mercoledì 3 novembre 2010

Luci nel Vento


Credo che le Donne italiane dovrebbero cominciare ad arrabbiarsi seriamente.
Credo che forse dovrebbero iniziare ad indossare un burka quando cercano lavoro,  quando vanno ad un colloquio, e farsi un intero book fotografico con tanto di passamontagna da presentare ai vari datori di lavoro, o meglio, datori di "stipendio" come diceva saggiamente Grillo (io fornisco il lavoro e tu mi paghi per il mio lavoro!).
Credo che le Donne dovrebbero iniziare a differenziarsi dalle donne.
Perchè è innegabile che ormai in questo paese esistano due categorie distinte di persone appartenenti al genere femminile: quelle che la danno e quelle che se la tengono.
Più chiaramente di così non saprei spiegarlo.
E allora credo che sia giunta l'ora che le Donne che se la tengono mostrino al mondo il loro potenziale e quanto la società in cui viviamo stia perdendo a causa dello strapotere dell'altra fazione.
Uso temini militareschi. Mi si chiederà: siamo forse in guerra?
Sì, lo siamo.
Se per guerra si intende che una Donna debba lottare quotidianamente per venire rispettata in quanto essere umano che vive e lavora, sì siamo in guerra. Perchè ciò che in altre nazioni è scontato - ossia il rispetto dell'individuo a prescindere da sesso, religione e status sociale - da noi è un fatto quasi mitologico.
E coloro che si piegano alla corruzione dilagante - ognuno a suo modo,  abbassando le mutande o pagando una tangente o strisciando come un verme ai piedi del "potere" - sono di gran lunga in numero maggiore di coloro che resistono e agendo in base a principi ormai desueti pagano ogni giorno il prezzo della loro silenziosa rivolta.
Mi chiedo dunque quanto giusto sia rimanere ancora in silenzio.
Mi chiedo quanto giusto sia tollerare gli ammiccamenti e le provocazioni insidiose per amore della "tranquillità".
Mi chiedo quanto giusto sia rimanere inerti, o fuggire verso un nuovo Eldorado.
Me lo chiedo con insistenza e vorrei trovare una risposta che però non riesce a venire.
Forse quando smetterò di chiedere la risposta verrà da me.

"Ad altri rendendo servigio,
per il vero diritto del mio ufficio,
da povera candela qual sono,
mi consumo e mi struggo.
Chi da buon padrone
si aspetta buona ricompensa,
si impegni in un simile servigio,
e ne riceverà profonda mercede.
Ma chi si piega ad un malvagio
ne trarrà solo lacrime e pianto.
Ed egli va, privo di onori e d'arte,
perchè rendendo a qualcuno cattivo servigio
non si impara altro che peccato e vizio
e si ricevono solo travagli.
E molto spesso la gioventù dell'uomo,
sotto un tale padrone, perisce e si consuma.
E infine tutti di lui si fanno beffe."

Francesca

2 commenti:

  1. Bravissima Francesca, pensieri puri i tuoi, di grande profondità emotiva, e tutt'altro che superflui.
    Ci consumiamo lentamente, al servizio del potere, nell'amore per l'Arte, ma restiamo accesi nella nostra intoccabile dignità.
    Alessio

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  2. Prova a leggere della convection di Firenze indetta dal sindaco Renzi: sarà poco ma è sempre qualcosa. Il problema vero è che i baroni non mollano, perchè fra i giovani già da tempo qualcuno si muove!!! E' la solita Italietta.
    Complimenti per le tue attività artistiche, non mollare.
    Livia M

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