sabato 13 novembre 2010

Home sweet home




Eccomi qui.
Sono tornata.
Come al solito malinconica dopo aver lasciato la Sicilia, dopo aver rivisto le pendici innevate dell'Etna e aver goduto del panorama prodigioso che si osserva dalle alture di Castelmola e Taormina.
Sono tornata stringendo una targa con il mio nome inciso sopra.
E' strano. Dopo tanti anni dedicati alla musica un riconoscimento doveva giungermi da un settore così distante. Certo, l'arte è sempre arte ma mi sembra così bizzarro essere stata premiata per le mie doti letterarie (o presunte tali...) e non per quello a cui in fondo ho dedicato una intera vita di studi e sacrificio.
I miei detrattori direbbero che probabilmente il mio talento violinistico non lo merita, non è sufficiente a giustificare un riconoscimento ufficiale.
Ma io non credo sia così semplice.
In questi ultimi avvenimenti io leggo ancora una volta l'assurda complessità della vita, i suoi endemici meccanismi sconosciuti in cui noi - povere creature - annaspiamo nella speranza di conquistare prima o dopo il conforto di una visione chiara, di un'illuminazione che possa indurci a mettere il successivo passo su di un terreno solido piuttosto che nelle paludi dell'incertezza e del dubbio.
Da parte mia ho valicato questa speranza non trovandola più così interessante, dopotutto.
Ormai ho una visione d'insieme più vasta che mi permette di vedere al di là del Bene e del male, dei successi o delle asperità del destino che possono riguardare la vita di un singolo individuo.
Cosa sono fama e ricchezza in confronto ai benefici concessi da un viaggio perenne?
Il viaggio alla scoperta di sè e del prossimo, alla ricerca di Verità sconosciute, dell'origine del cosmo e della sua meta, questo è il solo vero significato della vita dell'uomo.
Non esiste alcuna celebrazione od ostentazione personale che possa reggere il confronto con il senso ultimo di ogni cosa, della propria esistenza e del tutto in cui essa nuota.
Dunque ricomincio da qui, dall'umiltà di una vita quotidiana a volte difficile, dai miei incolmabili limiti, dal confine che sento palpabile intorno a me e che ogni giorno riesco a spostare qualche centimetro più in là grazie a sforzi inauditi, alla gioia e al dolore, grazie all'impegno e alla noia, poichè è nell'Equilibrio che si gioca la partita con Dio.
Non esiste infatti libertà più grande che quella dell'infinito sapere che da "essente" fuori di noi ogni giorno riusciamo a far coincidere un po' di più con la nostra stessa essenza.
Giovanni Apostolo scriveva: "Dio è Amore; chi sta nell'Amore dimora in Dio e Dio dimora in lui".  Se nella parola Amore noi riuscissimo a vedere quel "primo Amore" di cui parla Dante nel suo III° canto dell'Inferno, ossia lo Spirito Santo che crea e conduce la Vita, vedremmo bene che Giovanni ha fornito materia di riflessione ben più profonda di quello che vogliono farci intendere. Amore è sinonimo di Intelligenza Divina e per spiegarlo con le parole di un filosofo dell'antichità che in materia la sapeva assai lunga : "Poichè il Bello coincide con il Bene, così Eros è forza che eleva al Bene, e l'erotica si rivela come una via che porta all'Assoluto" (Platone - Simposio).

Francesca


3 commenti:

  1. Bentornata. Legga "Amuleto", di Roberto Bolaño (edizioni Adelphi).

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  2. Grazie mille per il suo suggerimento.
    Buona giornata.
    Francesca

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  3. ...chi sa fa!

    Per ora il prosecco me lo bevo io...poi vedremo...

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