Caro Luca,
commossa, lusingata e sorpresa ti dico "Grazie", come se fossi sorella del tuo stesso cuore.
Francesca
Plenilunio
¯ Ti vedo bambina,
conchiglia preziosa vellutata lucente,
sulla morbida sabbia aspettare
della marea le carezze soavi,
colorata d’azzurro.
¯ Sola, immobile,
e il tuo violino, stretto a scaldarti dal soffio notturno.
Sola, in silenzio,
e i tuoi quattro raggi d’argento, colmi di note.
Sola, assorta,
e il delicato sussurro di una notte d’estate.
¯ Hai saputo ascoltare, Francesca,
quel mormorio d’acque lievi.
Hai saputo capire, Francesca,
l’antico idioma del mare che irrora la terra.
L’hai lasciata parlare, Francesca,
l’onda, dolce alla riva.
¯ Narrava di te, quella calda marea.
Narrava a te, ancora bambina, della donna che sei diventata.
Narrava come fosse una mamma e cantava,
componendo la tua bella canzone.
¯ Dei mari lontani dei destini dell’uomo
con un ultimo bacio, quella notte una goccia salmastra
ti ha instillato il segreto,
sulle tue labbra dischiuse, senza svelarlo.
¯ Quel segreto, ora lo sai, eri tu e l’anima tua che danza e seduce.
Quel segreto eri tu e la fiorita tua vita, fertile odorosa gentile.
Quel segreto eri tu, l’arte che doni e la gioia.
¯ E il mare ancora culla e accarezza,
al chiaror della luna, una bambina,
conchiglia preziosa vellutata lucente,
e il suo violino, colmo per sempre di note,
su una spiaggia colorata d’azzurro.
per Francesca
Luca Astolfoni Fossi
Roma, 15 dicembre 2010
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