sabato 17 settembre 2011

Flash around




Spiace dirlo ma il livello medio della popolazione italiana è a dir poco raccapricciante.
Basta aprire Facebook per 2 minuti per rendersene conto.
I messaggi più scontati, paternalisti, pieni di una retorica tronfia sono quelli ormai che hanno più "successo", se di successo si può parlare in un mondo in cui nulla è tangibile se non il nostro mostruotico egocentrismo.
Autoreferenziarsi, sempre.
Questa è la regola. Nel bene come nel male.
Sono felice? Voglio essere celebrato per tanta insperata fortuna (e non tirate fuori la balla che lo si fa per "condivisione"! Che sciocchezza....).
Sono infelice? Sparisco dalla circolazione, perchè farsi vedere in un momento di "debolezza" è quasi peggio che essere morti (tranne che sulla grande famiglia di FB, è ovvio).
Quindi, a guardarlo dall'esterno con occhio lucido, è solo un circo di persone sole che - siano felici o tristi - hanno bisogno di postare un messaggio per avvalorare la propria esistenza perchè non hanno nessuno vicino che dia loro sufficienti conferme.

A tal proposito mi è venuto in mente un film che ho visto di recente: "Star system - Se non ci sei non esisti" (l'apoteosi dei luoghi comuni su Hollywood e su chi si scopre "diverso": non guardatelo, mi serviva solo come trait d'union).
Bene, il nostro ormai è uno star system. A livello globale.
Ieri ho incontrato per puro caso alcune persone che non vedevo da mesi.
Non mi hanno chiesto come stavo ma cosa stavo facendo, come violinista intendo.
Punto primo: ma saranno fatti miei?
Punto secondo: a una persona che non vedi da 6 mesi, e che quindi non è esattamente una tua amica, non ti sembra indiscreto fare una simile domanda?
Punto terzo: ma hai così bisogno di sapere se ho "fallito" in qualcosa (perchè quello è lo scopo) per sentirti vincente nella tua vita?
Punto quarto: tu pensi di essere così importante per me perchè io abbia voglia e tempo di dirtelo?

Questo è lo star system. Sei ciò che fai, non fai ciò che sei.
Sapete cosa ho risposto a tutti? Faccio la mantenuta.
Sì, mando a lavorare il mio uomo per poi andare a fare shopping, prenotare una vacanza, comprare la villa dei miei sogni. Perchè faticare quando si può non farlo?
Ho visto parecchie facce stranite.
Da ciò ho dedotto come il metodo illustrato risulti essere molto efficace se si intende suggerire a qualcuno di occuparsi di faccende che lo riguardino personalmente, e quindi non delle proprie.
Tra l'altro è un metodo duttile che si presta ad infinite varianti: ho vinto alla lotteria, ho ereditato da parenti nel Wyoming, gli gnomi stanotte mi hanno portato una pentola d'oro, mi è arrivata la bacchetta magica di Sailor Moon, la Telecom mi ha restituito sul c/c tutte le bollette che ho pagato da quando ho un'utenza, etc.
Insomma, largo alla fantasia.

In fondo la vita è ciò che ne facciamo ogni giorno. 
Ed ha senso che quel giorno sia buono o terribile.
Ha senso se siamo circondati da molti amici o se ci sentiamo terribilmente soli.
Ha senso se ci impegniamo per qualcosa oppure se siamo troppo stanchi per farlo.
Ha senso in ogni caso, se la affrontiamo con onestà.
Ma se cerchiamo di metterle un vestito che lei non vuole allora siamo fregati.
Perchè non riusciremo mai a capire dov'è l'errore, se in ciò che siamo o in ciò che sembriamo.
E' un rischio che proprio non vale la pena correre.

Francesca


8 commenti:

  1. Sono tornata qui x la Regina di Saba hahahaha (non mi ricordo se avevi postato la ricetta) e mentre su FB discutevo con un amico...di quello che hai scritto in questo post ...mi sono ovviamente soffermata a leggere!!!
    Uhh ne ho da dire anch'io infatti non ho ancora scritto niente a riguardo perchè devo mettere in atto tutta la mia acquisita capacità di sintesi che alleno appunto scrivendo...ma c'ho troppo da dì :)))
    Condivido in pieno le prime due righe e faccio un continuo sforzo per cercare di essere tollerante...ma non mi riesce granchè...sarò snob chi se ne frega ;)
    Ciao
    Carla!

    RispondiElimina
  2. Cara Carla, non, non ho ancora postato la ricetta ma puoi fare tranquillamente la versione che trovi in questo sito: http://frollaallimone.blogspot.com/2010/02/la-reine-de-saba-di-julia-child.html

    La tolleranza in realtà si riassume nell'aver compreso che certe realtà non si possono cambiare ed è quindi inutile provare rabbia a riguardo. E lasciami dire che lo snobismo di questi tempi è una vera qualità!
    Ti mando un grosso abbraccio domenicale

    Francesca

    RispondiElimina
  3. quoto tutto dalla A alla Z ed anzi mi domandavo...posso taggarti??
    (ovviamente scherzo; FB lo trovo niente più che un giochino mediamente scemo. blog batte FB milleseicento a zero. e sulla solitudine/asocialità della maggior parte dell'utenza networkara potrei scrivere la Treccani II....)

    RispondiElimina
  4. Sarò curiosa di leggere la tua Treccani.
    Ti prego fallo! Per amore dell'umanità!!!

    :0)

    RispondiElimina
  5. tesoro, lo darei di cuore ma trattandosi di parentado, sia pur acquisito, rischierei il divorzio! e poi dicono che i social network son passatempi per giovani....! perditempo per attempati nullafacenti, tz tz!

    RispondiElimina
  6. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  7. Stavo cliccando mi piace sui commenti di Kiara...sono completamente facebookata!!!
    E' vero, faccio una gran fatica a non contestare ogni stupidaggine che fanno le ragazzine, sono allieve e devo essere spesso diplomatica, ma la cosa assurda sono proprio gli attempati nullafacenti e la vita da copertina patinata che si creano..x non parlare di quegli altrettanto nullafacenti che aspettano con ansia l'ultima foto in posa fashion scattata davanti la tenda di casa con aria da panterona x commentare: fantastica creatura!!!! hahahaha lo devo scrivere il post, stasera lo faccio ora sto in ritiro coreografico :)
    saluti a entrambe e buona giornata!
    Carla
    PS: ho eliminato il commento precedente perchè avevo pasticciato con una frase senza rileggere bene, l'argomento mi gasa alquanto ;))

    RispondiElimina