lunedì 11 marzo 2013

Tron



Stamattina sono letteralmente "precipitata" dal letto pensando alle priorità.
Cosa è prioritario per un essere vivente e perchè?
Ovviamente le priorità dipendono dalle condizioni di vita ESTERNE in cui ci ritroviamo a vivere.
Questo è il pensiero comune che tutti accettano.
Ossia: se muoio di fame, la mia priorità sarà riuscire a mettere qualcosa nello stomaco entro la fine della giornata. Se invece sono l'amministratore delegato di un'azienda, la mia priorità sarà mettere tot euro in cassaforte entro la fine della giornata. E via dicendo...
Mi chiedevo: e se invece le priorità non dipendessero affatto da fattori esterni ma da ciò che noi proviamo, sentiamo, dalle nostre emozioni, dalla nostra capacità di "essere" piuttosto che di "avere"?
Certo, se la percezione delle nostre emozioni fosse continuamente alterata dal condizionamento esterno, potremmo supporre che ciò che sentiamo sia davvero nostro, provenga dal nostro cuore mentre in realtà ci è stato letteralmente "impiantato" nel cervello, giorno dopo giorno, anno dopo anno.
Il complice occulto in tutta questa faccenda?
Noi stessi e la nostra totale fiducia in un sistema che si basa sostanzialmente sulla manipolazione.
(A tal proposito guardatevi "Essi vivono" di John Carpenter: un bel ritratto dello scenario manipolatorio contemporaneo. Lo trovate tranquillamente su youtube).
"Accorgersi" dell'altrui volontà manipolatoria è già difendersi.
Ma accorgersi comporta una grande responsabilità: perchè se una persona si accorge di un singolo fatto, questa percezione sarà destinata a crescere. Ed essa "vedrà" tutto, anche ciò che non vorrebbe, anche ciò che non le piace, anche ciò che avrebbe desiderato tenere nascosto per non affrontare la Verità, su di sè e su tutti gli altri.
Insomma, nel film "Matrix" quando Neo viene "risvegliato" e Morpheus gli mostra il programma "struttura", non è esattamente contento. Non si fida. Pensa che tutti gli stiano mentendo, che sia un complotto a suo danno, che la Verità non sia quella che gli stanno mostrando. Perchè?
Perchè il cervello tende a rifiutare la realtà, quella vera, in taluni casi. Specialmente se essa si dimostra essere mostruosamente diversa da quella che noi ci aspettavamo. 
Quella realtà si rivela per la nostra piccola mente del tutto inconcepibile; e quindi inaccettabile.
Ecco perchè il più grande ostacolo per la nostra realizzazione completa siamo proprio noi stessi.
Noi non vogliamo "vedere". Ci fa paura.
E abbiamo anche le nostre ragioni.
Preferiamo impostare la nostra vita sul modello "Mulino Bianco" esattamente come si imposta un programma di computer: questo fa funzionare il sistema quindi lo "scarico", quest'altro programma invece potrebbe causare conflitto quindi lo elimino. E poi metto l'antivirus: ossia, tutti quegli agenti "patogeni" che potrebbero in qualche modo far crollare il mio bell'ologramma esistenziale li blocco sul nascere, onde evitare di dover stare ore sul pc a risolvere un problema o peggio, dover "accorgermi" che io sono un pc da buttare, inservibile, infetto.
Certo, si potrebbe fare uno sforzino in più, se si è giunti a raschiare il fondo del barile, e cominciare ad "accorgersi" che noi non siamo un computer, che non abbiamo bisogno della "rete", che noi respiriamo anche se "disconnessi" da tutto e da tutti. 
Questa è la Libertà. 
La Libertà della Vita.
Ossia, io non ho diritto di esistere perchè sono programmato per questo o quel lavoro, per questo o quel ruolo (moglie, figlio, riccone, pederasta, operaio, pornodivo, grande attore).
Ho diritto di esistere perchè ESISTO.
Ovviamente per chi è consapevole di esistere (e che questo sia un diritto di tutti) le priorità saranno ben diverse da chi si identifica con il computer, con la macchina biologica, con il cartello che la società gli ha imposto di tenere sul petto di modo che gli "altri" computer possano sapere chi è.


"Oh, ciao IBM, come stai?"
"Mah, MAC, sai, mica tanto bene: ieri ho litigato con la scheda madre."
"Ah, brutto affare! Ma sai, non è così terribile: una bella pulitura del disco e tutto si sistema."

"Eh, la fai facile tu! A proposito, com'è finita quella storia con la Packard Bell?"
"Un casino. Mia moglie ha scoperto la connessione. E ha staccato la spina. Ma ora mi sento bene. Come se lei non fosse mai esistita. Meglio così. Un problema in meno a cui pensare."
"Beh MAC, ci si vede in rete."
"Sì IBM, sempre sullo stesso canale."

Ecco.
Lo stesso canale.
Ma quanti canali esistono in questa vita?
Infiniti. 
E noi dovremmo passare i 70 anni di media della nostra esistenza a vederne sempre e solo UNO????
Ma andiamo su. Che noia!
Quindi, in definitiva, la domanda è: si può uscire dal "gioco"?
Sì, basta spegnere tutto e aspettare di vedere che succede. 
Un GAME OVER senza confini.

Priorità.
Una parola. Un destino.
Perchè non è il destino a scegliere le priorità.
Sono le nostre priorità a stabilire il nostro destino.

Sempre.
Francesca




3 commenti:

  1. Offri sempre spunti azzeccati, la mia dose quotidiana di riflessione

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  2. Ragazzi, finirò per montarmi la testa....
    Ma....
    CONTINUATE PURE!!!!!
    EHEHEHEHEHEHEHEHEHEHEH!!!!
    :0)

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