sabato 4 dicembre 2010

Prospettive


C.D. Friedrich - "Donna alla finestra"

Stamattina mi sono svegliata pensando alla proprietà.
Cosa esiste dietro al significato di "possedere" qualcosa o qualcuno?
Di certo l'illusione di tenere per sè un altro essere umano è una trasposizione chiara ed efficace delle nostre più profonde insicurezze, un tentativo goffo e confuso di "mettere in cassaforte" l'affetto o la vicinanza di persone che riteniamo importanti per paura che prendano il volo e ci lascino senza neanche occhi per piangere.
Ma non esistono casseforti sufficientemente capienti e solide per quel genere di possesso.
Per questo non credo nel matrimonio, nei "contratti", nelle promesse eterne.
Io non posso sapere come mi sentirò domani, come posso prevedere come mi sentirò fra 20 anni?
L'unica cosa che un essere umano può promettere è che - nonostante la fatica e i sacrifici - non smetterà di lottare, che si impegnerà verso l'altro con tutto se stesso, che non cederà al facile impulso di aprire la porta e scappare via. Ma a parte questo, nessuno può prevedere l'esito di un tale impegno.
Dobbiamo arrenderci all'evidenza che gli affetti sono fragili come vetro e che è necessario trattarli con cura per evitare che si infrangano miseramente. Forse - e dico forse - partendo da questo presupposto si farebbe più attenzione e si eviterebbe di muoversi all'interno dei rapporti umani come elefanti in una cristalleria.
In moltissime occasioni mi sono accorta di essere stata ferita dai miei simili a causa di quella che chiamiamo "disattenzione": ma è poi men grave la disattenzione della scaltra ruberìa?
Nei confronti di un ladro cosciente posso nutrire la speranza ch'egli si ravveda un giorno, se davvero crederà ne valga la pena. Ma nei riguardi di un cleptomane sonnambulo, che speranze si possono avere?
E quanti sonnambuli ho incontrato sulla mia via! Persone talmente intrise di sonno da non rendersi neppure conto se camminavano nella direzione di casa o in quella opposta. E si perdevano dietro a mille giustificazioni solo perchè non potevano fermarsi a chiedere indicazioni ad un passante o consultare una cartina qualunque.
In questo la vita sembra davvero essere un onirico labirinto popolato da folletti spaventati e reticenti.
Non ho idea di dove come e quando io mi sia svegliata.
Forse - in verità - non ho mai saputo dormire.
E questo mi è costato molto in termini di normalità e giudizio.
Tuttavia, ciò che si dà alla Vita prima o poi la Vita lo rende.
Ora posseggo un letto tutto mio che viaggia al di là delle regole dello spazio-tempo comune, conservo la mia cassaforte ben spalancata su di uno sgabello colorato per rammentarmi la preziosa fugacità di ogni singolo attimo intriso d'umanità e ho appeso una cornice vuota alle pareti trasparenti della stanza, per non correre il rischio di intorpidire la mia fantasia e continuare ad immaginare il "Tutto" al di là del nulla apparente.

Buon sabato a tutti, di cuore.
Francesca

4 commenti:

  1. Da quello che leggo, potrei dire che il tuo sfogo di sabato non è che solo una richiesta da noia.
    Anche se paludata da scorci lirici propri alla magnificenza del sè più triviale.
    Francesca! Si prendono delle scelte. A volte decidiamo di dare più importanza a sè e raramente agli altri.
    Chissà quante volte hai fatto questo ragionamento anche tu....
    Ora ti dimeni a fare i conti con le tue discendenze e le tue speranze che si sono usurate con il tempo. Hai molte maschere, lo si vede dal tuo eloquio, ma non puoi prendere in giro te stessa.
    Il web è un bell'alibi. Forse al posto di recensire a consumo dovresti incominciare a studiare qualche cosa in maniera metodica.
    Musica per esempio.
    Non basta avere un gran talento per essere al top dell'esperienza artistica musicale. Bisogna comprendere cosa si suona. E a livello profondo. Bisogna sentirlo. Ma a livello del compositore. E non dell'interprete. La differenza può essere profonda.
    Scrivo così, afflitto dall'insonnia e dopo una sera intensa e piena, forse calco la mano su alcuni aspetti, ma non penso di essere troppo lontano dall'obbiettivo che volevo centrare: bisogna saper essere, prima di apparire.
    Il nulla apparente è per chi non sa guardare.

    Come Piero Ciampi.... a-haa!

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  2. Bellissimo post Francesca, che convidido in tutto e per tutto.
    E ora vado a leggermi i post arretrati che mi sono perso durante la mia settimana torinese...
    Un bacio.

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  3. Caro "ANONIMO",

    mi complimento innanzitutto per il tuo eroico coraggio dimostrato nel non firmare neppure il tuo scritto.
    Studiare musica? Forse sei male informato o non sei informato affatto. E non sarà compito mio farlo. Il tuo livore mi fa presumere che forse in qualche modo ci conosciamo e che - diciamo - la nostra non sia stata una relazione felice.
    E da ciò che scrivi si evince perfettamente il perchè.
    Grazie del tuo contributo, comunque.
    Mi hai fatto rammentare quanta strada io abbia fatto e continui a fare ogni giorno.
    Io ieri sera mi sono addormentata serena, accanto al mio compagno di vita, dopo una giornata trascorsa a fare musica INSIEME ad una splendida compositrice.
    Dubito dalle tue parole che per te sia stato lo stesso.
    Parafrasando qualcuno: "A ciascuno il suo".
    Saluti

    Francesca

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  4. Caro Alessio,

    grazie! E' un conforto sapere che c'è qualcuno che la pensa diversamente dall'Anonimo di cui sopra. Certo, essere pubblici significa accettare anche le critiche negative, ed è ciò che mi sforzo di fare. Con diritto di replica.
    Buona domenica e bentornato a casa.
    Francesca

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