dir poco strabiliante.
La mia invocazione cantata in una lingua a me sconosciuta (almeno, sconosciuta alla parte cosciente del mio cervello) produce in me un tale effetto emotivo che l'intenzione mentale che ne segue viene pressochè IMMEDIATAMENTE tradotta in realtà. Proprio stamane ne ho avuto una ulteriore conferma.
Il mio consiglio?
Trovate la vostra "voce", la vostra emozione.
E la vostra preghiera, il vostro desiderio sarà reale con una tempistica  che vi sbalordirà.
Unica raccomandazione: il "desiderio" non deve essere formulato come qualcosa di lontano da voi, nel futuro, ma come qualcosa che già possedete (ad esempio se volete una piscina, immaginate di vedervi dentro l'acqua con il corpo bagnato mentre sentite l'odore del cloro), colmi di gratitudine per il Cosmo che ha GIÀ acconsentito alla vostra richiesta.
Non dovete credermi.
Dovete solo provare.

Con molto Amore
La Dea dell'Ovest





domenica 28 giugno 2015

Orwell e dintorni




Se continui a frequentare le stalle,  non puoi lamentarti del fetore dei tuoi piedi.
Sali i gradini ed entra in casa.
Allora vedrai che i tuoi piedi saranno puliti e la gente che incontrerai parlerà la tua lingua.

La Dea dell'Ovest

martedì 23 giugno 2015

Sapere è potere




Oggi intendo lasciare la parola ad un mio carissimo nonché brillante amico: Angelo Balladori.
Non intendo anticipare nulla.
Ho pubblicato il seguente pamphlet a beneficio dell'intera umanità, perchè credo che le sue parole abbiano il potere di chiarire i pensieri e illuminare le menti.
Leggete e divulgate.

IL CAMBIAMENTO E' OGGI.

La Dea dell'Ovest



domenica 14 giugno 2015

Essence of Larch




Lao Tze suggeriva nel Tao Te Ching che "si guarisce quando si è stanchi di essere malati".
Ora, personalmente credo che un tale grado di saggezza possa essere scardinata dal solo concetto riguardante la salute e applicata ad ogni ambito delle attività umane.
"Si diventa sapienti quando si è stanchi di essere ignoranti".
"Si diventa consapevoli quando si è stanchi di essere inconsapevoli".
"Si diventa vedenti quando si è stanchi di essere ciechi".

Sarebbe pur facile, detta così.
Ovviamente l'intero processo di mutamento parte dall'ammissione della propria ignoranza, inconsapevolezza, cecità, eccetera eccetera...
Nel nostro mondo "civilizzato" (che di civilizzato ha ormai solo le lattine dipinte da Warhol) chi conserva in sé il coraggio, il tempo introspettivo, il vizio per la verità da concedersi di riconoscersi in errore?
Siamo dunque in presenza del celebre paradosso del cane che si morde la coda.
Non si può diventare vedenti se non ci si accorge di essere ciechi.
Non ci si può accorgere di essere ciechi se non si ammette pur minimamente tale possibilità.

Chi o cosa alimenta lo status quo?
L'ego.
Che novità!
Questo fenomeno da baraccone che domina la nostra esistenza dalla A alla Z.
Quel nano da giardino che scambiamo per il gigante della montagna del nostro essere e che ci suggerisce continuamente all'orecchio le supreme verità in base a cui costruiamo la nostra quotidianità: se non abbiamo la gonna alla moda siamo "out", se non guadagniamo più del vicino siamo falliti, se non abbiamo la casa di proprietà siamo dei perdenti, se non abbiamo l'ultimo modello di palmare siamo da deridere, se non abbiamo la famiglia del Mulino Bianco siamo dei diseredati da Dio (anche se in Dio non crede in effetti più nessuno) e dalla società (anche se di fatto la società non esiste più: la società sarebbe un'identità composta da un insieme di persone che interagiscono fra loro. Nel nostro mondo non interagiamo nemmeno coi membri della nostra famiglia, figuriamoci con chi non ne fa parte....).

Tutti concetti che hanno a che fare con l'avere.
Ma noi siamo o abbiamo?
Quando ci presentiamo a qualcuno noi diciamo "Piacere! Sono Francesca Giordanino" oppure "Salve! Io posseggo Francesca Giordanino"?
Stranamente continuiamo ad usare la prima, di allocuzione.
Ma sarebbe più corretto usare la seconda.
Perchè di fatto noi non siamo, ma veniamo posseduti dall'ego, dalla nostra superficiale personalità che domina incontrastata la nostra intera esistenza, l'intero universo in cui ci troviamo a muoverci, ad illuderci di essere qualcosa o qualcuno mentre siamo solo succubi di qualcosa o qualcuno.
Noi abbiamo, non siamo.
Abbiamo successo o no.
Abbiamo un figlio o no.
Abbiamo un'auto o no.
Abbiamo un lavoro o no.
Abbiamo una moglie o un marito, oppure no.

Ma cosa siamo?
Chi di noi se fermasse qualcuno in una folla che si aggira al supermercato e chiedesse "Ma tu, chi sei?" si troverebbe qualcosa in risposta di diverso da una semplice declinazione di generalità?
Io non sono un poliziotto o un messo comunale, non mi interessa sapere chi sei per l'anagrafe.
Mi interessa sapere chi sei per la Terra, per l'Universo, per l'umanità secondo la tua opinione, il tuo profondo sentire animico.
Chi di noi sa rispondere DAVVERO a questa domanda?
A chi di noi la risposta salirebbe a fior di labbra come un canto spontaneo, una preghiera, un'invocazione di gioia, un tributo alla vita?

Se alla domanda "Tu chi sei" l'unica risposta che ci viene in mente è il nome che abbiamo inciso sul passaporto... beh... ecco... abbiamo un buon indizio per comprendere più a fondo la diatriba iniziale suggerita da Lao Tze. 
Se io sono convinto di essere solo una carta di identità, forse non vedo bene. 
Forse potrei rischiare - seguendo questa linea di ragionamento - di diventare per un attimo consapevole delle mie inconsapevolezze.
E se quell'attimo - prezioso più di qualsiasi miniera di diamanti -  non lo lasciassimo fuggire come un lampo nei bagliori dell'eternità, ecco che potremmo fermare il tempo.
E cambiare per sempre la nostra vita.


venerdì 12 giugno 2015

Bacalhao ao ao ao....*

DEDICATO A PACCI



La calunnia è figlia illegittima dell'impotenza.
Chi è consumato dal rancore, dall'odio (spesso verso se stesso/a che viene però comodamente mutuato verso un altro) e non ha altro modo di ferire l'oggetto del suo malanimo, ricorre alla calunnia.
La calunnia è menzogna per eccellenza.
E' veleno instillato nelle menti di coloro che ascoltano, per "pilotarli" verso un giudizio che farà apparentemente comodo al calunniatore e danno al calunniato.
Ma le cose stanno davvero così?
O forse la calunnia (che è un "venticello") non si trasformerà prima o dopo in uno tsunami incontrollabile, che colpirà a casaccio e - per iniziare - affonderà la sua lama proprio nella casa del calunniatore?
La mitologia non fa che parlare di questo.
I racconti epici non fanno che parlare di questo.
E anche le grandi opere liriche non fanno che parlare di questo.
E narrano anche di come - in modi piuttosto rocamboleschi - i calunniati trovino sempre la loro fortuna e il calunniatore le disgrazie che merita.
Non sono qui ad augurare disgrazie, intendiamoci.
Ma solo a fare un'analisi delle energie nelle quali noi ci muoviamo quotidianamente.
Muoversi costantemente in un'energia fatta di malanimo, perversione, bugie, attira malanimo, perversione e bugie. Per sé e per coloro che intorno a quell'aura si troveranno a vivere, a crescere, a interagire.

Quindi come ci si difende dalle calunnie? Come ci si difende dal malanimo?
Con l'Amore.
Come sempre.
Per carità.... Non sto asserendo che sia necessario amare chi ci calunnia (che spesso per i rapporti interpersonali che si creano con quella data persona una tale disposizione d'animo risulta nella maggior parte dei casi impossibile).
Ma si può amare l'Infinito Io di quella persona, che poco ha a che fare con la sua personalità.
L'Infinito Io di ciascuno di noi ha un "piano" preciso per la persona che lo ospita, diciamo così.
Anche se la maggior parte di noi di ciò è del tutto inconsapevole.

Io sono grata all'Infinito Io di chi calunnia l'uomo che amo.
Perchè rende ogni giorno di più visibili i motivi che hanno reso la nostra relazione non solo possibile ma PLAUSIBILE.
Perchè danno senso ogni giorno di più al figlio/a che porto in grembo.
Perchè aprono noi alle infinite possibilità della vita presente e futura, libera da qualsiasi vincolo o legame col passato.
Perchè questo era evidentemente il nostro destino.

Si può trasformare dunque il male in bene?
Sì.
Basta guardarlo semplicemente per quello che è.
Una manifestazione olografica tridimensionale dell'Energia Universale.

La Dea dell'Ovest





PS: Un ringraziamento speciale a Lisbona, la città che per me da oggi in poi sarà sinonimo di "eterna possibilità".

*: Libera interpretazione del termine portoghese "bacalhau".

sabato 23 maggio 2015

Burattini, non lo siamo tutti?




Mi sta venendo a noia cercare di far aprire gli occhi al prossimo sulla realtà circostante e per questo essere considerata una persona "esagerata" o "pazza" o "cospirazionista".
Crediate pure che il governo esista per tutelarvi,  che la polizia esista per proteggervi,  che l'America sia lo stato paladino della giustizia, che la Trilaterale sia un'invenzione di qualche mente annoiata, che le scie chimiche siano vapore acqueo,  che ad Hollywood le attrici non usino silicone ma nascano così come le vedete, che "i poveri erediteranno la terra" e i ricchi non entreranno in Paradiso (che gliene frega? Il Paradiso ce lo hanno adesso), che la TV mostri tutto ciò che accade DAVVERO nel mondo, che MC Donald abbia il cibo più di qualità del mondo, che la meritocrazia regni sovrana, che il Bilderberg sia una società di pesca per dilettanti, che sia il sole a girare intorno alla Terra e che Giordano Bruno sia stato bruciato perché era eretico.
Se pensare vi fa così fatica e usare le cellule grigie è troppo impegnativo, fate fare il duro lavoro ad altri.
"Altri" che credetemi, ne saranno ben felici.

Di fronte a frasi come: " Non è possibile che il cielo sia davvero irrorato giorno e notte!" sapete cosa mi viene in mente?
L'incredulità della gente di fronte ai lager nazisti.
Allora si diceva: "Non è possibile che l'uomo arrivi a tanto! Avranno sbagliato...".

Si chiama negazione.
Ma non è solo perché il nostro cervello fa fatica ad accettare una verità che quella smette di esistere.

La Dea dell'Ovest 



martedì 12 maggio 2015

Tha Mo Ghaol Air Aird A' Chuain


La Dea celtica Brigit*



Non esiste evoluzione senza meditazione.

La Dea dell'Ovest


* Per chi volesse informazioni relative alle divinità celtiche: I celti
Cosa voglia dire il titolo del post... scopritelo da voi!

domenica 10 maggio 2015

Atheneidi


Intorno a me vedo sempre più distintamente due mondi contrapposti: il mondo di chi dorme e il mondo di chi veglia.
Per uno di questi mondi esiste un futuro.
Per l'altro no.
I miei sono certamente discorsi di matrice energetica. 
Ma se li spostassimo ad un piano di realtà più empirico non farebbe differenza.
Colui che dorme non si accorge egualmente del proprio schiavismo sociale così come non percepisce quello esoterico.
Colui che dorme non distingue lo schiaffo materiale da quello esistenziale ma li subisce entrambi in egual maniera.
Colui che dorme non percepisce che il governo mondiale gli ha già portato via la propria libertà di cittadino così come non si avvede quanto il velo di Maya lo allontani ogni giorno di più dalla Verità sul proprio essere, sulla propria divinità, sulle proprie infinite potenzialità. 
Di fatto colui che dorme è morto fisicamente e spiritualmente: è defunto al senso di libertà sociale ed esistenziale.
È solo un numero, che invece di portare tatuato sul braccio ha inciso a chiare lettere nel codice a barre che ormai possiede al posto del cuore.

Non sono qui a criticare colui che dorme.
Ne faccio un mero riassunto stile Bignami e vado avanti, già dimenticandomi di lui/lei.
Perché la mia energia,  il mio pensiero ed il mio Amore vanno a colui che veglia e che - al momento - a causa del suo essere sveglio può essere preda della paura, della preoccupazione e dello smarrimento. 
A costui io dico: "Resta saldo e abbi fede. Non in Dio, ché tu sei Dio. Abbi fede in te e in ciò che ti ha fatto diventare un vegliante in un mondo di dormienti.
Quando il regime si fa più repressivo, è segno che sta per crollare.
Quando le sfide per l'Anima si fanno più dure, l'Età dell'Oro sta per giungere.
Non è una promessa, la mia.
È solo un post-it.
Per ricordare a chiunque che è proprio nel momento della massima oscurità che si percepisce la più fulgida delle Luci.
Non serve sperare.
Basta credere.
E il cambiamento avviene.
Tale è il potere dell'Essere Umano.
Tale è il potere che la Matrix vorrebbe fare in modo di rubare ed occultare.
Ma non può. 
Il Divino non si vende e non si compra.
SI MANIFESTA.

MANIFESTIAMOLO."

Lo dico in primo luogo alla parte umana di me stessa.

La Dea dell'Ovest 

domenica 3 maggio 2015

Più su e ritorno




Noi viviamo le nostre vite per scoprire chi siamo.
Al di là degli inganni del giudizio nostro e altrui.
Al di là dei trabocchetti della mente.
Al di là della debole vacuità della materia.
Non siamo qui per dimostrare alcunché a nessuno, noi stessi compresi.
Né per scrivere la storia.
Né per ascendere dopo la morte ad un vago Paradiso.

Siamo qui per imparare la verità.
La verità su noi stessi e - quindi - sul Tutto.
Qualunque sentiero ci conduca verso quella verità è benedetto,
sia esso accidentato, impervio e denso di ostacoli.
In effetti è proprio attraverso gli ostacoli che la verità si fa strada.
Non sto asserendo che il "dolore" sia la via, quasi che il dolore fosse una meta da perseguire.
Assolutamente no.
Le mete da perseguire sono la felicità e il benessere esistenziale più totalizzanti.
Ma per arrivare a ciò, nostro compito è "spogliarci" degli inganni da cui siamo circondati e rinascere al mondo un'altra volta, nudi di ogni "pensiero indotto", di qualsiasi struttura preconcetta.
E questo costa sofferenza. E fatica. E sacrificio.
Ma al di là delle Colonne d'Ercole dell'Anima si trova il nostro vero Paradiso, da vivere qui e ora.
Non domani. Né dopodomani.
Oggi.
Perché a questo siamo chiamati.
Alla gioia più pura, all'esultazione del cuore, alla danza sfrenata che sancisce il nostro appartenere a noi stessi e al Tutto in egual maniera.
Senza alcun confine.

Prana


sabato 11 aprile 2015

Why?




"Gli uccelli nati in una gabbia pensano che volare sia una malattia" 

Alejandro Jodorowsky


venerdì 10 aprile 2015

Lampada da tavolo





"Accorgersi" è il verbo più difficile della nostra realtà.
E anche quello più fecondo.
E' il verbo che fa mutare prospettiva, che induce a cambiare visuale e di conseguenza ci aiuta a trasformare radicalmente la nostra vita.
"Accorgersi" è compito duro, arduo e faticoso.
E' un compito da eroi. Non da persone qualunque.
Eppure noi tutti siamo persone qualunque, senza alcuna eccezione.
Solo che alcuni di noi SCELGONO la via difficile e per questo diventano eroi.
Non leggerete di loro nei libri di storia, nè in quelli di mitologia o religione.
Il lavoro dei veri eroi rimane silenzioso e sconosciuto ai più.
Ma non è mai inutile: ha sempre un risvolto benefico sulla realtà, propria e collettiva.
E' un lavoro fatto di pazienza, di costruzione laddove il mondo decostruisce, di amore laddove il mondo odia, di accettazione laddove il mondo rifiuta.
Diventare eroi per vedersi sulla copertina di un giornale è essere eroi hollywoodiani.
E Hollywood è la fabbrica della finzione per eccellenza.
Un eroe vero non ambisce a riconoscimenti altisonanti, non brama essere adorato o venerato, non accetta premi o gratificazioni facili.
Un eroe che si "accorge" è spesso invisibile. E quando diventa visibile lo diventa per scherzo del destino, non per volontà propria. Lo diventa perchè essere "visibile" non è in disaccordo con il proprio modo di essere ma è necessario affinchè quel modo di essere sia conosciuto e riconosciuto su ampia scala, fornendo un'alternativa valida ai millantati eroi delle pellicole di seconda scelta.

"Accorgersi" non è da tutti.
Ma è per tutti.
E' una scelta possibile.
Basta possedere la capacità di esercitare il proprio libero arbitrio.
Ancora e sempre.

Prana



lunedì 6 aprile 2015

Lunedì dell'Angelo




Chi pensa e agisce fuori dall'ordinario si trova spesso ad affrontare problemi fuori dall'ordinario.
Ma trova anche soluzioni fuori dall'ordinario.
E ottiene risultati fuori dall'ordinario, risultati che ai più sfuggono.
Perchè la mente comune non è in grado di uscire dai parametri preconfezionati che il mondo costruito per i nostri occhi ritiene "concepibili".
Per la maggior parte delle persone ottenere cose straordinarie è impossibile.
Ci sono però alcuni eletti, o folli, o persone di genio che ignorano semplicemente le leggi del mondo, siano esse fisiche, spirituali, religiose o scientifiche.
Le ignorano perchè credono che la propria idea sia più forte di quella imperante nella società, quella che tutti stabiliscono come "giusta".
In sostanza si comportano come il calabrone.
Il calabrone secondo le leggi fisiche del pianeta non dovrebbe essere in grado di volare dato che il rapporto peso/ampiezza ali non glielo consentirebbe. 
In teoria.
In pratica il calabrone ignora la legge di gravità e quindi vola.

Le persone che cambiano questo pianeta ignorano che il mondo sia "come la maggior parte" dice.
E imparano a volare.
Ognuno con ali proprie.

Prana


domenica 15 marzo 2015

Senza paracadute


S.F.Berardini, Sisifo, cm 70×80, acrilico su tela, 2002


L'errore più comune in questa vita è aspettarsi dagli altri quello che solo noi possiamo fare.
E' per questo che spesso si vive di frustrazioni, di fraintendimenti e - cosa ancor peggiore - di delusioni costanti.
Non ci si può aspettare che un altro sopperisca ai nostri bisogni, che un altro comprenda fino in fondo la nostra natura, che un altro analizzi in eterno i nostri traumi e ci aiuti a superarli.
Così facendo si sta solo demandando a qualcuno diverso da noi una responsabilità che solo a noi compete.
Ci si impedisce di crescere. 
Ci si impedisce di realizzarsi come esseri umani nel modo più completo ed appagante.

Chi ci sta vicino può solo sostenerci ma il "lavoro" spetta a noi, a noi soltanto.
E in ogni caso chi ha deciso di condividere la sua vita con noi merita la nostra parte migliore, non la "pattumiera", gli scarti o i travagli più oscuri.
Non sto certo asserendo che con le persone che amiamo e che ci amano dobbiamo coltivare un rapporto superficiale e di mancanza di comunicazione e comunanza d'intenti.
Tutt'altro.
Sto solo dicendo che troppo spesso la persona che ci sta accanto diventa il bidone dei rifiuti su cui scaricare la nostra rabbia, tutto il nostro "irrisolto".
Essere liberi significa anche essere liberi dalla dipendenza dell'altro, chiunque questo altro sia.
Dipendenza non è solo "aver bisogno" in bene ma anche - purtroppo - in male.
Dipendenza è qualcosa che ci lega e lega l'altro con catene pesanti, con pensieri pesanti, con orizzonti pesanti.

Al prossimo dobbiamo imparare a regalare la nostra libertà, non la nostra dipendenza.
Altrimenti qualsiasi rapporto basato su un simile fraintendimento sarà  inevitabilmente destinato al fallimento o alla cancrena, in un eterno ritorno di tragedie scambiate per idilli.

Prana



Giocando s'impara





Giocando con la fattoria virtuale "Hay Day" sul mio cellulare ho fatto una scoperta (empirica) straordinaria: il pensiero DAVVERO attira o allontana ciò che ci serve.
E' la nostra predisposizione mentale che rende l'oggetto da noi bramato facilmente ottenibile oppure no.
Ad esempio: se devo espandere il mio granaio e mi servono dei rotoli di nastro adesivo e se il sistema virtuale si ostina a non darmi i benedetti rotoli, io dentro di me comincerò a pensare che ottenere il nastro adesivo e' difficile. 
Quando non impossibile.
Tutte le volte che andrò al mercato virtuale per comprare la merce, sfoglierò i vari articoli in vendita con una preoccupazione costante: "Mi serve il nastro adesivo. Ma ce la farò davvero a trovarlo? Mi serve ma è difficile. Infatti continuo a trovare le viti, ma di quelle ne ho tantissime e non me ne faccio nulla! Anzi, sono costretta a venderle. Eppure continuo a trovarle..."
Perchè continuo a trovare le viti e non i rotoli di nastro adesivo?
Alcuni potrebbero dire che il sistema del gioco SA che a me serve il nastro adesivo e fa in modo di rendermi la vita difficile al fine di farmi stare più ore dietro lo schermo e - come estrema conseguenza - farmi desistere inducendomi a comprare con denaro REALE dei diamanti fittizi che all'interno del gioco funzionano come un passpartout. 
Coi diamanti si può fare tutto: costruire l'incostruibile, bypassare l'oggetto che non si trova, materializzare ciò che ci serve.

Hay Day non è diverso dalla realtà, dalla Matrix.
Nella Matrix il sistema ci rende difficile trovare ciò che vogliamo.
Perchè?
Perchè il pensiero che noi veniamo indotti a formulare è: "Ottenere denaro è difficile. Avere un lavoro è difficile. Vivere agiatamente è solo per pochi eletti".
Il sistema ci bombarda costantemente con questi messaggi. 
E noi finiamo per crederci.
Il nostro pensiero entra in REALE comunicazione WIFI col sistema Matrix e noi andiamo così a creare il software della nostra esistenza. 
Siamo spinti a farlo, dalla Matrix stessa.
E non siamo capaci di "uscire dalla ruota" come un criceto fino a quando non comprendiamo il nostro reale potere.

Capito questo ho deciso di fare un esperimento.
Sono tornata su Hay Day e, entrata nel mercato virtuale, ho cominciato a pensare: "Ottenere il nastro adesivo è facile". Tuttavia la mente pensava questo, ma il software Francesca Giordanino era ancora convinta del contrario. Non è così facile uscire dalla schiavitù della credenza interiore! Magari...
Tuttavia dopo poco ho avuto la riprova che si può bypassare il problema.
Come?
Concentrandosi su altro, focalizzandosi su diverse priorità.

Ad un certo punto uno dei simpatici clienti che vengono alla fattoria per chiedere merci in cambio di denaro (virtuale) mi ha fatto una richiesta "difficile". Mi sono concentrata su tale richiesta. Sono andata al mercato e... volete sapere qual è stata la prima cosa che ho trovato in vendita?
Il nastro adesivo.
Già.
Perchè, mi chiederete?
Perchè la mente - "distratta" da un'altra richiesta - ha dimenticato per qualche istante la sua costante preoccupazione (la ricerca dell'adesivo) e le "difficoltà" ad essa legate. 
Il silenzio della mente ha fatto "cortocircuitare" il sistema Hay Day. 
Ovviamente gli "scettici" - di cui il mondo straripa - diranno che è il solito "caso".
Ma a me degli scettici poco (anzi nulla) importa.
A me interessa chi vede, non chi non vede e - peggio - ha scelto di non vedere.

Cortocircuitare il sistema Hay Day non è diverso dal cortocircuitare il sistema Matrix.
Anzi, è l'identica cosa.
Sono due software con leggi precise, codificate a tavolino che solo la creatività umana può stravolgere e talvolta addirittura piegare a proprio vantaggio.

Non siamo scimmie collegate ad una macchina che legge encefalogrammi e a cui un sedicente scienziato schiacciando un pulsante ORDINA di aver voglia di una banana o di una nocciolina.
Siamo Anime del Cosmo.

A noi spetta la libertà di esistere secondo le NOSTRE leggi.
Non quelle scritte in un PC obsoleto, con una ram che viaggia a 64 KB.
Noi non siamo Commodore 64 e non siamo le rane di "Frog".

Cerchiamo di capirlo, una volta per tutte.

Prana 








mercoledì 11 marzo 2015

Magia consapevole




Credere in se stessi è l'unica medicina a qualunque male.
Vedere pienamente se stessi è l'unico rimedio a qualunque sovrastruttura egoica.
Parlare per il Bene di tutti è il vero scopo della vita di chi si assume la responsabilità della propria esistenza.
Il Bene universale spesso non coincide con il bene della propria piccola esperienza di vita.
Sta a noi cogliere la differenza.
Si impara strada facendo, si impara a proprie spese, si impara perchè non si può far altro.
Quando si decide di non imparare ecco arrivare gli tsunami esistenziali.
Ecco che il nostro ego ha la meglio su di noi e su tutti coloro che ci circondano.
Ecco che vivere di "vendette" e "soprusi" diventa lo stile di vita a cui aspirare.

Bisogna essere spietati per uscire dalla Matrix.
Spietati con sè, spietati col prossimo, spietati con chiunque si dimostri poco saggio.
E non bisogna far mistero della propria spietatezza.
Spesso il mondo "zucchero e miele" che vogliono propinarci attraverso tv e cinema è un'idea balzana di chi intende comandare il mondo tramite la cortina di ferro della "paradisiaca apparenza".
Tutti dovrebbero vedere "Essi vivono" di John Carpenter e porsi delle domande.
E poi andare oltre. Non fermarsi alla paura, all'odio, alla chiusura.
Non intendo dire che la formula falsamente cristica del "porgi l'altra guancia" sia la soluzione.
No, anche quel messaggio - purtroppo - è pura manipolazione.
Nessuno può permettere ad un altro essere di violentarlo e lasciarlo libero di farlo nuovamente, ancora e ancora.
Non era questo che Cristo intendeva, non era certo quello che avrebbe voluto.

Bisogna essere consapevoli e agire nella consapevolezza.
Non cercare di "essere felici" bambinescamente e vivere nel mondo "fittizio" delle sit-com anni '80.
Bisogna avere il coraggio di sapere e riuscire ad andare oltre.
Senza aspettarsi nulla dagli altri.
Senza frignare perchè "il mondo non ci capisce".

Il mondo là fuori non è fatto per capirci ma per metterci alla prova ed insegnarci la verità.
Il tutto sta a capire se siamo pronti a ricevere la verità o siamo solo pronti a negarla e ad essere vittime lamentose della Matrix.

A ciascuna coscienza spetta la propria scelta.
In assoluta, totale, sacra libertà.

Prana

PS: L'immagine proposta come copertina è uno schema radionico noto come                            DESEMBARACADOR
       Per chi volesse saperne di più:    
       -  Magia Radionica, di Doriana Dellepiane, libro suggerito nel testo sui cristalli del          valente Angelo Balladori che potete trovare al link: Tecniche di Cristalloterapia.

lunedì 9 marzo 2015

Cieli caucasici




DEDICATO ALLA CARA HOBBIT DEL NORD E ALLA CHIAMATA DEL SUO HI FI

Crescere significa mutare.
Un seme cresce e si trasforma in albero.
Un bocciolo in rosa.
Una crisalide in farfalla.

E una personalità, come muta?
Drasticamente.
Sradicando da sè ogni appartenenza all'ordinaria condizione di schiavitù umana e concedendosi di coincidere completamente con l'Anima di cui è custode.

Crescere per un essere umano significa fare spazio. Diventare vuoto.
Così che l'Universo possa riempirne ogni singola molecola con la propria Luce.

Senza troppe parole.
Prana



lunedì 2 marzo 2015

Canali e fattorie




Quando l'uomo della tua vita ha rischiato di morire in un incidente aereo mentre tu ignara bighellonavi sul concerto di Brahms, improvvisamente il "superfluo" diventa ancora più superfluo.
La casa, il lavoro, gli avvocati, i calunniatori.
Ciò che conta è solo che la vita sia rimasta tale.
A tutto il resto c'è rimedio.

Dopo la tremenda botta di paura ho avuto un "down" talmente forte che mi sono scaricata sul cellulare "Hay Day", il videogioco idiota dove si coltivano ortaggi e si preparano latticini virtuali.
La psiche ha dei modi tutti suoi per "ri-bilanciare" il sistema nervoso!
Con buona pace di meditazioni tibetane e misurazioni col pendolino.

Almeno per una sera.
Da domani tornerò ad essere l'Elfa del Sud di sempre.

Prana


sabato 28 febbraio 2015

L'anello di Ra*



Chi ha deciso di assumersi la responsabilità di evolvere spiritualmente durante la propria esistenza deve affrontare una decisiva prova sul proprio cammino: "arrendersi" al fatto che molte persone vicine potrebbero innanzitutto non compiere lo stesso sforzo e - soprattutto - potrebbero rivelarsi accaniti oppositori della scelta altrui.
Questa è la Matrix che lavora contro coloro che ne sono usciti o intendono farlo.
Chi vive e respira a pieni polmoni l'aria - olografica - della Matrix è convinto che quella sia l'unica realtà possibile e la difenderà fino alla morte in ogni modo conosciuto: difendendo la Matrix difenderà il proprio diritto a farne parte, difenderà la propria "carta d'identità", la totale identificazione con l'ego e  il rifiuto aprioristico della propria parte animica.
Con questi individui non si può parlare, non si può ragionare, non si può spiegare.
C'è solo una cosa da fare: tacere e andare oltre.
Proseguire lungo il cammino.
Affrontare altre sfide.

Quando ci si accorge che una strada percorsa cento, mille, centomila volte conduce sempre nello stesso luogo, è giunta l'ora di cambiare strada.
Perchè come sosteneva saggiamente Einstein "Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose".

Prana


PS: per chi bramasse spiegazioni su questo titolo bizzarro può leggere qui: http://www.ilcielodinut.it/anello-di-ra.html


giovedì 26 febbraio 2015

Guglielmo Tell




Cosa vuol dire essere  "cercatori di verità" ?
Fondamentalmente vuol dire mandare il proprio ego a farsi un giro (dove lui preferisce) e decidere di diventare "principianti" ogni giorno.
Chi si considera un principiante in ogni lato e disciplina della vita avrà l'enorme chance di imparare fino a quando la morte lo coglierà. 
Godrà della fortuna di essere circondato da persone autentiche che non hanno piacere a circondarsi di amici sbruffoni - e buffoni.
E sentirà dentro sè crescere forte la capacità della misura e dell'equilibrio.
Un "cercatore di verità" è un mago tolto alla seduzione delle arti oscure che pone se stesso e la propria opera a servizio dell'evoluzione di ogni essere vivente dell'universo.

Non è facile. Non è difficile.
E' solo inevitabile.

Prana