mercoledì 8 febbraio 2012

Crotalo o pavone



Ah, che bella invenzione l'emicrania fulminante!
Ti permette di mettere da parte ogni tuo problema esistenziale per costringerti alla pura sofferenza fisica.
In qualche modo perverso riveste un ruolo di utilità sociale.
Quasi una metempsicosi su un piano diverso del banale esistere comune.
Soprattutto se il pomeriggio appena finito è stato vissuto all'insegna dello sbigottimento/incazzatura.
Oggi ho avuto la seria tentazione di trasformarmi definitivamente in una di quelle donne dall'aria odiosamente  blasè che ad ogni invito pur banale da parte di un loro simile rispondono con un distaccato ed elegante (e quanto mai falso): scusa, ma ho proprio da fare!
L'ennesima occasione perduta per la mia "noblesse oblige" incalzante di fare il proprio dovere.
Ma fatemelo dire col cuore: che strazio essere costretti a tanto!
Una volta le donne venivano rispettate pur nelle piccole cose.
Anzi, soprattutto nelle piccole cose.
Ora l'unico modo per farsi rispettare è NON CALCOLARE MINIMAMENTE NESSUNO.
Il cafone nascosto nel ventre di ognuno è sempre in agguato dietro l'angolo.
Mi domando - in un mondo che vive secondo queste regole - quale spazio ancora vi sia per la spontaneità.
Per il calore umano di un abbraccio istintivo, per un gesto nato dal bisogno sincero di manifestare un sentimento invece che da un calcolo razionale sulla necessità (nonchè utilità) sociale di esprimerne un qualche surrogato.
Oggi è stata l'ulteriore riprova del fatto che sempre più mi piacerebbe vivere in un parco nazionale protetto, foss'anche con un bollino blu appiccicato alle natiche. 
Certi incontri - per statuto interno della struttura - sarebbero per lo meno impensabili.
Vi pare poco?
Certo dovrei rinunciare alla libertà di scelta.
E so - da leonessa - che la cosa mi infastidirebbe.
Che devo fare dunque?
Ruggire ad ogni incontro, senza risparmiare nessuno, senza fare distinzioni tra il possibile onesto malcapitato e il furbo borseggiatore d'anime come forma preventiva d'avvertimento?
Che fatica!
Forse, nella celebre pubblicità di biscotti intendevano proprio questo quando si riferivano alla ormai ben nota giungla urbana.
E allora ROARRRRRRRRRRRRRR!
Non sia mai che si dica che la sfida mi faccia paura.
E' ovvio che in una simil tenzone chi corre veloce sarà l'unico a mettersi in salvo.
Per tutti gli altri - spiace dirlo -  non vedo molte alternative ad una morte sempre meno metaforica.
Ma considerate la cosa - per quanto crudele - anche dal mio punto di vista.
Almeno - con i loro cadaveri - saprò come sfamarmi per una intera settimana.

D'altronde, costringermi ad essere Leonessa dovrà pur avere un prezzo.
Che piaccia a tutti o no.

Francesca

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