sabato 8 dicembre 2012

Acquamarina



Come se nella mia testa vi fosse un orologio a cucù, anche questa notte mi sono svegliata alle 4 in punto.
Senza essere capace di prendere più sonno.
L'albergo è immerso nel silenzio.
E penso all'Eremo Sanbo-Ji, a quanto mi sarebbe piaciuto tornarci e a quanto la vita sia strana quando decide per te in quale direzione farti camminare.
Sempre con la tua collaborazione, è ovvio.
Avevo pensieri tristi questa sera, prima di addormentarmi.
Ora, nella solitudine ristoratrice di una camera fra tante, quel senso di oppressione è scomparso.
Rimane di esso solo un vago stupore innanzi ad alcune dinamiche che - vivendo in modo "ritirato" - avevo per lo più archiviato. Quasi non facessero più parte dell'Esistenza, dato che non erano più parte della mia.
Negli ultimi tempi ho imparato ad amare i ventilatori, i pezzi di latta e le luci al neon quali manifestazioni dell'Essere. Con certuni esseri umani faccio più fatica. Soprattutto quando sono costretta ad averci a che fare quotidianamente. 
Sto scrivendo banalità, immagino. Poiché per ciascuno funzionerà nello stesso identico modo.
Tuttavia mi piacerebbe non poco saper estendere quell'Amore a tutte le creature incondizionatamente, al di là di quello che sono e di quello che fanno. Suppongo sia tutta una questione di ego.
Il mio rimane ancorato alla sua roccia in stile cozza patella, e non sembra avere intenzione di lasciare la presa.
Almeno per il momento.

Già. E' una notte strana.
Una notte in cui ogni forma di comunicazione è interrotta.
Ma non mi preoccupo.
Chi dovrà farsi sentire, saprà trovare il modo.
Come ha sempre fatto.

Francesca

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