lunedì 10 ottobre 2011

This is not my fault


 
Stasera la casa è vuota. 
Una lampada viola riluce sul tavolino accanto alla tv, accesa ma silenziosa.
Non so perchè lo faccio. Mi capita da quando ho vissuto da sola la prima volta a Milano, circa 18 secoli fa.
Intendo, tenere la tv in funzione ma muta.
Forse allenta la tensione della solitudine. E distrae l'occhio dalla totale assenza di movimento.
Sono tutta un dolore: ho mal di testa, male alle giunture e anche al portafogli.
Oggi pomeriggio sono stata vittima di shopping compulsivo e ho dovuto affrontare per l'ennesima volta l'imbarazzante tragedia di trovarmi nuda in un camerino davanti ad uno specchio "wide screen". 
Ma - dico io - lo fanno apposta gli arredatori dei negozi a sistemare specchio, neon e sgabellini in modo da farci risultare alte 1 metro e un tappo e larghe altrettanto?
Io ben comprendo che per decidere quale capo comprare dobbiamo avere una visione chiara del nostro futuro acquisto ma credo anche che - di tanto in tanto - un bicchiere di prosecco di benvenuto, una calda luce soffusa e una poltrona imbottita metterebbero la cliente in una situazione psicologica più incline allo spendere.
Insomma, per dirla in breve, farci sentire totalmente inadeguate con il VOSTRO abito indosso - con i manichini taglia 32 che sorridono al di là della tenda della vergogna  - FORSE non aiuta molto la vendita.
Voi direte: ma tu oggi alla fine hai comprato!
Sì, certo, ma  a pranzo mentre il mio uomo si scofanava una Wienerschnitzel ripiena di formaggio io pasteggiavo con insalatina e zucchine grigliate. E - Dio mio! - beffa delle beffe il cameriere quando ha portato il mio piatto ha sussurrato al maschio beato e soddisfatto: Eh, le solite donne!
Ma come... Io, proprio io, che venero Julia Child, il burro, le crostate, i soufflè, il cioccolato, io che sfoglio pagine e pagine di ricette reali e virtuali per soddisfare anche i palati più esigenti, alla fine vengo scambiata per una banale, sciatta e psicologicamente instabile aspirante (mooooolto aspirante) anoressica???
Al diavolo i servizi fotografici! Alla fine mi sono lasciata tentare dal Caffè alla viennese e mi sono ubriacata di panna montata.
Certo, è da quando son tornata a casa che evito lo specchio.
E anche la soffusa luce viola del salotto non aiuta a farmi sentire meglio.
Quindi se qualcuno mi spiasse dal parcheggio di fronte mi scoprirebbe seppellita sotto svariati strati di coperte di pile e cuscini di innumerevoli fogge e colori. 
Ahi, cruda sorte!
Questa è la vita.
E domani si ritorna a Bayaderiggiare.
Meglio così. Più si lavora, meno tempo si concede all'autocommiserazione.
E poi al sovvenir del problema "parcheggio", tutto il resto del creato perde quel senso di originario estatico fulgore.

Francesca

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