Credo che le Donne italiane dovrebbero cominciare ad arrabbiarsi seriamente.
Credo che forse dovrebbero iniziare ad indossare un burka quando cercano lavoro, quando vanno ad un colloquio, e farsi un intero book fotografico con tanto di passamontagna da presentare ai vari datori di lavoro, o meglio, datori di "stipendio" come diceva saggiamente Grillo (io fornisco il lavoro e tu mi paghi per il mio lavoro!).
Credo che le Donne dovrebbero iniziare a differenziarsi dalle donne.
Perchè è innegabile che ormai in questo paese esistano due categorie distinte di persone appartenenti al genere femminile: quelle che la danno e quelle che se la tengono.
Più chiaramente di così non saprei spiegarlo.
E allora credo che sia giunta l'ora che le Donne che se la tengono mostrino al mondo il loro potenziale e quanto la società in cui viviamo stia perdendo a causa dello strapotere dell'altra fazione.
Uso temini militareschi. Mi si chiederà: siamo forse in guerra?
Sì, lo siamo.
Se per guerra si intende che una Donna debba lottare quotidianamente per venire rispettata in quanto essere umano che vive e lavora, sì siamo in guerra. Perchè ciò che in altre nazioni è scontato - ossia il rispetto dell'individuo a prescindere da sesso, religione e status sociale - da noi è un fatto quasi mitologico.
E coloro che si piegano alla corruzione dilagante - ognuno a suo modo, abbassando le mutande o pagando una tangente o strisciando come un verme ai piedi del "potere" - sono di gran lunga in numero maggiore di coloro che resistono e agendo in base a principi ormai desueti pagano ogni giorno il prezzo della loro silenziosa rivolta.
Mi chiedo dunque quanto giusto sia rimanere ancora in silenzio.
Mi chiedo quanto giusto sia tollerare gli ammiccamenti e le provocazioni insidiose per amore della "tranquillità".
Mi chiedo quanto giusto sia rimanere inerti, o fuggire verso un nuovo Eldorado.
Me lo chiedo con insistenza e vorrei trovare una risposta che però non riesce a venire.
Forse quando smetterò di chiedere la risposta verrà da me.
"Ad altri rendendo servigio,
per il vero diritto del mio ufficio,
da povera candela qual sono,
mi consumo e mi struggo.
Chi da buon padrone
si aspetta buona ricompensa,
si impegni in un simile servigio,
e ne riceverà profonda mercede.
Ma chi si piega ad un malvagio
ne trarrà solo lacrime e pianto.
Ed egli va, privo di onori e d'arte,
perchè rendendo a qualcuno cattivo servigio
non si impara altro che peccato e vizio
e si ricevono solo travagli.
E molto spesso la gioventù dell'uomo,
sotto un tale padrone, perisce e si consuma.
E infine tutti di lui si fanno beffe."
Francesca
Bravissima Francesca, pensieri puri i tuoi, di grande profondità emotiva, e tutt'altro che superflui.
RispondiEliminaCi consumiamo lentamente, al servizio del potere, nell'amore per l'Arte, ma restiamo accesi nella nostra intoccabile dignità.
Alessio
Prova a leggere della convection di Firenze indetta dal sindaco Renzi: sarà poco ma è sempre qualcosa. Il problema vero è che i baroni non mollano, perchè fra i giovani già da tempo qualcuno si muove!!! E' la solita Italietta.
RispondiEliminaComplimenti per le tue attività artistiche, non mollare.
Livia M