sabato 20 aprile 2013

Millenni.... E poi?



Le relazioni umane in questa dimensione si basano principalmente (se non esclusivamente nella maggior parte dei casi) sullo sfruttamento.
E' un genere di sfruttamento sottile, non certo quello evidente delle fabbriche per minori.
Così sarebbe eccessivamente lapalissiano e il gioco sarebbe presto scoperto.
Parlo di uno sfruttamento di natura inconscia in cui ciascuno utilizza l'altro (chiunque sia questo "altro") per soddisfare il proprio ego, il proprio bisogno di sentirsi appagato nelle proprie malattie mentali (che pressoché governano la nostra vita), nelle proprie mancanze.
Perchè è sempre più facile "rubare" al proprio vicino ciò di cui si ha bisogno piuttosto che diventare consapevoli di quella carenza interiore e provvedere a colmarla da soli.

Vogliamo fare degli esempi per rendere la questione di facile accesso?
Se una madre impedisce al proprio figlio di far da sé per quello che viene definito nella collettiva morale demagogia "eccesso di premura o eccesso d'amore", in realtà sta rubando a quel figlio il diritto di essere autonomo e anche di sbagliare in modo autonomo (sacrosanto e meraviglioso diritto!!!!!) per appagare il proprio falso bisogno di sentirsi indispensabile.
Inoltre "ruba" l'idea di un appagamento totalmente fittizio che non impedirà al suo stato mentale un secondo più tardi di essere di nuovo preda della "necessità", trovandosi quindi nella spiacevole condizione di continuare a rubare qualcosa a qualcuno per tutta la durata della giornata (e della vita).
Idem se la questione avviene fra marito e moglie o fra due amici o in un gruppo di lavoro.

Altro esempio: se ci si ciba costantemente della benevolenza altrui (spesso pietosa e legata ai sensi di colpa) nei propri riguardi pur avendo commesso atti che andrebbero "puniti" (non in senso negativo ma costruttivo), si sfrutta il masochismo e la debolezza di chi si ha intorno per non assumersi le responsabilità dei propri gesti e si condanna se stessi e l'altro alla stasi animica, che poi di fatto è involuzione allo stato puro.

Tutto infatti in Vita è movimento: il concetto di "immobilità" è illusione senza tregua.
La palude è sì immobile ma ristagna e imputridisce e fa imputridire ogni creatura che giunge a contatto con essa. Di fatto dunque coloro che si immergeranno nella palude non manterranno lo status quo ma "involveranno".

Chi non cammina in avanti, scivola verso il baratro che ha dietro di sé.

A noi la scelta.
Anche se - a dir la Verità in modo schietto - ormai il Tempo delle scelte è decisamente terminato.

Nathaniel


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