venerdì 28 dicembre 2012

L'alba del 4° giorno



Ci sono aspetti della vita che spesso appaiono misteriosi e oscuri o senza uno scopo preciso.
Ma questo accade solo perchè noi guardiamo agli eventi dell'esistenza con gli occhi di Alice quando si perde nella foresta di Tulgey.
Se avessimo il punto di vista dell'aquila quel senso di costrizione, di soffocamento e di impotenza svanirebbero seduta stante.
L'aquila ha il privilegio di potersi posare su uno spuntone di roccia posto nel punto più alto della montagna e da lì osservare la vita che le scorre innanzi.
Non che essa non faccia parte della vita.
Semplicemente riesce ad osservare il suo fluire come uno spettatore innanzi ad uno spettacolo teatrale.
E proprio come uno spettatore essa rimane priva di paure, dubbi o incertezze sul proprio destino.
L'unica cosa che conserva è la curiosità.
La curiosità per come la "storia" che si dipana sotto i suoi occhi continuerà.
E quando più le sembrerà consono lascerà il suo giaciglio per piombare sulla vita e prendervi parte pienamente, assaporando tutto ciò che le sembrerà più adatto al proprio modo di essere e di volare.
Al di là del giudizio.
Al di là di ogni forma di protezione.
Al di là di vincoli che sa esistere solo per chi cammina sulla terra.

Un'aquila ama incondizionatamente e plana sul mondo quando il cuore la sospinge.
Ma appartiene all'aria.
E lì sempre tornerà.
A sorvolare la vita, figlia e madre della propria stessa incondizionata Libertà.

Adwen

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