giovedì 18 novembre 2010

Polaroid invernale


Piero Ruggeri
Il mattino sa ancora di lenzuola calde e desiderio di caffè inespresso.
Le tapparelle serrate mi inchiodano ad una notte che pare non voler finire.
Ed io mi rifugio scaltra tra parole e coperte,
aspettando il risveglio dell'inquieto neurone.
Tutto il mio corpo duole quest'oggi:
celebra la ferita aperta dal dolore di ieri,
un dolore lacerante e intrepido, insonne e violento.
Silenzio.
Solo il ticchettìo di un orologio turba la quiete della stanza in penombra.
Vorrei potermi alzare da questo letto che mi fa prigioniera
e inoltrarmi nella vita senza pensieri.
Così non è.
Resto immobile, paralizzata dall'aspettativa e dalla fredda nudità del mio volo.
Scavando nei sogni si trova la linfa che giace
in attesa della primavera.

Buona giornata a tutti
Francesca

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