venerdì 30 marzo 2012

Patteggiamento



Oggi sono proprio arrabbiata.
Perchè per alcuni è davvero tutto facilitato, vivano essi un cammino terreno o spirituale, siano essi intrisi di gioia o di dolore.
Per me è sempre tutto difficile. Lo è stato da che ne ho memoria.
Io devo sempre fare tutto da sola.
Scoprire gli indizi, imboccare le caverne giuste, resistere agli incendi, alle correnti avverse e ai tornado.
Senza mai il conforto di un fax.
Senza mai lo straccio di una prova.
Senza mai la levità di una certezza.
Pur piccola.

Io devo sempre fare tutto da sola.
E per cosa?
Per capire che poi non sono mica tutto sto granchè.
Che sono una tra tante.
E che tutto il Fuoco attraverso cui mi sono forgiata è stato un caso.
E' capitato a me ma poteva capitare a chiunque altro.

Quando si dice essere prediletti!
Oltre al danno pure la beffa.

Smetterò di cercare indizi che non portano da nessuna parte.
Lascerò agli "eletti" la loro sapienza e i loro aiuti, di cui sembrano beneficiare per qualche meritoria ragione.
E rimarrò a combattere fra i meno meritevoli che devono sfangarla senza sapere come fare.
E senza sapere nemmeno perchè.

Che altro potrei fare ormai, se non arrendermi all'evidenza?
Francesca

giovedì 29 marzo 2012

L'antro della memoria



"Ricorda" disse la voce attraverso Elizabeth. "Ricorda che si è sempre amati. Che si è sempre protetti, e mai ci si ritrova soli... Anche tu sei un essere che emana Luce, Saggezza e Amore. E neppure tu potrai mai essere dimenticato, ignorato, trascurato. Tu non sei il tuo corpo, non sei il tuo cervello, e non sei neppure la tua mente. Sei Spirito. Tutto quello che devi fare è ridestarti alla memoria, ricordare. Lo Spirito non ha limiti, non è confinato nel corpo fisico, nè si esaurisce nelle conquiste dell'intelletto o della mente.
Quando l'energia vibratile dello Spirito subisce un rallentamento tale da consentirle di depositarsi in un ambiente più denso, qual è il tuo piano tridimensionale, avviene che lo Spirito cristallizzi e si trasformi in corpi sempre più densi. Lo stato fisico è il più denso di tutti. Ed è quello soggetto a minori vibrazioni. E' la dimensione in cui il tempo appare più veloce, perchè il tempo è inversamente proporzionale al numero di vibrazioni. Man mano che le vibrazioni aumentano, si ha in pari e opposta direzione un rallentamento del tempo. E' per questo che può rivelarsi difficile scegliere il corpo giusto, il tempo giusto di reingresso nello stato fisico. A causa della disparità del tempo, si può perdere l'occasione. (...)

Gli uomini pensano sempre di essere le uniche creature esistenti. Non è così. Ci sono molti mondi e molte dimensioni... molte e molte più anime di quanti siano i loro possibili contenitori fisici. Inoltre l'anima, se lo desidera, può dividersi e avere più di un'esperienza allo stesso tempo. Ciò è possibile ma richiede un grado di sviluppo che la maggior parte delle anime non ha ancora raggiunto. Alla fine si vedrà che esse costituiscono una piramide e che vi è un'unica grande anima. Allora, tutte le esperienze spirituali verranno condivise simultaneamente. Ma per ora non è così. (...)

Nel mondo tridimensionale la reincarnazione è reale, al pari del tempo, delle montagne, degli oceani. E' un'energia come un'altra, e la sua realtà effettiva dipende dall'energia di colui che la percepisce. Fin tanto che egli ha la sensibilità del corpo fisico e degli oggetti solidi, la reincarnazione è reale per quel particolare individuo. L'energia consiste di Luce, d'Amore e di Conoscenza. L'applicazione di tale Conoscenza in una dimensione d'Amore è Saggezza."

Parole espresse in stato di ipnosi regressiva da una paziente del Dr. BRIAN WESS.
Brano tratto dal suo libro "MOLTE VITE, UN SOLO AMORE"

Non credo sia necessario aggiungere altro.
Spero che il "messaggio" arrivi a tutti coloro che sono in ascolto.
A chi giudicherà l'intera citazione una banale farfanteria dico solo: non dimenticate quanto avete letto.
Magari un giorno o l'altro potreste ricredervi. 

Non si può mai sapere.
Francesca

 

mercoledì 28 marzo 2012

Risparmio molecolare


DEDICATO A VINCENZO (che spero non abbia un infarto del miocardio durante i festeggiamenti!)

Stasera voglio essere sintetica.
Ma....... STI CAZZI?????
Ecco.
Ho detto.



:0)
Francesca

Real world?

Gli insegnamenti - se si hanno buone orecchie per ascoltare - arrivano un po' da ogni dove.
Persino dai sogni.
Stanotte ne ho fatto uno magnifico. E stranissimo.
La psicanalisi ha distrutto però il vero significato dei sogni.
Per questo la detesto e la trovo una scienza inutile.
Tutto è spiegato con il sesso o con l'inconscio collettivo.
Ma noi siamo ben più di questo.
Non facciamoci limitare da una "scienza" che vuole razionalizzarci per renderci schiavi della realtà che vediamo con gli occhi.
 
"Non cercare di piegare il cucchiaio. E' impossibile.
Cerca invece di fare l'unica cosa saggia: giungere alla Verità."
"Quale Verità?"
"Che il cucchiaio non esiste. Allora ti accorgerai
che non è il cucchiaio a piegarsi ma sei tu stesso."
Matrix



La "realtà" in quanto tale è limitata da ciò in cui scegliamo di credere.
I nostri sensi sono un recinto attraverso cui, come prigionieri, osserviamo senza capire il mondo dello Spirito.
Tuttavia basterebbe poco per comprendere che il recinto non esiste, che l'abbiamo creato da soli, spinti da una società che ci vuole sotto controllo per trasformarci in "pile" per il sistema.


Guardate il secondo video con attenzione.
A livello subliminale non è distante dalla Verità.
E come sempre, la Verità non è facile da digerire.
Ma permane tale, che noi vogliamo ammetterlo o no.

"Non ho detto che sarebbe stato facile.
Ho detto che ti offrivo la Verità."

Francesca

domenica 25 marzo 2012

Glaùx



Inseguire la Sapienza non è compito facile.
Ed i dubbi sono all'ordine del giorno.
Eppure i dubbi sono utili: ti spingono in avanti nella ricerca, ti fanno porre domande che necessitano di nuove e sempre più complesse risposte e ti fanno esercitare nell'arte della pazienza.
I riscontri - se si chiedono nel modo appropriato - arrivano, nel modo e nell'ora più giusta.

"Illuminati noi siamo! Non questa materia grezza!"
Yoda

Francesca

Arnac



Ognuno crede a quello che vuole, in questa vita.
E - in quanto rappresentante di quegli "ognuno" - anche io esercito questo diritto.
Ormai ho le idee molto chiare in merito.
Non solo in testa, ma anche in pancia.

Anzi, in pancia le ho da sempre, le idee chiare.
Ma ci vuole tempo per imparare a dar credito alle proprie viscere.
Tempo e fede.

E un pizzico di predestinazione.
Francesca

venerdì 23 marzo 2012

Sniff...


Stasera ho bisogno di un anestetico.
Ma forte!
Forte davvero.

Francesca

Sindrome primaverile



Sono tornata a casa carica di sporte della spesa, dopo parecchie vasche in piscina (ed era più di un mese che non mettevo una gamba a mollo) e uno strano silenzio nel cuore.
Gli alberi fioriscono. Ed io con loro.
Anche se a volte i germogli fan fatica a sbocciare.
E osservarli mentre si sforzano per venire al mondo fa provare una sorta di dolore antico, quasi dimenticato.

Oggi va così.
Una giornata di sole dal sorriso velato.
Ma si impara anche in questo modo.
Si impara sempre.

Francesca

Collirio sapienziale




Ci hanno insegnato a prendere, in questa vita.
Quello che si può, dove si può, da chi si può.
Per affermare se stessi, per la fama, per il denaro, per quello che viene chiamato "successo".
Ma il successo è solo un punto di vista.
E' una convenzione a cui tutti si sono adattati dalla nascita, pur inconsapevolmente.
E secondo questa convenzione un essere umano ricco, celebre (non importa per quali motivi) e potente è un essere umano di successo.

Per me le cose non stanno esattamente così.
Secondo la mia personalissima - e ovviamente discutibile - opinione un essere umano di successo è colui (o colei) che ha capito davvero qualcosa della propria umanità, che ha scavato e continua a scavare ogni giorno in cerca della Verità, che non si arrende innanzi alle difficoltà incontrate ma persevera, spinto dal desiderio di sapere, armato di rispetto per sè e per il prossimo suo, disposto a condividere le sue esperienze e il suo sapere con chi lo desidera, pronto ad aiutare chi vuole e chiede di essere aiutato e lascia andare per la propria strada chi non è "accordato" secondo le sue frequenze cognitive.

Questa per me è una persona - non di successo - ma che ha avuto successo.
Perchè il suo viaggio sulla Terra si è caricato di un significato profondo non solo per sè ma anche per le persone che ha avuto modo di incontrare e per merito delle esperienze che ha accumulato - buone e meno buone - la sua Essenza è cresciuta, si è arricchita, è divenuta partecipe di uno stadio superiore dell'Essere.

Mi si potrà accusare di vivere fuori dal mondo, di essere un'idealista.
La cosa - più che un insulto - mi parrà un meraviglioso complimento.
Il "mondo" e le sue perverse logiche, per come lo conosciamo, è ormai in fase di esaurimento.
E siamo tutti chiamati ad evolverci verso una nuova consapevolezza.
Ciò che oggi sembra un problema di fatto è un'opportunità.
Basterà smettere di guardarlo con gli occhi e iniziare a percepirlo con lo Spirito per sapere che questa è la Verità.

Francesca



giovedì 22 marzo 2012

Salirò



Certi tipi di percorsi ti conducono per anni su strade in salita.
Sempre e solo in salita.
Senza panchine, senza Autogrill, senza nemmeno distributori automatici.
E tu lì che ti danneresti per un sorso di spremuta d'arancia.
Ma no. Bisogna salire: sudare e salire.
Da soli.
Perchè mica vuoi avere compagnia?
Chi va in montagna - e vuole arrivare così in alto - ci va da solo.
E si alza la mattina presto, che fuori c'è ancora il freddo della notte e le stelle fanno cucù all'orizzonte appena illuminato.
Mica sai quando tornerai. O se tornerai.
L'importante è salire.
Anche se non hai portato le scarpe giuste.
Anche se quando giunge la sera avverti il brivido dell'ignoto. 
Bisogna salire.

Quanto manca?
Sali.
Ancora molto?
Sali.
Ho fame!
Ci sono le more. Sali.
Ho sonno!
E' solo l'effetto della primavera. Sali!
Mi fanno male i piedi.
Ti riposi in cima! Sali...

In cima? E quando si arriva in cima?
Mica la vedi, la cima.
Solo sassi, erba, sole e pioggia, suole consumate, rovi e aghi di pino.
E lo stomaco sempre più vuoto, la testa pesante, il cuore quasi prosciugato da qualunque motivazione.

Ma poi arrivi. Ah sì.
Quando meno te lo aspetti.
E la vista ti mozza il fiato al punto che dimentichi fame e stanchezza.
E ti vien voglia di ricominciare.
Così riparti, un passo alla volta.
Senza far neanche più caso all'arsura, ai piedi gonfi, all'oscurità che avanza.
Sali e basta.
E a quelli che da sotto ti urlano "Ma c'è il chiosco lassù?" tu rispondi solo: Sali!
Perchè cos'altro mai varrebbe la pena di dire?

Francesca

Navi e meteoriti



Che giornate di riflessioni straordinarie!
Vorrei non essere consumata dall'attesa eppure lo sono, come una novella sposa che - con indosso il suo abito bianco - aspetta trepidante che parta la musica per percorrere lentamente la navata, col cuore gonfio d'Amore.
Quindi occhi spalancati e puntati verso il Cielo.
In fondo, nonostante gli sforzi costanti per evolvermi dalla mia condizione di partenza, sono sempre un essere umano.
Oppure no?!?

Francesca

mercoledì 21 marzo 2012

L'origine della Vita



Il mio desiderio più forte in questo momento è quello di andare in Egitto.
Per vedere le Piramidi, la Sfinge, respirare l'aria del deserto, galoppare sulla sabbia e nutrirmi di storia.
Succederà. Perchè lo voglio davvero.
Perchè ne ho bisogno.
Come non lo so.
Ma non ha importanza.
Succederà.

Francesca

Ci son due coccodrilli....



Ieri mi sono innamorata.
E' ufficialmente ufficiale.

:0)
Francesca

martedì 20 marzo 2012

Alternanza



Il calcio.
Una splendida invenzione studiata a tavolino per distrarre le masse.
Una volta si scannavano al Colosseo (nessuno ha mai visto "Il gladiatore"?????????).
Ora corrono dietro ad un pallone.
Allora preferivo i gladiatori: almeno erano uomini, rischiavano la vita e noi non rischiavamo di vederli come testimonial della Gillette.

Che mondo triste!
Francesca

lunedì 19 marzo 2012

Anse e vallate



Chi è assuefatto a questa "realtà" non conosce ragioni al di là di quelle che gli sono state date per certe dalla nascita. Ragioni a cui ha creduto per comodità, per scelta, perchè questo era il suo percorso in questa vita. 
E' inutile accanirsi, sventolando ostinatamente una bandiera diversa.
Gli occhi non vedono ciò che la mente non vuole percepire.
Quindi?
Quindi bisogna lavorare su se stessi.
Questo è l'unico sforzo che non andrà mai perduto.
L'unico vero sforzo utile per sè e per tutti.
Al di là di qualsiasi facile retorica da edicola.

Francesca

domenica 18 marzo 2012

Gli ultimi giorni dell'umanità

Egon Schiele - Casa con ciottoli - 1915


In questi giorni mi sono ritrovata a riflettere su quale significato controverso incarni l'espressione di uso comune "libertà di stampa". 
Se il diritto di esprimere un'opinione pubblicamente senza tema di ritorsione alcuna da parte di organi di governo e affini.
O se la possibilità di inventare e/o manipolare notizie arbitrarie certi di godere di quella credibilità aprioristica concessa al titolato giornalista. 
Non so se per caso o per qualche ragione più sottile la settimana scorsa sono incappata nel testo di Karl Kraus di cui il nome iniziale del post riporta il titolo parola per parola.
"Gli ultimi giorni dell'umanità" è una enorme piéce teatrale scritta da Kraus tra il 1915 e il 1919; il tema centrale dell'opera coincide con il ritratto dell'ipocrisia del popolo austriaco prima e durante il conflitto mondiale, della sua incapacità - ad ogni livello sociale - di affrontare la realtà per ciò che incarna realmente e delle speculazioni consumate proprio dalla stampa tutta per incrementare vendite e prestigio a scapito di qualunque verità.
Mi è sembrato un testo talmente vivo e attuale da suscitarmi un'onda di subitanea indignazione, presto mitigata dal pensiero che già l'esistenza di un simile caposaldo letterario in qualche modo riscatta la storia dell'uomo dalle nefandezze di cui è capace.

Ne voglio pertanto riportare un estratto che ho trovato particolarmente significativo, non solo per il contenuto trattato ma anche per i personaggi che trovano ubicazione nel dramma e vi recitano la loro parte, contribuendo - consapevolmente o no - ad arricchire la grande menzogna che fu, che è, che in qualche modo sempre sarà se non si hanno la forza e il coraggio di opporvisi, anche andando contro la propria immediata idolatra convenienza.
Buona lettura a tutti.



ATTO PRIMO - SCENA QUATTORDICESIMA

In casa dell'attrice Elfriede Ritter, appena tornata dalla Russia. Valigie disfatte a metà. I cronisti Fuchsl, Feigl e Halberstam l'afferrano per le braccia e la incalzano con le loro domande.

I TRE CRONISTI (accavallandosi). Ha delle tracce di nagaika?* Faccia vedere! Ci servono i particolari, i dettagli. Com'erano i moscoviti? Ha qualche impressione? Deve aver sopportato sofferenze spaventose, deve, signorina, ha capito?
FUCHSL. Ci descriva il trattamento da prigioniera che le è toccato subire!
FEIGL. Ci dica le impressioni sul suo soggiorno per l'Abendblatt!*
HALBERSTAM. Per il Morgenblatt*, le sue impressioni sul viaggio di ritorno!
ELFRIEDE RITTER (sorridendo, con accento nordico). Signori, vi ringrazio per il premuroso interessamento, è davvero commovente vedere che i miei cari viennesi mi hanno conservato la loro simpatia. E grazie per esservi addirittura disturbati di persona. Avrei anche aspettato volentieri a disfare le valigie, ma con tutta la migliore volontà non posso dirvi altro, signori, se non che è stato molto, molto interessante, che non mi è accaduto assolutamente nulla, e poi che altro... ah sì, che il viaggio di ritorno è stato noioso ma non spiacevole e (maliziosa) che sono contenta di ritrovarmi qui nella mia cara Vienna.
HALBERSTAM. Interessante... un viaggio noioso, dunque ammette...
FEIGL. Spiacevole, ha detto...
FUCHSL. Aspetti, il cappello l'ho scritto in redazione... un momento... (Intanto scrive) Liberata dai tormenti della prigionia russa, giunta alfine al termine del viaggio noioso e spiacevole, l'artista versava lacrime di gioia al pensiero di ritrovarsi nella amata città di Vienna...
ELFRIEDE RITTER (minacciando col dito). Dottorino, dottorino, questo io non l'ho detto, al contrario, ho detto che non posso lamentarmi di nulla, proprio di nulla...
FUCHSL. Aha! (Intanto scrive) L'artista guarda oggi con un certo ironico distacco alle vicende passate.
ELFRIEDE RITTER. Ma senta... ma dico... no, no, dottore, sono indignata...
FUCHSL (scrivendo). Ma poi, quando il visitatore l'aiuta a ricordare, viene presa nuovamente dall'indignazione. Con parole commosse la Ritter racconta come le è stata impedita ogni possibilità di lagnarsi del trattamento riservatole.
ELFRIEDE RITTER. Ma dottore, dove vuole arrivare... non posso proprio dire...
FUCHSL. Non può certo dire...
ELFRIEDE RITTER. Ma davvero... io non posso proprio dire...
HALBERSTAM. Via, via, lei non immagina tutto quello che si può dire! Cara amica, guardi, il pubblico vuole leggere, capisce. Lei può dire, glielo dico io. Da noi sì, in Russia forse no, qui grazie a Dio c'è la libertà di parola, non come in Russia, qui grazie a Dio si può dir tutto della situazione della Russia! C'è qualche giornale in Russia che si sia occupato di lei come facciamo noi? E allora!
FEIGL. Ritter, sia ragionevole: crede che un po' di pubblicità le faccia male, ora che si ripresenterà al pubblico? E allora!
ELFRIEDE RITTER. Ma signori... non posso proprio... è una cosa tirata per i capelli... se aveste visto... per strada o presso le autorità... se solo avessi avuto il minimo motivo per lagnarmi di qualche sopruso o roba del genere, credete che non lo direi?
FUCHSL (scrive). Ancora tremante per l'emozione, la Ritter descrive come la plebaglia l'ha tirata per i capelli, come alla minima lagnanza le autorità la sottoponevano a soprusi e come ha dovuto tacere tutte queste vicissitudini.
ELFRIEDE RITTER. Ma dottore, vuole scherzare? Le ho detto perfino che i funzionari di polizia mi son venuti incontro in ogni modo, mi han presa sottobraccio nei limiti del possibile, sono potuta andare dove ho voluto, sono tornata a casa quando ho voluto: le assicuro, se mi fossi sentita anche per un solo attimo come una prigioniera...
FUCHSL (scrive). L'artista racconta che una volta, quando tentò di uscire, la polizia le andò subito incontro, la prese per un braccio e la trascinò a casa, sicchè condusse letteralmente la vita di una prigioniera...
ELFRIEDE RITTER. Ora mi arrabbio sul serio... non è vero, signori, io protesto...
FUCHSL (scrive). E si arrabbia quando questi ricordi delle sue vicende, delle sue vane proteste...
ELFRIEDE RITTER. Signori, non è vero!
FUCHSL (alza lo sguardo). Non... è... vero? Che vuol dire, non è vero, se scrivo ogni sua parola?
FEIGL. Se noi lo vogliamo pubblicare, com'è che non è vero?
HALBERSTAM. E' la prima volta che mi succede, sa. Interessante!
FEIGL. Quella è capace di mandarci una rettifica!
FICHSL. Via, non faccia storie, la può danneggiare!
HALBERSTAM. E quando gliela ridanno, una parte?
FUCHSL. Se sabato lo racconto al direttore, alla conferenza sul repertorio, la Berger si becca la parte di Margherita, glielo garantisco io!
FEIGL. Questo è il ringraziamento perchè Fuchs l'ha sempre trattata con un occhio di riguardo? Ma lei non conosce Fuchs! Se lo viene a sapere, stia attenta, alla prossima volta!
HALBERSTAM. Wolf ce l'ha già con lei da quando quella volta ha lavorato nella sua commedia, glielo dico in confidenza. Wolf inoltre è contrarissimo alla Russia, e se ora viene a sapere che lei non ha da lagnarsi della Russia... la fa a pezzi all'istante!
FUCHSL. Sfido io, e Low? Non si metta contro Low, un'attrice deve adattarsi, punto e basta!
FEIGL. Invece le posso dire che le servirebbe moltissimo, non solo col pubblico, ma anche con la stampa, se lei in Russia fosse stata maltrattata.
HALBERSTAM. Ci pensi su. Lei viene da Berlino e ha fatto presto ad ambientarsi qui da noi. Qui si è sempre trovata bene, le hanno sempre aperto le braccia...
FUCHSL. Io le posso soltanto dire che con queste cose non si scherza. Che una sia stata in Russia e non abbìa nulla da raccontare delle sofferenze che ha patito, via, è da ridere, un'attrice della sua classe! Le dico che si tratta della sua carriera!
ELFRIEDE RITTER (torcendosi le mani). Ma... ma... ma... signore redattore... io... credevo... caro dottore... la prego, caro dottore... volevo solo... dire la verità... scusatemi... ve ne prego, ve ne prego...
FEIGL (furioso). E lei questa la chiama verità? E le nostre, sono bugie, allora?
ELFRIEDE RITTER. Voglio dire... scusate... io veramente... credevo che fosse la verità... ma se voi... se voi signori... credete... che non sia... la verità... già, voi siete giornalisti... voi... ve ne intendete... di più. Sapete... io sono una donna, non ho la visione.... giusta delle cose, non è vero? Dio mio... capirete... c'è la guerra... si ha tanta paura... si è così felici di esser tornati sani e salvi dalla terra nemica...
HALBERSTAM. Vede dunque, se si rammenta piano piano... 
ELFRIEDE RITTER. Ma certo, caro dottore. Capirà, il primo impeto di gioia al ritrovarmi nella vostra amata Vienna... tutto quel che uno ha subìto lo si vede color rosa, per un  attimo solo, naturalmente... ma poi... si è ripresi dall'indignazione, dall'amarezza... 
HALBERSTAM. Lo vede, noi lo sapevamo fin dal primo momento...
FUCHSL (scrive). Indignazione e amarezza prova ancora oggi l'artista quando ripensa ai supplizi subìti, e appena il primo impeto di gioia al ritrovarsi nella metropoli cede il posto ai tristi ricordi. (Si rivolge a lei) Allora, è vero adesso?
ELFRIEDE RITTER. Sì, signori, questa è la verità... sapete, ero ancora sotto l'impressione... si ha tanta paura, si è così... 
FUCHSL. Aspetti... (Scrive) Ancora intimorita, non trova il coraggio di parlarne. Nella terra della libertà soggiace ancora per un momento all'illusione di trovarsi in Russia, là dove ignominiosamente ha dovuto rinunciare ai diritti della persona, della libertà di opinione e di espressione. (Rivolto a lei) E' vero adesso?
ELFRIEDE RITTER. Oh, dottore, come sa cogliere i sentimenti più segreti...
FUCHSL. Lo vede?
HALBERSTAM. Allora, riconosce di aver sofferto...
FEIGL. Eh, ne ha passate!
FUCHSL. Che vuol dire "passate"? Ha subìto un vero e proprio martirio!
HALBERSTAM. E allora cos'altro serve, andiamo, non siamo qui per divertirci.
FUCHSL. Ovviamente, la conclusione la scrivo io in redazione. Allora... non dobbiamo temere una rettifica? Ci mancherebbe altro!
ELFRIEDE RITTER. Ma dottore!... Siete stati molto carini a venirmi a trovare. Tornate presto. Addio, addio. (Chiama) Grete! Gre-te!
FEIGL. E' davvero una persona ragionevole. Arrivederci, signorina. (Uscendo, rivolto agli altri) Dio sa quel che ha passato, e non ha il coraggio di raccontarlo a nessuno... poveretta!

Elfriede Ritter si accascia su una sedia e poi si rialza per disfare la valigia. Cambia la scena.

*Nagaika: frusta tartara e cosacca di cuoio intrecciato.
*Abendblatt: Giornale della sera. Titolo usato per le edizioni serali di vari quotidiani.
*Morgenblatt: Edizione antimeridiana del "Wiener Tagblatt".

(Il testo e le note sono tratte dall'edizione Adelphi del libro di Karl Kraus "Gli ultimi giorni dell'umanità".)

Quando si dice "la verità nuda e cruda".
Son passati 100 anni. E' cambiato qualcosa?
Basterebbe sostituire i nomi indicati con quelli di personaggi contemporanei (e la lista sarebbe infinita) per accorgersi amaramente che no, nulla è cambiato.
Se non in peggio forse.
Almeno per quello che riguarda il potere della stampa nel manipolare le masse.
Ma grazie al Cielo non siamo tutti "massa".
Qualcuno fuori dal coro permane e di queste letture si ciba perchè lo fan sentire meno solo, meno inattuale e lo spronano a proseguire lungo il suo cammino.
Il che - dati i tempi - non è poco.
Non lo è per nulla.

Francesca

PS: Dato che l'argomento mi interessa molto, qualcuno dei miei lettori saprebbe consigliarmi un libro sulla storia della prima guerra mondiale?  Grazie infinite.

PS2: Questo è il link all'articolo di presentazione del libro sul sito dell'Adelphi. Vi consiglio caldamente di leggerlo perchè il contributo di Canetti è imprescindibile.  Recensione "Gli ultimi giorni dell'umanità". 

sabato 17 marzo 2012

Indietro tutta!



E' inutile. Non lo si può negare.
Il qualunquismo, in ogni sua forma e manifestazione, è diventato la religione del XXI secolo.
L'unico modo per salvarsi da una simile "invasione" è staccare la spina a tutto.
Da Facebook ai telegiornali, dai quotidiani a qualunque - o quasi - stazione radiofonica.
Dopo aver fatto ciò ritornare ai vecchi sistemi di "approvvigionamento mentale":  pile di libri sulla scrivania, sul comodino, sul tavolo del soggiorno, sul divano, persino tra le lenzuola; qualche telefonata a chi sappiamo per certo conservi ancora una testa per pensare e non per dividere le orecchie; cd e dvd in abbondanza per i dopo cena. 

Chi crede ancora nella cosiddetta "informazione" continui a farsi inquinare la testa, l'umore e il corpo da spazzature mediatiche provenienti da ogni dove. 
Io ho smesso.
E a chi mi contesterà dicendo "Ah, ma così vivrai fuori dal mondo" risponderò: "Perchè, ora che sai che Berlusconi è stato salvato dalla galera per l'ennesima volta ti senti più cittadino del mondo o solo più incazzato? Io voglio VIVERLA la mia vita, non essere spettatrice di quella altrui, buona o mala che sia."

L'informazione non è tutto.
La Cultura lo è.
Bisogna REIMPARARE a chiamare le cose con il loro nome. 

Buona evoluzione a tutti.
Francesca

mercoledì 14 marzo 2012

Al Dio sconosciuto

Beethoven - Testamento di Heiligenstadt


Beethoven dà sempre quel senso di vertigine universale quando riesci a farlo risuonare dentro, al di là della tecnica, della peristalsi interpretativa e di qualunque polemica.
E' come farsi massaggiare la schiena da Dio.
Per giunta chiedendoGli di concederti il bis.

"Noi, esseri limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. 
E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza."
L. Van Beethoven - Lettera alla Contessa Von Erdody - 1815

Francesca

PS: Informo chi fosse interessato che domani l'orchestra del Teatro dell'Opera di Roma eseguirà la 4° e la 5° sinfonia di Beethoven diretta dal M° Pinchas Steinberg presso l'aula magna della Sapienza. Ore 20, ingresso libero.
A quel qualcuno che dovesse chiedere "Ci sarai anche tu?" rispondo: non ti resta che venire e verificare di persona!

PS2: Il titolo del blog è una citazione di un commovente romanzo di John Steinbeck che consiglio caldamente a chiunque sia in contatto con la sua componente spituale. A tutti gli altri è vivamente sconsigliato!
Buonanotte.

martedì 13 marzo 2012

5xMille



Oggi solo un'informazione di carattere personale sul presente blog.
Mi sembra un miracolo - a conti fatti - che i "numeri" siano quelli che sto per darvi (e non per dare).
Ma tant'è. 
Più di 5000 visite al mese, e non solo dall'Italia.
Chiedersi il perchè mi sembrerebbe ozioso.
Ma è una vittoria sul qualunquismo.
Di questo sono certa.
Ed è la testimonianza che in fondo la gente non è interessata solo a "farfalle" e reggiseni.

Forse si deve faticare un po' per riuscire a veicolare le proprie idee.
Ma il coraggio e la determinazione la spuntano sempre.
Francesca

lunedì 12 marzo 2012

Infinito ed oltre



Il mondo sta per cambiare.
Radicalmente.
Nessuno sa in che modo avverrà il cambiamento.
Non precisamente, almeno.
Ma di certo alcuni hanno le idee più chiare di altri a riguardo.
I "materialisti" - che non vedono ad un palmo dal loro naso perchè la loro esperienza umana li costringe a tanto - parlano di crisi economica, di fallimento definitivo del capitalismo, di guerre, di carestie et similia.
Gli "illuminati" invece parlano di sconvolgimenti cosmici, inondazioni, connessioni aliene, rivelazioni intra-dimensionali, apocalissi religiose, nuove consapevolezze filosofali.
Io taccio. 
Perchè sono giunta infine alla conclusione che comunicare il mio pensiero in modo orizzontale non sia  davvero utile a nessuno. Insomma, non ne vale proprio la pena.
Polemizzare, infine, a che scopo?
Per dar fiato alla bocca e averne di rimando le orecchie intasate di grida, insulti e farfanterie?

Conservo le mie opinioni per chi ha voglia di ascoltarle ed è in grado di intavolare un confronto serio, condito da rispetto reciproco e finalizzato ad una crescita interiore sostanziale.

Il resto è caparbio, protettivo silenzio.
Francesca

domenica 11 marzo 2012

Soliloquio



Io volevo solo un po' di normalità.
Una parentesi, un accenno di vita qualunque.
Non ho scelto io di essere come sono.
Ho solo scelto di sopravvivere a quello che - mio malgrado - ho dovuto vivere.
E il sopravvivere ha creato l'evoluzione.
E l'evoluzione ha creato quello che sono.
Non l'ho scelto io.
Non avevo nessuna scelta a riguardo.
Se non quella di morire.
Ed ora vengo punita perchè ho scelto di vivere, di evolvermi.

E se fossi stanca al punto da non sopportarlo più?
Sarebbe un mio diritto.
Di questo non ho dubbio alcuno.
Francesca

sabato 10 marzo 2012

Peccati di testa



Il mondo mi vuole snobisticamente blasè.
Ed io son ben disposta ad accontentarlo.

Francesca

Il mondo senza qualità



Il capitalismo è morto.
E noi balliamo sulle ceneri del postribolo che fu la sua dimora.
Incoscienti e folli, come streghe in attesa di giudizio.

Francesca

Remembrances



Era un sorriso abbagliante
quello che hai comprato da me,
la scorsa notte.
E ti stupisci ora del riso costernato
con cui oggi accolgo i tuoi baci?
Fredde son per me le tue labbra
e non hanno calore
le tue braccia elleniche.
Hai confuso la pista dei canti
e la voce mia consunta dal delirio
non ha armonici riconoscibili
per il tuo udito straniero.
Sono sbocciata nelle tue mani
e presto appassita,
come fiore senza terra né sole.
Ho perduto.
Hai perduto.
Solo una sconfinata tenerezza fra noi
ci consegna il presente
e un paziente risveglio.

Notte tra il 14 e il 15 ottobre 2010
Francesca

venerdì 9 marzo 2012

Follie alchemiche



Il processo osmotico di cui sono perennemente vittima nei confronti di qualunque forma d'arte mi trasforma in una spugna umana.
E rispetto a questo bizzarro processo cognitivo non riesco ad avere mai alcuna protezione. 
Perciò è di fondamentale importanza scegliere bene di cosa nutrirmi!
O correrei il rischio di trasformarmi in un'attricetta da cinepanettone.
Bleah! Disgusto maximo....

Francesca

giovedì 8 marzo 2012

Elegia


Celebrare  l'8 marzo è come celebrare un inno alla violenza, al sopruso, alla vessazione sociale e razziale.
L'8 marzo dovrebbe essere non una "festa" ma un momento di riflessione come il giorno della memoria o il giorno dedicato alla commemorazione dei defunti.
Perchè di fatto l'8 marzo è questo: una commemorazione.
La commemorazione di un gruppo di operaie che nel marzo del 1908 indirono uno sciopero a New York contro lo sfruttamento del lavoro femminile, contro le condizioni in cui la donna era costretta a svolgere il proprio dovere dai padroni e dal sistema maschilista della cosiddetta "civ(n)iltà moderna".
A seguito di tale sciopero le donne vennero rinchiuse in modo coatto nella fabbrica proprio l'8 marzo.
Scoppiò un incendio. Tutte le uscite erano state sprangate dall'esterno.  
Come conseguenza 129 di esse morirono tra le fiamme.
Le donne di quello storico sciopero non erano solo americane: molte di essere erano immigrate e fra di loro si contavano anche delle italiane.
Ora ditemi: cosa c'è da festeggiare?
C'è da riflettere, da porsi dei quesiti che siano fautori di un nuovo grado di evoluzione e di civiltà da parte dell'umanità intera nei confronti delle donne e di tutte quelle minoranze vittime di abusi e indiscriminata ingiustizia.
Forse c'è anche da piangere, se consideriamo che sono passati più di 100 anni e in molti aspetti - soprattutto morali e di potere - la condizione della donna NON E' affatto diversa da allora.

Quindi siete avvertiti. 
Al primo che mi fa gli auguri prometto che il prossimo 2 novembre verrà contraccambiato. 
Magari proprio con un mazzo di mimose.

Francesca

mercoledì 7 marzo 2012

Gnòsis



A volte in questa vita più ti senti solo e più sai di aver fatto la cosa giusta.

Francesca

EurUomo




Stamattina mi sono ritrovata a fare la seguente riflessione.
Noi siamo abituati a considerare il denaro come il simbolo del capitalismo.
Ma questo - ormai - è un pensiero obsoleto che poteva forse valere all'inizio dell'era dominata dalla logica della domanda e dell'offerta.
Ora il concetto si è evoluto: ora il vero denaro siamo noi.
Sì, siamo noi, gli esseri umani, che andiamo in giro con un valore arbitrariamente stabilito stampato in fronte.
E tale valore ci viene assegnato dalla cosiddetta "società" a seconda del nostro ruolo, del nostro "potere", della nostra situazione finanziaria, della nostra capacità di emergere dalla massa.
Secondo questo concetto una cassiera di supermercato avrà stampata in fronte la cifra : 10 euro.
Un pittore o uno scrittore: 15 euro.
Un bancario: 30 euro.
La prima parte di un'orchestra: 60 euro.
Il proprietario di un'azienda di medie proporzioni: 100 euro.
L'amministratore delegato di un grosso marchio: 500 euro.
Il politico di professione: 1000 euro.
La star del cinema: 10000 euro.
Un capo di stato del nord Europa: 100 mila euro.
Un qualunque invitato del gruppo Bilderberg: 1 milione di euro.
Il barbone accasciato sulla panchina: - 20 euro. 

In un panorama così agghiacciante il lato peggiore della questione consta nel fatto che ciascuna delle persone sopra elencate "sente" dentro di sè di valere quella cifra, ne è convinta nel profondo e non trova nessuna stranezza nell'attribuire un costo preciso al proprio essere "umano".

Ora. 
Compresa una simile realtà mi sembrerebbe alquanto banale star qui a gridare il mio essere estranea alla questione. 
Perchè in fondo la tentazione di essere "normale" appartiene a tutti, me compresa. 
Anche se si riesce a vincerla, anche se si è consci di doverla combattere; anche se ci si libera da certe catene coltivando la pazienza e l'amore per la propria vera umanità.

L'unica e sola domanda sensata che mi viene spontaneo porre in simili circostanze è :
voi - tutti voi -  l'avete mai vista la cifra che portate stampata in fronte?

Francesca


Essence or existent?



Eccoci qui. 
Fresa in funzione all'esterno per levigare il mondo e i balconi del condominio.
Un senso di inquietudine che fa soffriggere la pelle a fuoco lento.
E molti doveri da espletare, compreso quello - amaro - di metter mano alla 4° di Beethoven.
Intanto in Val di Susa poliziotti di origine napoletana in tuta antisommossa entrano dentro bar chiusi dove sono riunite persone inermi e disarmate, spaccando vetri e anche qualche testa.
E il mondo autocratico si appresta a sferrare il proprio attacco all'unica realtà ancora libera: la rete.
Perchè - come hanno insegnato bene Hitler e Berlusconi - con l'assenza totale di informazioni alternative si comanda meglio e più a lungo, pur nutrendo il popolo bue di menzogne condite con acqua di rose. 
In ogni caso siamo sempre nel 2012. 
Ce ne hanno parlato talmente tanto - e hanno girato a riguardo un numero tale di pellicole - che ormai siamo assuefatti a considerare questo "evento" quasi come se fosse stato creato da Hollywood. 
E quindi non gli prestiamo più l'attenzione che merita.
Hanno ribaltato la realtà. E sono stati efficaci nel loro lavoro, come sempre.
Non mi dilungherò su questo argomento.
Perchè ciascuno deve navigare sul fiume che gli è consono e forzare la mano sarebbe comunque deleterio e non porterebbe ad alcun risultato.
Purtroppo.
La saggezza a volte si scontra con l'istinto.
In alcuni momenti vorrei poter sollevare l'umanità e abbracciarla come fosse un cucciolo da difendere e proteggere. Ma subito dopo mi accorgo che questo desiderio - "Umano, troppo umano" avrebbe scritto qualcuno - è profondamente errato.
Ad ognuno la sua libertà.
Anche di non sapere, di non capire, di non riuscire a guardare oltre.
Non certo per punizione, ma solo per mancata presa di coscienza.
Nessuno può fare il Lavoro al posto di qualcun altro.
Ogni individuo ha in sè questa grande responsabilità verso il proprio cammino.
La Luce è qualcosa che si trova mentre La si cerca.
Non può mai essere regalata a colui che non La desidera.
Perderebbe in toto il Suo valore, la Sua essenza e la Sua scintilla di divinità.

Francesca

martedì 6 marzo 2012

Profondo Blu



PREGHIERA DELLA SERA

Dio ti scongiuro, salvaci dagli autoreferenziati.
Francesca

Lampi di Fuoco


A FRANCO GALLO PER LE SUE PAROLE, LA SUA FIDUCIA E IL SUO CAMMINO DI LUCE

Cosa crea il Movimento nella Vita?
Cosa induce il Cambiamento?
La consapevolezza.
Di essere non solo ciò che si è ma di avere anche uno scopo da perseguire.
Per anni ho creduto saggio tacere a me stessa la Verità perchè scomoda, forse irrazionale e perlopiù  incomprensibile.
Ma non si può mettere le mani sulla bocca della propria Anima per sempre.
Non si fa altro che inquinare la mente, il corpo e lo spirito.
Sono stata per gran parte della mia vita ciò che gli altri si aspettavano da me: la brava e giudiziosa violinista che vuole fare carriera perchè ne ha le capacità.
Beh, c'è una grande novità.
Non sono affatto attratta dall'idea di fare carriera, non alle condizioni di questo mondo musicale almeno. Ricoprire un ruolo di "prestigio" per il gaudio delle tasche e il riconoscimento sociale non è nei miei interessi, non lo è mai stato.
Ciò che veramente mi è sempre stato a cuore è esprimere ciò che sono, in tutti i modi che la natura mi ha concesso. E ringraziando Dio questi modi sono diversi, sfaccettati e molteplici.
Il famoso "posto fisso" per me rappresenterebbe l'autentica morte dell'anima.
La prospettiva di dovermi alzare tutte le mattine e dovermi recare sullo stesso luogo di lavoro per i prossimi 30 anni mi distrugge fisicamente e psicologicamente in un modo che neppure sono in grado di descrivere.
Ci sono persone nate per la "quotidianità". Ed io le rispetto.
Ma non sono - e non sarò mai -  una di esse.
Il "nomadismo" intrinseco alla mia natura mi costringe ad esplorare ogni lato dell'esistenza da un punto di vista sempre differente e con modalità diverse.
Ecco perchè sono tanto restìa alle definizioni, soprattutte quelle relative alla mia persona.
Quando qualcuno mi chiede "Tu sei violinista?" di solito mi ritrovo a fare un balzo sulla sedia e in preda a  dissociazione mentale  mi ascolto rispondere: "No, io SONO Francesca e faccio ANCHE la violinista".
C'è una bella differenza. 
Perchè la mattina -  la mattina di un giorno qualsiasi - quando mi sveglio non so mai esattamente quale mezzo sentirò più consono per esprimere davvero chi sono: se la musica, la scrittura, la pittura, la cucina o il calarmi nei panni di un personaggio per un film o una recita teatrale. 
Qualcuno oserà dire: sì, ma bisogna fare i conti con la realtà, a meno che tu non sia miliardaria.
Rispondo ad una tale obiezione in questo modo: il Cosmo mi ha concesso tutte queste doti meravigliose. Se avesse voluto che vi rinunciassi per percorrere una strada comune me le avrebbe regalate? Credo di no. Quindi - in fondo - non sta solo a me assumermi le responsabilità della mia vita ma anche all'Energia che intorno a me circola e che in qualche modo io - per timore di "fallire" - ho frenato per così tanto tempo.
Non ho voluto vedere, non ho saputo ascoltare solo perchè frenata dalla paura e dal senso di colpa, due nemici tanto crudeli quanto pericolosi.
Ora il mio coraggio è cambiato. Si prende cura di se stesso e del mio futuro. 
Non so dove mi troverò domani o quali avventure mi toccheranno in sorte.
Di certo so dove non vorrò mai essere.
Il che è già un buon inizio.

"Per la verità, ho vissuto intensamente ma senza mai potermi integrare all'esistenza. La mia marginalità non è fortuita, ma essenziale. (...) Sono un apolide metafisico, un po' come quegli stoici della fine dell'Impero romano che si sentivano "cittadini del mondo", il che è come dire che non erano cittadini di nessun luogo."
Cioran docet.

Francesca


lunedì 5 marzo 2012

Help!!!



Questa mattina sento l'impellente necessità di chiedere aiuto ai miei lettori.
Stanotte ho sognato di tirar fuori il mio violino dalla custodia e mentre lo tenevo in mano per farlo vedere ad un consesso di persone riunite intorno a me lo strumento ha cominciato a suonare da solo, riproducendo una bellissima musica.
Oltre al fatto che sono pazza - e questo si sa - qualcuno esperto del settore saprebbe dirmi cosa il sogno potrebbe significare?
Vi ringrazio di cuore!

Francesca

sabato 3 marzo 2012

Où et pourquoi



Mai creduto nel sabato sera.
Nemmeno quando avevo 20 anni.
Figuriamoci ora che ne ho 35!
Evito ristoranti, cinema e qualsiasi luogo pubblico che d'un tratto diventa teatro di quella che più che un'uscita di piacere sembra ormai incarnare in toto "l'ora d'aria" dei carcerati. 
Quindi sì, il sabato resto "casalinga", magari davanti ad un libro di Cioran o ad un abbozzo di acquerello.
E pensate che miracolo: ancora non mi sono suicidata per questo!
Dà da pensare...


"Il cristianesimo è spacciato, ma anche la storia lo è. L'umanità ha imboccato una brutta strada. Non è forse insopportabile questo brulicare di uomini che prendono il posto di tutte le altre specie? Finiremo per diventare una sola e unica metropoli, un universale Pére-Lachaise. L'uomo insozza e deturpa tutto ciò che lo circonda, e lui stesso sarà colpito molto duramente nei prossimi cinquant'anni".
Cioran - Un apolide metafisico - Intervista con F. Bondy del 1970

Francesca


giovedì 1 marzo 2012

Horizon


A VINCENZO

Tornare a casa dopo un'esperienza profonda che segna in modo definitivo il proprio cammino è sempre cosa ardua.
Ci si sente tramortiti e scardinati, sospesi come su un ponte tibetano tra la vita di ieri e quella di oggi.
Tutto sembra diverso: le prospettive, le speranze, gli umori, i sogni.
E forse non solo sembra ma è di fatto diverso.
Perchè quando un disvelamento cosmico apre un orizzonte tanto imprevisto la vita cambia, che lo si voglia accettare o no.
Da questi 5 giorni baresi e dall'esperienza sul mio primo set cinematografico ho capito semplicemente  una cosa: che io voglio fare l'attrice.
Intendiamoci. Non perchè fare l'attrice sia - come spesso accade di pensare - simbolo di ricchezza o visibilità ma perchè interpretare un ruolo davanti ad una macchina da presa è stata una delle esperienze più emozionanti e complete sotto ogni punto di vista che mai mi sia capitato di affrontare.
E faticosa. Oh sì, dannatamente faticosa.
Alla fine delle riprese - tra il freddo e la stanchezza - quasi avevo dimenticato il mio nome.
Ma pur nella tramortita incoscienza mi sentivo felice e piena, come forse si può sentire uno scalatore quando dopo giorni di arrampicata guadagna infine la vetta della montagna.
Se il Cosmo, nella sua divertita ed ironica complessità, è stato capace di portarmi in modo del tutto fortuito fino a Bari, forse ha in mente dell'altro per me. 
Per la prima volta dopo tanti anni ho la forza, il coraggio e anche l'incosciente audacia di augurarmi con tutta me stessa che sia davvero così.
Ovviamente il mio pensiero dolce corre verso coloro che hanno reso possibile il realizzarsi di questa magnifica esperienza. In particolare la mia gratitudine va al regista che, compiendo un azzardo basato sull'intuizione, ha richiesto la mia presenza sul set pur senza avermi mai conosciuto in precedenza.
Non sta a me - e di certo non in questa sede - commentare il risultato dei miei arzigogoli interpretativi.
Il pubblico e le giurie decreteranno, nonchè gli addetti ai lavori del nostro lavoro barese, se posso avere una possibilità futura in tale direzione.
Per il momento mi godo la sensazione piena e vitale di avere come intrapreso il vero cammino della mia vita.
Di aver trovato - dopo tanto peregrinare anche a vuoto - un senso a tutto ciò che ho imparato, per cui ho sperato, per cui ho lottato, sofferto e vissuto.

Perchè recitare - in fondo - non è che portare in scena i drammi e le spensierate ricchezze della propria vita, senza inutili compromessi.
Francesca