venerdì 3 dicembre 2010

Eden di novembre

A. Durer - "Adamo ed Eva"


A tentoni mi barcameno in questo turbinìo atmosferico autunnale, come un gondoliere inesperto tra i canali nebbiosi di Venezia. Sento lo sciabordìo delle acque carezzare l'anima lievemente, senza far troppo rumore o recar danno alcuno. Il tepore di casa consola il corpo intirizzito e un po' dolente a causa della pioggia e del vento. Una coperta di tenero affetto, un afflato di conoscibilità.
Non mi sento straniera, quest'oggi. La mia vita mi appartiene, coincide con ciò che la fantasia disegna indissolubile sul sentiero: tracce di Verità e ironia, di mare abbandonato dall'uomo.
Il sole è sorto a mezzodì, in questo novembre che par uscito dall'estro birichino di Dalì.
Non mi resta che muovermi a piccoli passi, leggera, come un ricordo lieto.
La quiete è un Paradiso di primordiali sapori e noi siamo il frutto proibito che ha conosciuto se stesso mordendo la propria carne, in silenzio.
Francesca

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