lunedì 8 agosto 2011

The real Matrix




Tornare dalle vacanze è sempre un piccolo trauma.
Rientrare nella vita di tutti i giorni, nella quotidianità a volte così priva di leggerezza dà veramente un senso di vertigine.
E le riflessioni sono una naturale conseguenza di un simile processo.
Per tutta la vita ho sacrificato la maggior parte del mio tempo inseguendo un ideale, convinta che ne valesse la pena al mille per mille. 
Nessun dubbio a riguardo.
Non esistevano agii, nè ricchezza, nè eventuali strade alternative più facili che potessero distogliermi dai miei sacri obiettivi, che facessero recedere di una singola unità la mia determinazione ad andare avanti a qualunque costo, a testa bassa, sotto i colpi del destino avverso.
Più volte mi sono domandata lungo il sentiero, magari in un momento di sconforto passeggero, se valesse la pena di affrontare tanti disagi e dolori e delusioni. 
E la risposta è sempre stata: sì, indubbiamente, vale la pena di sacrificare la vita per un principio perchè un giorno in futuro si raccoglieranno i frutti del proprio lavoro e della propria dedizione.
Ora sono passati gli anni e la mia visione delle cose è molto mutata.
Non che io non creda più che valga la pena sacrificarsi per un ideale.
Il problema è capire per quale ideale.
E se ci si dovesse accorgere che l'ideale per cui si è lottato tutta una vita era una menzogna costruita ad hoc per non far emergere la pericolosa verità che striscia sotto le case e ci rovina il sonno fino a quando non arriviamo ad accettarla come tale?
E se la Verità fosse semplicemente che alla fine di tutto l'unica cosa che conta davvero è la qualità della nostra vita, al di là di ideali e speranze e doveri?
I Pochi illudono i Molti che lottare per un ideale sia cosa buona e nobile e giusta.
E forniscono loro alibi, armi e convinzioni efficaci affinchè l'illusione si conservi perfetta.
Così i Molti, rosi dalla speranza nella democrazia e da patetici ideali,  continueranno a scannarsi fra loro consentendo ai Pochi di detenere privilegi che conservano da secoli.
Al giorno d'oggi la cosiddetta moltitudine si ritiene molto più evoluta rispetto all'epoca dei Faraoni o dei Borboni. 
Questa è la vittoria più schiacciante dei Pochi sui Molti: aver convinto i Molti di non essere più se stessi, di non appartenere più a quella categoria umana. 
Chi non ha più coscienza di sè, della propria identità sociologica difficilmente lotterà per problemi che si illude di non avere più. 
La "democrazia" è stata la più brillante invenzione di questo sistema di pensiero.
Ma ditemi.... Laddove il voto è libero ma la mente di chi vota totalmente controllata, esiste "democrazia"?
E non sto parlando del sig. Berlusconi. 
In verità egli è se non il bis-bis-bis nipote di ultimo grado dell'ideatore di questa grande illusione.
La democrazia non esiste.
Non esiste in Italia, nè in Europa, nè nel mondo.
Forse esisteva ai tempi dell'antica Grecia, dove il Sapere era davvero considerato l'unico metro di giudizio possibile nei confronti dell'essere umano.
In un mondo come il nostro ciò che viene chiamato "democrazia" è sistema di controllo, di potere da parte dei Pochi sui Molti.
Se gli Ebrei ai tempi dei Faraoni fossero stati convinti di lavorare alle piramidi perchè era loro dovere sociale come uomini liberi e non come schiavi, si sarebbero ribellati?
No, non l'avrebbero fatto.
L'uomo vive la vita nella sua mente. E la mente costruisce la percezione della realtà.
Noi tutti siamo nella stessa condizione degli Ebrei di allora. 
Le scelte "libere" che facciamo sono condizionate non dal destino o dalla fortuna, ma da leggi per i più invisibili che ci costringono ad orbitare intorno ad un'ellisse sì molto ampia ma DETERMINATA.
Uscire dall'ellisse non si può. Non è concesso.
Solo il Sapere fornisce una Porta tra gli Universi. E non parlo certo a livello astronomico o cosmogonico bensì ad un livello sociale, umano.
Il Sapere fornisce il carburante alla macchina sita nel nostro cervello, quella macchina che se ben stimolata è in grado prima di piegare la propria orbita e poi di piegarle tutte al proprio volere.
Chi ha visto Matrix può capire di che parlo.
La nostra realtà non è diversa.
E come in quella pellicola, la maggior parte degli esseri umani dorme creando energia per i propri personali parassiti, illudendosi di essere libera, di avere una scelta mentre invece è incatenata al proprio "destino".

Personalmente non so più in quale orbita gravito.
Forse sono stata in grado di uscire dalla mia per non so quale merito o demerito ed ora, persa tra gli spazi siderali, attendo che qualcosa si muova nell'Universo che so di per certo amico.
Perchè se ancora credo in qualcosa è proprio nella Giustizia Sempiterna del Cosmo.

Francesca

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