Noi viviamo le nostre vite per scoprire chi siamo.
Al di là degli inganni del giudizio nostro e altrui.
Al di là dei trabocchetti della mente.
Al di là della debole vacuità della materia.
Non siamo qui per dimostrare alcunché a nessuno, noi stessi compresi.
Né per scrivere la storia.
Né per ascendere dopo la morte ad un vago Paradiso.
Siamo qui per imparare la verità.
La verità su noi stessi e - quindi - sul Tutto.
Qualunque sentiero ci conduca verso quella verità è benedetto,
sia esso accidentato, impervio e denso di ostacoli.
In effetti è proprio attraverso gli ostacoli che la verità si fa strada.
Non sto asserendo che il "dolore" sia la via, quasi che il dolore fosse una meta da perseguire.
Assolutamente no.
Le mete da perseguire sono la felicità e il benessere esistenziale più totalizzanti.
Ma per arrivare a ciò, nostro compito è "spogliarci" degli inganni da cui siamo circondati e rinascere al mondo un'altra volta, nudi di ogni "pensiero indotto", di qualsiasi struttura preconcetta.
E questo costa sofferenza. E fatica. E sacrificio.
Ma al di là delle Colonne d'Ercole dell'Anima si trova il nostro vero Paradiso, da vivere qui e ora.
Non domani. Né dopodomani.
Oggi.
Perché a questo siamo chiamati.
Alla gioia più pura, all'esultazione del cuore, alla danza sfrenata che sancisce il nostro appartenere a noi stessi e al Tutto in egual maniera.
Senza alcun confine.
Prana
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