sabato 8 gennaio 2011

Impudenze di provincia





Qualche giorno fa postai un articolo dal titolo "Nidi molesti".


Un lettore, probabilmente qualcuno che mi conosce nella realtà, ha scritto il seguente commmento a tale articolo, avvalendosi della facoltà dell'anonimato, per colpire e non essere colpito.


La cosa mi è sembrata interessante e in tema con gli ultimi argomenti trattati.

Così ho deciso di far diventare il suo commento e la mia successiva risposta un post a sè stante.
Buona lettura!


Anonimo ha detto...

 

Cara Francesca,
il rapporto genitori-figli è un grnde mistero soprattutto quando si ha la sorte di essere figli unici. Fa parte del processo di maturazione e del divenire adulti far evolvere questo rapporto e trascenderlo in una relazione equilibrata. Probabilmente questo processo, con dolore e tutto il resto, per te non si è ancora compiuto, leggendo tra le righe la sofferenza che hai vissuto. Ma non è giudicando la parabola esistenziale dei tuoi genitori che sradicherai questo dissidio. Come reazione alle tue parole, corro a ringraziare i miei vecchi, prima di tutto per avermi dato la Vita e di avere avuto il coraggio di difenderla, quando non ero in grado di poterlo fare da solo. Questa è la cosa importante, tutto il resto non è che il transeunte dell'esistenza. Vuoi il plauso della scelta di libertà radicale? Avresti dovuto compierla tanti anni fa e non sulla soglia della trentina, come invece è accaduto. Dal mio punto di vista è troppo semplice rinnegare o giudicare "baggianata" una dimensione, quella famigliare, che invece determina fortemente la propria identità. Come dici tu, ci vuole coraggio. Penso anche che la principale destinataria di questo post sia tu stessa e quello che scrivi ti serva da obiettivo da raggiungere. Buon 2011!
P.S. Mi riservo l'anonimato, perchè la mia identità non ha senso in questo blog, non te la prendere. Immaginami come una specie di mago Merlino....


 
Francesca Giordanino ha detto......



Gentile Anonimo,

avrei una serie di punti da chiarire. Li tratterò in sequenza seguendo la Sua esposizione nel commento di cui sopra.

Punto 1: Lei come fa a sapere che io sono figlia unica.
Punto 2: con quale diritto e soprattutto presunzione Lei pontifica su una materia che non conosce affatto, ossia il mio rapporto con la famiglia.
Punto 3: nel mio post non ho mai giudicato nemmeno una volta la "parabola esistenziale" dei miei genitori. Ho solo esposto le mie scelte, che sono mie, mi appartengono e nelle quali nessuno può avere voce in capitolo, a parte la sottoscritta, men che meno un volto presumibilmente del mio passato che si cela dietro un paravento comodo e costruito ad hoc per parare gli strali di un'eventuale "contromossa".
Punto 4: cosa Le fa pensare che dato che i Suoi genitori hanno difeso la Sua vita, lo stesso sia capitato a me? Mi scusi l'ardire, ma come avvocato Lei sarebbe valso davvero a poco, e avrebbe con ogni probabilità difeso il candidato sbagliato.
Punto 5: io non sono affatto sulla soglia della trentina e soprattutto, nessuno nasce "imparato". La consapevolezza si acquista strada facendo. Mi complimento per la Sua arguzia, perspicacia nonchè straordinaria precocità infantile se per Lei sono valse regole differenti.
Punto 6: chi ha mai detto di avere bisogno del plauso di qualcuno? Io ho semplicemente esposto il mio punto di vista. Può essere condivisibile o meno. Di certo però non può essere messa in discussione la mia scelta basandosi su fatti presunti e - guarda caso - totalmente sbagliati.
Punto 7: la destinataria del blog sono sempre io, oltrechè tutti coloro che hanno piacere (e non) di leggere i miei pensieri che, in quanto persona in evoluzione, sono in costante mutamento.
Punto 8: se la Sua identità non ha senso in questo blog (parole Sue) perchè lo legge? Perchè lo commenta? E in modo tanto superficiale, saccente e irrispettoso, per giunta?
Punto 9: io non La conosco, o meglio, Lei ha deciso preferibile non farsi da me riconoscere. Dunque io, non potendo che reagire alla Sua unilaterale decisione, Le faccio presente che agli sconosciuti sono solita dare del Lei. Con quale arroganza e finta confidenza Lei si permette di darmi del tu con un tono tanto paternalistico?
Punto 10: Mago Merlino aveva il dono segreto della "vista". Lei assomiglia più a Polifemo dopo il ferimento da parte di Ulisse.
Punto 11: Lei può continuare a leggere o meno questo blog, commentando a Suo piacimento. Ma sappia che riterrò personalmente la Sua una scelta vigliacca e incoerente fino a quando non avrà fatto l'estremo onore a noi tutti di svelare la Sua preziosissima identità. Se questo coraggio Le dovesse mancare La pregherei di risparmiare a me e tutti i lettori la Sua pedantesca ed irriguardosa filosofia da edicola.

Distinti saluti
Francesca Giordanino

15 commenti:

  1. Bravissima Francesca. Risposta arguta e ben argomentata punto per punto. E' tanto facile giudicare le nostre scelte, senza sapere davvero quali profondi motivi le hanno causate, e purtroppo lo è ancor di più trincerandosi dietro l'anonimato.

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  2. Che dire Alessio?
    Nulla.
    "Un bel tacer non fu mai scritto!"
    Super bacio per te
    Fra

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  3. Guarda, la frase "corro a ringraziarli di avermi dato la Vita" la dice lunga sulla prosopopea parternalistico-melassosa del soggetto. Posto che ogni vita è sacra e preziosa, costui è poi tanto sicuro che una vita come la sua abbia già maturato un ringraziamento? Per me, anche a causa del bieco anonimato dal quale lancia strali come un infame cecchino, costui ha ancora una lunga strada da percorrere perché chiunque possa ringraziare di incontrarlo per via. Non ti pare?

    Luca A.F.

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  4. Si tratta mi sembra di un saccente ingenuo che trincia giudizi alla rinfusa. Probabilmente,Francesca, non meritava neanche la tua articolata e pungente risposta. Brava ad ogni modo. Scopro tra le tante tue virtù artistiche,che ne possiedi anche una laica da non sottovalutare: la mente giuridica tipica di un P.M.. Lasciatelo dire da un legale di vecchia data.
    Complimenti per ciò che scrivi. Mi piace molto il tuo blog.
    Alessandro D'Andreamatteo

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  5. ...giusto per stemperare un po'...

    Il figlio di Polifemo chiede al padre: " Papà, Papà, perchè noi abbiamo un occhio solo?"...
    ...e Polifemo risponde: "Stai zitto figliolo, e non rompere il coglione!!!"...

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  6. Vi ringrazio tutti per il vostro contributo.
    Francesca

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. daccordo con Alessandro, bella mente giuridica...bella anche quella del figlio di Polifemo!!! ciao Francesca

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  9. Povero Mago Merlino! Non vedo nelle sue parole presunzione o paternalismo, ha espresso le proprie opinioni con garbo. All’Anonimo plaudente, rispondi “Grazie chiunque tu sia”, a quello dissenziente, con un’arringa micidiale degna di un esperto avvocato (sono d’accordo, avresti fatto carriera)
    Sembri un gatto morbido che messo in un angolo tira fuori gli artigli. Perché?
    L’esternare i propri pensieri e scelte non significa declamare al mondo un assioma.
    Io sono contenta di non essere nata orfana, nonostante tutte le sofferenze ed esperienze che hanno accompagnato il mio crescere.
    Buona giornata da Giulia (quella di un libro di qualche tempo fa)
    E poi che differenza c’è fra un Nicola, Lucia o Pinco Pallo qualsiasi con un Anonimo? Boh!

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  10. Premessa: un commento ad un post è un breve pensiero che reagisce ad un altro. Estrapolarlo dal contesto e metterlo alla berlina non è una consuetudine formale accettabile, per l'ovvio rischio di manipolazione.
    Precisato questo, a mio avviso, importante dettaglio, non potevo immaginare che commentare un post di un blog potesse dare la stura a squittii tali: articolati in 11 punti pure, che si commentano già da soli, con plauso del legale di vecchia data e chiosate da battute di adamantina limpidezza... A parte un sorriso d'ironia, non temo nessun strale da parte di nessuno, aborrisco le polemiche e non le fomenterò e se preferisco la legittima via dell'anonimato un motivo pur ci sarà, fosse anche di preferir dare maggior risalto a ciò che scrivo che alla mia identità (cosa apparentemente assai rara in questo blog). In risposta alla provocazione, condivido una piccola riflessione che mi è venuta leggendo il commento al commento ed i relativi commenti (!!!) e nello specifico l'accenno a Polifemo, citato nel punto 10 e ripreso da F. e da A.
    Piccola nota personale: confesso di non cogliere il legame nè della bella immagine della ceramica a figure rosse in esergo , nè dell'accenno dato. A rigor di logica se qualcuno fa appello all'anonimato richiamerebbe più Ulisse che il Ciclope e non mi risulta che sia sostenibile la tesi della "vista" di Merlino, ma soprassiedo... Fine nota personale.
    Il termine Kyklops significa originariamente "dal viso o dall'occhio rotondo" e solo posteriormente si cristallizzo nel personaggio di Polifemo (etimologia del nome: dalla voce grossa e che sa molte storie e, personalmente, propendo per la seconda, dato il suo carattere agreste e pastorale): è quindi un termine che indica un personaggio semplice, che si fida, un po' gigione. La storia di Polifemo poi ci è narrata da Ulisse, alla corte dei Feaci, dove lui - sedicente re d'Itaca, ma nudo e senza nulla - deve provare la sua origine ed ottenere così l'aiuto che gli consentirà di ritornare a casa. Il racconto di Ulisse quindi è votato ad uno scopo, è pregiudiziale e narra subito di un essere abnorme, bizzarro, solitario e senza prole (inconcepibile per la sua mentalità) che se ne sta tra le greggi (di cui Ulisse e il suo equipaggio fecere man bassa al loro arrivo) e vive in una caverna. Personalmente ho una punta di tenerezza per questo essere, figlio del mare e di una ninfa bellissima, di cui evidentemente non ereditò granché... Polifemo ha subito paura di essere saccheggiato e raggirato quando incontra gli Achei e, sapendo come sono andate le cose, a ben ragione. : lui infatti vive nell'innocenza dell'equilibrio della natura, non si interessa nè di dio - viene infatti accusato di essere ateo - nè del commercio - Ulisse critica il suo stato economico di floridezza che non prevede commercio. Polifemo insomma è l'incarnazione dell'Altro alla sedicente perfezione di pensiero raggiunta da Ulisse, che giudica e approfitta dallo scranno del suo, condiviso dai più, luogo comune. Polifemo, come sappiamo, si ubriacò e fu accecato, poi esplose la sua ira scagliano rupi qua e là e poi non sappiamo più nulla di lui. Chissà se recuperò la sua innocenza e la sua pace e racconta ancora storie e canti nella sua agreste isola delle Capre... personalmente spero di sì, perchè è nel nascondimento della solitudine che si raggiunge il difficile equilibrio della serenità.

    @Giulia: confesso di aver annotato le tue preziose indicazioni di lettura e saranno uno dei libri in valigia nel mio prossimo viaggio di lavoro in Cina. E' singolare che tu definisca "plaudente" il commento che hai citato, dato che era in netto contrasto con il post "Ginger e Fred": ritengo una ricchezza comunque le diverse interpretazioni che si possono dare.

    Auguro tanta musica a tutti!
    Anonimo Mago Merlino ed un poco sia Polifemo che Ulisse

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  11. Carissima Giulia,

    mai avuto nulla contro le critiche. Ciò che la mia persona non può davvero tollerare sono i giudizi e la prosopopea facile. Come si fa a giudicare la vita di qualcuno, le sue scelte indicando per giunta la giusta via da percorrere senza sapere nulla della sua vita?
    Il non condividere un pensiero è ciò che rende democratica l'esistenza, giudicarlo a priori come infantile ed incompleto mettendosi in cattedra per insegnare agli altri come dovrebbero vivere la loro vita è incompatibile con la mia visione delle cose.
    Certo che ho reagito tirando fuori le unghie! L'anonimo docente non mi ha lasciato altra scelta. E poi ricordo che leggere il blog non è obbligatorio nè per la legge nè per la buona salute. Io di solito quando qualcosa non mi piace la evito. Il masochismo non è una virtù, almeno per me.
    E ricordo nuovamente all'illustrissimo che ci onora del suo anonimato nonchè delle sue dotte conoscenze che insultare altri lettori che la pensano diversamente da lui è segno evidente di una insicurezza malcelata, come lo sono il continuare a criticare il mio modus operandi all'interno del MIO blog e accusarmi di essere autoreferenziata.
    Ci sono tanti blog che si occupano di cucina, e in modo molto degno.
    Credo che leggendo quelli sarebbe meno esposto a critiche e a sterili confronti con menti che - a quanto pare - non giudica alla sua altezza...
    Francesca

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  12. Cara P.M., alias Francesca,
    ".....non ti curar di lor, ma guarda e passa....." . Sai, la verbosità, o diarrea verbale, è tipica di chi non ha coraggio, e riesce solo a dar la stura ad un fiume di parole, esclusivamente da ignoto. In genere costoro cercano di dare ai propri grovigli verbali una connotazione intellettuale, usando parole e costruzioni sintattiche articolate, che, in base a quanto credono, dovrebbero dare una consistenza al "nulla".
    Ciao e buona giornata.
    Chiamami appena puoi.
    Alessandro D'Andreamatteo

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  13. Il presente blog,continuazione di "Nidi molesti", merita una riflessione approfondita. Francesca, con generosità e limpidezza, ha aperto il suo cuore, con delicatezza e levità, su un tema assai complesso e doloroso: il rapporto conflittuale con la propria famiglia di origine. Un rapporto che può sanguinare, gemere e, purtroppo, anche morire; magari per poi risorgere, come un'araba fenice, appunto. E'questo un tema personalissimo e inviolabile, perché, quale che sia stata l'evoluzione o l'involuzione del rapporto, esso comunque poggia sul dolore, sulla sofferenza, sul travaglio interiore. Quindi, merita rispetto ed estrema misura, se non addirittura silenzio. Al contrario, abbiamo letto un intervento di un Anonimo il quale, dando maliziosamente prova di conoscere molto bene la nostra Francesca anche svelandone dati riservati, ha elaborato un pistolotto moraleggiante, con superficialissimi luoghi comuni, ma venato da nuance ansiogene e contraddittorie. Il tutto con l'evidente intendimento di colpire Francesca. In realtà, sembra che il nostro Anonimo stesse parlando più a sé stesso che a Francesca: il fatto che costui abbia sentito il bisogno, dopo la lettura della riflessione di Francesca, di correre dai propri "vecchi" per ringraziarli di avergli dato la vita, sembra denunziare una irrisolta conflittualità interiore proprio nei confronti di quei "vecchi" (che brutta espressione che è stata usata per qualificare i propri genitori...). Caro Anonimo, i genitori non si ringraziano, si amano. Punto. E si amano se sono degni di essere amati, non per mero senso di colpa e per invincibile soggezione. I genitori si ringraziano onorandoli con l'esempio e con la realizzazione di sé. Peraltro, dare la vita, nel senso di generare a séguito di atto sessuale consenziente, è uno degli atti più egoistici e autocelebrativi che un essere umano può compiere, perché tende quasi esclusivamente all'illusorio conseguimento dell'immortalità. Nella mia visione, "dare la vita" attiene soprattutto alla sfera spirituale e culturale e affettiva delle persone. Purtroppo ci sono, invece, genitori anaffettivi, manipolatori e violenti che tolgono vita alla vita dei propri figli. Quindi, attenzione agli slogan moraleggianti, per vivere tali problematiche con una capacità di analisi maggiore. In conclusione, altri due aspetti criticabili della discussione. Il primo riguarda la questione dell'anonimato. Rimango esterrefatto innanzi ad una purchessia giustificazione dell'uso dell'anonimato: è una pratica infame, che non trova alcuna giustificazione, che squalifica umanamente e giuridicamente colui che la utilizza come scudo. Non c'è altro da dire. Il secondo aspetto riguarda l'incredibile sintesi interpretativa che il nostro Anonimo ci ha propinato relativamente all'episodio di Polifemo. Io posso anche sospettare che il nostro Anonimo sia abituato a épater le bourgeois, sparandole più grosse possibile. Ma qui si esagera. Affermare di sentire tenerezza per Polifemo forse può fare effetto su una quindicenne decerebrata, ma tra persone adulte fa solo ridere. Sentire tenerezza per un mostro che fa a pezzi i compagni di Ulisse, senza alcun motivo se non la crudeltà famelica, e se ne ciba innanzi ai superstiti è un preoccupante sintomo, sui cui il nostro stesso Anonimo dovrebbe riflettere. Ho concluso. Una sola precisazione: questo mio intervento non è finalizzato ad indurre il nostro Anonimo a svelare la sua identità, anzi lo prego di non farlo. Infatti, non vorrei scoprire in lui un mio parente: sarei costretto ad interrompere i rapporti. Un saluto affettuoso a Francesca, di cui ho il privilegio e l'orgoglio di essere amico, stimandola profondamente come donna, come musicista, come scrittrice, come amica. Luca Astolfoni Fossi

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  14. Ci sono silenzi talvolta che valgono più di mille parole. Per questo stasera mi asterrò da qualsiasi commento, con profonda gratitudine.
    Francesca

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  15. Gentile sig.ra Giordanino,
    io non la conosco, ma ogni tanto leggo il suo blog senza aver mai commentato. Scusi la mia forse inopportuna domanda: ma perchè scrive un blog se poi giudica offensivi i commenti dei suoi lettori? Sembra che tutti coloro che commentino la conoscano personalmente, forse anche il signor Anonimo che, mi pare, dalla lettura di molti vecchi post, la segue da lungo tempo. Ma allora perchè non fa un blog privato? Non mi sembra che il sig. Anonimo l'abbia insultata, nè lei nè chiunque altro, o abbia giudicato quello che lei fa, ha solo espresso un pensiero anche in maniera partecipe. Non condivido neanche il commento del sig. Astolfoni Fossi che si contraddice facendo lui sì del moralismo. Non è la prima volta che lei ci fa partecipi dei suoi dissidi di famiglia e il sig. Anonimo ha reagito forse non sapendo che toccava un punto delicato, ma dopotutto non è lui che le ha chiesto di parlarne. Forse si sbaglia anche sul fatto che lei sia figlia unica e non fa professioni di fede d'amicizia (forse perchè è suo amico davvero), nè la tratta paternalisticamente e soprattutto non affigge i suoi nomi e cognomi, ma reagisce a quello che lei scrive e non solo a lvello virtuale, ma anche nel reale, visto che sono le sue parole che lo hanno motivato a compiere un gesto d'affetto nei confronti dei suoi "vecchi" genitori. In più non mi sembra affatto un moralista, ma un umanista rispettoso della vita e la sua lettura dell'Odissea è originale (probabilmente riprende una delle interviste impossibili di Emma Dante), strizza l'occhio a Borges e alla sua arte dell'invettiva chiamando "squittii" la sua risposta e con leggerezza probabilmente andrà a confidare a Rachid le sue disavventure, sempre supponendo che sia la stessa persona dell'Anonimo di qualche post passato.
    Il web è un posto strano: ci si trova di tutto e una certa cautela è d'obbligo: io non mi arrischierei a pubblicare tutti i dati che lei dà su sè stessa, ma sicuramente lei lo fa a ragion veduta.
    La saluto cordialmente
    Giancarlo da Verona

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