lunedì 17 febbraio 2014

Apollo Smintheus



"Godel non ha distrutto la matematica. L'ha ispirata. Tutti sono stati ispirati da Godel, in particolare Turing. Cantor ha dimostrato che si possono aggiungere sempre nuovi infiniti all'infinito. Godel ha dimostrato che si possono aggiungere sempre nuovi assiomi alla matematica... e non pensare che sia sempre possibile provare una cosa vera. Turing ha dimostrato che esistono dei programmi informatici che non terminano mai. 
E' elettrizzante, se ci pensi."

SCARLETT THOMAS - PopCo

Non vi capita mai di leggere un libro e improvvisamente desiderare di fare qualcosa di straordinario della vostra vita?
A me sì.
Certo bisognerebbe mettersi d'accordo su cosa significhi rendere "straordinaria" la propria esistenza.
Di certo vuol dire renderla fuori dell'ordinario.
Ma cosa è "ordinario" a questo mondo?
Dovremmo prima concentrarci su questo.
Noi mangiamo le mucche: è un fatto "normale".
Ma andatelo a spiegare ad un indiano (dell'India, non a quello simile a Toro Seduto).
Noi mangiamo anche il maiale.
Ma provate ad offrire una carbonara ad un musulmano (oddio, a me è anche capitato di dar da mangiare una carbonara ad una tribù di uomini blu del deserto dentro una tenda alle pendici del Sahara in cui ho anche suonato il violino in ginocchio su un tappeto persiano, ma questa è un'altra storia...).

Quindi la normalità in cosa si concretizza?
E' un fatto culturale o è solo un insieme di fattori determinanti (e determinati da) un'abitudine talmente consolidata nel tempo e dal tempo da convincerci a darla per scontata?
Domande bizzarre per un lunedì mattina sui generis.
In ogni caso - mettendosi d'accordo o meno sul concetto di "normalità" - insisto sul fatto che a fronte di certe letture la voglia di compiere imprese al di là dell'ordinario mi assale come l'ossessivo-compulsivo sente la vitale necessità di camminare solo sulle mattonelle bianche del suo pavimento a scacchi.
Nell'ordine mi piacerebbe partire per un viaggio nello spazio con una navicella inventata e pilotata da me - anche se non si sa bene con quali mezzi sia pratici che ideativi -; scovare le prove di una vita aliena sul nostro pianeta nascoste in un antro segreto di qualche piramide ancora da disseppellire; scrivere un romanzo che cambierà la vita di chi lo legge dopo essermi rintanata per un anno in un monastero disabitato e privo di riscaldamento (che per me significa il massimo del sacrificio); cadere in un qualche buco cosmico-temporale che disveli alla mia coscienza in un nanosecondo i segreti dell'universo, dell'antimateria e della sovrapposizione dimensionale degli universi paralleli.

Sì lo so... E' solo lunedì mattina.
Dovrei concentrarmi su fatti pratici come mettere mano al violino, stirare qualche camicia e preparare un pranzo decente.
Ma la mente - la mia in particolare - è fatta così: incapace di restare coi piedi in terra per più di qualche giorno, a meno che non vi sia costretta dalle circostanze.
Certo Scarlett Thomas ha una grossa responsabilità in questo, almeno nei miei riguardi.
Ma - in fondo - non siamo noi stessi a guidare i nostri destini verso ciò di cui abbiamo più bisogno per evolverci?
Tendo ad esserne convinta ogni giorno di più.
Quindi bando alle ciance!
La fantasia non ha mai ucciso nessuno.
Anzi: ha permesso all'uomo di essere ciò che oggi è.
Qualcuno di ciò si lamenterà, qualcuno applaudirà.
Dal canto mio ribatterò solo con una frase della Thomas tratta dal romanzo "Che fine ha fatto Mr. Y?" : La materia va codificata, prima che possa significare qualcosa. E il pensiero è ciò che codifica la materia. Il pensiero decide dove si trova l'elettrone.

Decidete dunque strada facendo dove si trovano i vostri elettroni.
Buona ricerca a tutti!

Nathaniel


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