Capita, alcune volte, di fermarsi a riflettere su ciò che è stata la propria vita,
ai sacrifici, alle battaglie vinte e perdute, al senso che ogni giorno si è faticosamente cercato di conquistare, senza arrendersi mai.
Magari in alcuni giorni si è avuta paura, la paura atavica e primordiale di svanire nel nulla senza lasciar traccia o memoria di sè. Altri giorni ci si è alzati a fatica dal letto pensando solo: "A che pro?" mentre la nebbia saliva da dentro ad offuscare l'anima incrinata come una tazza di ceramica sbattuta al suolo. Altri giorni ancora invece la vita fluiva imponente nelle vene e la mente aveva il controllo lucido su ogni singolo respiro od emozione, su ogni particella dell'universo che si percepiva come annessa al proprio cosmo interiore: un intricato ammasso di molecole che coincidevano con l'infinito, racchiudendo nella propria essenza il manifestato e il non-manifestato. La particella di Dio, la visione di sè oltre il sè.
Oggi è uno di quei giorni.
Nuoto in un magma denso che è la marea stessa dei miei pensieri. In essi riconosco la mia identità perchè altri mi hanno chiamata per nome, altri hanno acconsentito a riconoscere ciò che lo specchio riflette da sempre. Il mondo ha "veduto" la mia vita ed ora trabocco - come una caraffa - di vino buono.
Lo spazio - tempo si è fermato, lacerato e ricomposto in un istante che è durato milioni di anni. Attraverso la sua ferita l'Amore è uscito per intero, virginale ed intonso, uno zefiro d'aria pura.
Oggi io non vivo. Sono.
E la stasi coincide con l'evoluzione dai secoli nei secoli.
Uno sguardo circolare che abbraccia l'uomo nel passato per il futuro.
Francesca
......Tu sola sapevi che il moto non è diverso dalla stasi,
RispondiEliminache il vuoto è il pieno e il sereno è la più diffusa delle nubi......
Francesca! Sei la creatura più ricca interiormente che io abbia mai incontrato...
Buon week end!
Caro Franco,
RispondiEliminasempre e ancora grazie di essere così aperto e vivo verso di me.
Ti auguro la più dolce delle notti d'autunno.
Francesca