martedì 2 novembre 2010

Riflessioni politiche


Ieri pomeriggio, conversando amabilmente su fb e parlando dei miei progetti di "fuga" verso un altro paese, sono stata sgridata. Bonariamente, intendiamoci. Ma a dire il vero  l'accusa velata di diserzione è arrivata in profondità. E da allora lavora con strumenti propri, scavandosi una tana perniciosa all'interno della mia coscienza.
Viviamo tempi terribili. Inutile certo nascondersi dietro la pubblicità delle merendine e delle auto costose.
Viviamo in modi terribili, aggiungerei. Leggendo "Germinal" (un libro che consiglio a tutti indistintamente) si vive la profonda contraddizione di essere in un mondo che nemmeno più ha coscienza dei propri privilegi, se considerate mangiare tutti i giorni un privilegio, se vivere in un casa dove se avete freddo accendete i termosifoni è un privilegio, se scegliere un compagno per la vita con una logica diversa dalla necessità e dalle contingenze è un privilegio, se non doversi alzare alle 4 ogni mattina in una stanza con altre 5 persone e andare a lavorare per 8 ore in un buco di carbone, è un privilegio.
Noi tutti abbiamo una responsabilità, una responsabilità che probabilmente ciascuno di noi ha dimenticato.
Ossia quella di rendere conto di tali privilegi e di onorarli, perchè ai nostri antenati sono costati sudore, lacrime, fatica e nella maggior parte dei casi la vita stessa.
La nostra opulenza e il nostro benessere sono figli diretti di generazioni di schiavi, schiavi della fame, della povertà e della miseria, una miseria indicibile tali sono la sua vastità e il suo orrore.
Ed ora tutti noi brancoliamo come lupi per avere il cellulare di tendenza, la villa in collina, la donna più avvenente, trasformando così anche le persone in "merce", in qualcosa da possedere per poterla esclusivamente  esibire, come in uno zoo.
E questo infatti è diventata la nostra società: uno zoo con gabbie invisibili, in cui le persone si scannano per il superfluo dimenticando tutto ciò che li ha condotti fino a quel punto, dimenticando il proprio essere umani, il valore del proprio essere vivi, la capacità di giudizio e il senso della critica.
Nessuno critica più nessuno. Nemmeno quando palesemente si commettono delle barbarie evidenti: tutto è giustificabile in nome del "possesso", dell'apparire, del "successo".
Ma cosa vuol dire avere successo? Andare in tv?
Questo lo potrei anche concepire. Ma la domanda immediatamente successiva è: andare in tv per COSA?
Io concordo che ogni società debba avere dei modelli, degli esempi a cui guardare. E la televisione è sicuramente un mezzo fantastico per far arrivare tali esempi in tutte le case. Ma mi chiedo: da quando dei modelli sensati sono stati sostituiti con esempi completamente inconcepibili tale è il loro non-senso?
Continuiamo a dire ai nostri figli e alle nostre figlie che i modelli proposti dalla tv sono sbagliati: questo è un errore magistrale! Perchè in realtà non sono modelli sbagliati, sono semplicemente dei non-modelli, dei modelli senza senso! E come degli automi ripetiamo : "Andare in tv al Grande Fratello è sbagliato! Diventare "famosi" grazie ad un'isola o al fatto che ti metti in tanga davanti ad una telecamera è un errore!"
Non è con questo messaggio che convinceremo qualcuno. Più si dice che un atto compiuto è un errore e più quel qualcuno che lo compie - e altri milioni dietro di lui - vorranno perseverare nel loro proposito.
Provate a sostenere invece che quello che fanno non ha senso, ridete con amore di loro. E la situazione cambierà. Proveranno una vergogna inaudita e forse questo farà scattare nelle loro menti il senso della critica, prima verso se stessi e poi verso il prossimo.
Tutti - o molti - si accaniscono contro Berlusconi, lo odiano e al contempo lo invidiano, ne hanno fatto una bandiera etica.
Io ho imparato a riderne. Una bandiera etica? Ma come può un uomo del genere essere una bandiera etica, nel bene o nel male?
Egli è semplicemente ciò che l'occhio ha smesso di vedere: un ometto piccolo piccolo, calvo e senza amici, senza morale e cultura, un uomo da compiangere perchè ha la sfortuna di essere ciò che è. E siccome lui internamente conosce il proprio status e bene sa che sarebbe stato impossibile evolversi, invece di innalzarsi ha compiuto l'operazione inversa: ha "abbassato" il mondo al suo livello.
Sì, Berlusconi è un uomo sfortunato che ha trascinato un intero paese nella sua sfortuna.
Ed ora noi da tale sfortuna siamo accecati perchè abbiamo fatto nostri i valori del non-senso.
Ma non è un'impresa impossibile svegliare le coscienze.
Basta munirsi di molti specchi e far vedere a ciascuno ciò che realmente è, dietro il rossetto e le calze a rete, dietro il completo da ufficio, dietro la macchina sportiva: è una persona, un essere umano malato a cui hanno strappato i sogni per sostituirli con uno spot televisivo, a cui hanno incenerito la capacità di vedere e amare una donna o un uomo sinceramente, a cui la società ha imposto una prigione senza odore in cui dimenarsi come un folle fino alla morte.
C'è speranza. Io ne sono convinta.
Mi è stato consigliato di far vedere a tutti questa speranza.
Non so ancora se lo farò, non so ancora se deciderò di mettere la mia vita al servizio del mio paese e della mia gente e di lottare per essi onestamente, con ogni fibra del mio essere.
Di una cosa però sono certa: se dovessi farlo porterei avanti il mio proposito fino alla fine, senza rimpianti e con molta forza ed infiniti sorrisi tra le lacrime.

Francesca

1 commento:

  1. ...oggi si parla del futuro, ma il futuro non esiste, il futuro è un involucro vuoto, guai a chi lo riempie...noi però ce ne freghiamo di queste direttive...ti voglio bene!

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