venerdì 25 ottobre 2013

Riflessioni artusiane


DEDICATO AL MIO UNICO AMORE

Vivere le verità che si scoprono strada facendo solo nella mente è un'impresa totalmente inutile.
Certo, agli occhi altrui ci farà sembrare brillanti e capaci, saremo in grado di suscitare l'ammirazione di un uditorio cieco quanto noi (che è vasto assai, a dirla tutta) e potremo persino "avanzare" più speditamente nella nostra ricerca di successo e approvazione.
Ma tutto questo sforzo risulterà essere totalmente vano se dalla mente non riusciremo a passare all'esperienza del Cuore.
Per usare una metafora, sarebbe come se un appassionato di culinaria imparasse a memoria l'intero ricettario del più grande chef del mondo senza mai provare una singola ricetta: oh certo, avrà una conoscenza enciclopedica degli strumenti da utilizzare, della sequenza esatta con cui aggiungere gli ingredienti e potrà dissertare con facilità su questo o quel metodo da utilizzare per preparare il timballo taldeitali o la zuppa vattelapesca.
Eppure una cosa mancherà sempre alla sua conoscenza intellettuale: l'errore.
Chi sperimenta nella testa non sbaglierà mai.
Non si ritroverà ad aver messo troppo sale o troppo poco amido di mais o aver dimenticato di aggiungere il lievito. Non correrà mai il rischio neppure di bruciare una crostata o di lasciare crudo l'interno di un arrosto.
La sua ricerca sarà scevra da qualsiasi fallo perchè non sarà mai una vera ricerca.
Il suo cammino non partirà mai. E quindi non lo farà mai arrivare in nessun luogo.
Solo chi "si sporca le mani di farina" imparerà a vivere, capirà di volta in volta cosa fare e cosa evitare, e così facendo comincerà a capire se stesso e gli altri. 
Infine - dopo anni di esperimenti - arriverà alla più magica e solenne delle conclusioni: che gli "errori" non esistono.
Che essi non sono altro che scalini verso la scoperta della Vita, verso l'Illuminazione.
E che sono importanti quanto - se non di più - delle mosse giuste.
Colui che giudica se stesso giudica il suo prossimo.
E colui che giudica il suo prossimo giudica se stesso.
E' un assioma senza via di scampo, senza soluzione alcuna.
L'unico modo per uscirne è cancellare il giudizio dal proprio personale universo.
Allora ci si accorgerà che il giudizio non farà più parte neppure dell'Universo collettivo a cui singolarmente si partecipa, a cui si contribuisce ogni singolo giorno.

Noi costruiamo la nostra realtà.
Una ricetta alla volta.
Venga essa bene oppure no.
Gli "scarti" non sono contemplati in quella che noi siamo soliti chiamare Vita.
Il trucco sta solo nel diventarne consapevoli.

Nathaniel

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