A FRANCO GALLO PER LE SUE PAROLE, LA SUA FIDUCIA E IL SUO CAMMINO DI LUCE
Cosa crea il Movimento nella Vita?
Cosa induce il Cambiamento?
La consapevolezza.
Di essere non solo ciò che si è ma di avere anche uno scopo da perseguire.
Per anni ho creduto saggio tacere a me stessa la Verità perchè scomoda, forse irrazionale e perlopiù incomprensibile.
Ma non si può mettere le mani sulla bocca della propria Anima per sempre.
Non si fa altro che inquinare la mente, il corpo e lo spirito.
Sono stata per gran parte della mia vita ciò che gli altri si aspettavano da me: la brava e giudiziosa violinista che vuole fare carriera perchè ne ha le capacità.
Beh, c'è una grande novità.
Non sono affatto attratta dall'idea di fare carriera, non alle condizioni di questo mondo musicale almeno. Ricoprire un ruolo di "prestigio" per il gaudio delle tasche e il riconoscimento sociale non è nei miei interessi, non lo è mai stato.
Ciò che veramente mi è sempre stato a cuore è esprimere ciò che sono, in tutti i modi che la natura mi ha concesso. E ringraziando Dio questi modi sono diversi, sfaccettati e molteplici.
Il famoso "posto fisso" per me rappresenterebbe l'autentica morte dell'anima.
La prospettiva di dovermi alzare tutte le mattine e dovermi recare sullo stesso luogo di lavoro per i prossimi 30 anni mi distrugge fisicamente e psicologicamente in un modo che neppure sono in grado di descrivere.
Ci sono persone nate per la "quotidianità". Ed io le rispetto.
Ma non sono - e non sarò mai - una di esse.
Il "nomadismo" intrinseco alla mia natura mi costringe ad esplorare ogni lato dell'esistenza da un punto di vista sempre differente e con modalità diverse.
Ecco perchè sono tanto restìa alle definizioni, soprattutte quelle relative alla mia persona.
Quando qualcuno mi chiede "Tu sei violinista?" di solito mi ritrovo a fare un balzo sulla sedia e in preda a dissociazione mentale mi ascolto rispondere: "No, io SONO Francesca e faccio ANCHE la violinista".
C'è una bella differenza.
Perchè la mattina - la mattina di un giorno qualsiasi - quando mi sveglio non so mai esattamente quale mezzo sentirò più consono per esprimere davvero chi sono: se la musica, la scrittura, la pittura, la cucina o il calarmi nei panni di un personaggio per un film o una recita teatrale.
Qualcuno oserà dire: sì, ma bisogna fare i conti con la realtà, a meno che tu non sia miliardaria.
Rispondo ad una tale obiezione in questo modo: il Cosmo mi ha concesso tutte queste doti meravigliose. Se avesse voluto che vi rinunciassi per percorrere una strada comune me le avrebbe regalate? Credo di no. Quindi - in fondo - non sta solo a me assumermi le responsabilità della mia vita ma anche all'Energia che intorno a me circola e che in qualche modo io - per timore di "fallire" - ho frenato per così tanto tempo.
Non ho voluto vedere, non ho saputo ascoltare solo perchè frenata dalla paura e dal senso di colpa, due nemici tanto crudeli quanto pericolosi.
Ora il mio coraggio è cambiato. Si prende cura di se stesso e del mio futuro.
Non so dove mi troverò domani o quali avventure mi toccheranno in sorte.
Di certo so dove non vorrò mai essere.
Il che è già un buon inizio.
"Per la verità, ho vissuto intensamente ma senza mai potermi integrare all'esistenza. La mia marginalità non è fortuita, ma essenziale. (...) Sono un apolide metafisico, un po' come quegli stoici della fine dell'Impero romano che si sentivano "cittadini del mondo", il che è come dire che non erano cittadini di nessun luogo."Cioran docet.
Francesca
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