Quando ci si abitua al male,
il male si abitua a noi.
Si abitua a ronzarci intorno, come una mosca molesta.
E noi – disperati – godiamo del suo ronzare,
perché ci fa sentire meno soli, meno vuoti.
Ma in realtà la mosca è morta.
Noi la vediamo ronzare per tenerci in vita.
Perché se non avessimo neppure quel ronzare,
cosa ci farebbe respirare?
Eppure se rinunciassimo all’idea della mosca e alla sua illusione,
saremmo costretti a guardare oltre
e scopriremmo la Vita.
Quella che ci è sempre sfuggita,
quella di cui abbiamo avuto sempre così paura,
quella che ci sembrava insormontabile,
troppo dura per le nostre fragili spalle.
Ma noi siamo fatti a misura della Vita.
Tutto quello che ci allontana da Essa,
malanni, nevrosi, alcool,
sono solo la mosca che ronza nella nostra testa.
Non è reale anche se per noi lo è.
Allora come si fa a distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è?
Se anche la nostra vista ci inganna, se il nostro cuore ci inganna,
cosa mai sarà capace di farci vedere i veri confini del mondo?
La Luce.
E spesso la Luce la si vede quando intorno è buio, inesorabilmente buio,
come accade con le stelle nel cielo notturno.
Ma bisogna rinunciare anche alla luminosità pur piccola e crudele della mosca.
Bisogna essere davvero niente
per ritrovare il tutto.
Sii vuoto oggi
e domani ti risveglierai pieno.
Francesca
Se il Tempo e lo Spazio non esistessero, questa realta' non esisterebbe.
RispondiEliminaIl Tempo e lo Spazio non esistono in quanto esiste Dio...
Giacomo