martedì 11 marzo 2014

33 trentini entrarono a Trento trotterellando...



Di norma l'educazione spirituale generalmente intesa nella contemporaneità si esplica nella ripetizione barbosa di qualche Ave Maria o nella superficiale confessione di peccati che spesso non si è nemmeno inteso di aver commesso nè perchè.
Mentre invece - nella realtà dei fatti - essa è ben altra cosa.
L'educazione spirituale è il nerbo attorno cui gravita la nostra vita umana.
Ma di umano - ahimè - in molte manifestazioni che osservo quotidianamente intorno a me vedo ormai ben poco. 
Ci siamo abituati alla bruttura, all'incesto morale, allo scempio globalizzato; le storture sociali sono ormai qualcosa di accettato e incoraggiato, ogni ordine naturale è sovvertito a favore di un caos che tutto distrugge e annienta, il buonsenso sembra esser diventato una bestemmia al cospetto di Dio così come la semplicità, l'ingegno creativo, l'onestà, la fiducia nel prossimo.
I "buoni" sono divenuti malvagi e viceversa, poichè il marketing ha vinto su ogni cosa.
E il marketing decide e pianifica in cosa ciascun essere vivente della Terra debba credere e in cosa no.

Il genere umano ha barcollato nell'ultimo secolo.
In questo sta decisamente precipitando.
Verso dove?
Nemmeno lui lo sa.
L'inconsapevolezza è la bandiera più gradita dietro cui ognuno è pronto a schierarsi.
Siamo tutti divenuti burattini ignari proprietà di un Mangiafuoco potente ed invinsibile.
Potente proprio perchè invisibile.

Se credessi all'Anticristo direi che questi sono decisamente i suoi tempi.
Ma non ho questa credenza.
Non a sfondo cattolico, almeno.

Non vuole essere un post apocalittico, il mio.
Voglio essere pragmatica, empirica, newtoniana quasi.
Sperimentazione, osservazione, analisi.
Non sono certo una fan di Newton ma in simili casi non resta molto altro da fare per riuscire ad avere un'idea chiara del panorama generale e impostare una strategia d'azione.

Non sono mai stata un soggetto dedito alla popolarità.
Per la maggior parte della mia vita mi sono state accollate colpe che non avevo, epiteti che non meritavo, ruoli che non rivestivo.
Eppure sembrava che più mi sforzassi di smentire le "voci di corridoio" e più esse si moltiplicavano, ferendomi a morte.
Quando ad un certo punto - non ricordo bene il momento esatto - accadde un fatto prodigioso: improvvisamente di quelle dicerie, di quel veleno, di quell'abominio zingaresco fatto di vacuo cicaleccio sadico non mi importò più alcunchè. 
Essere "contro" non mi importò più.
Essere impopolare non mi importò più.
E lì, in quel magico momento di pura catarsi, scoprii un fatto ancor più sorprendente: mi accorsi che essere "contro" era molto più stimolante, fantasioso e persino divertente di quanto essere "pro" avrebbe mai potuto rivelarsi.
Essere la pecora nera agli occhi degli altri comportava enormi vantaggi, il primo era quello di non essere costretta a belare in coro quando gli altri lo facevano.
E neppure venivo sgridata per la mia astensione!
Nessuno infatti si aspetta mai nulla di sensato da una pecora nera.
La pecora nera ha come unico compito quello di accrescere l'autostima delle pecore bianche perchè "loro sì che sono dalla parte della ragione, che sanno come si vive".

Dopo un po' che ebbi accettato l'idea di essere una pecora nera - e che la maggior parte degli "altri" erano di fatto pecore bianche - mi accorsi di un fatto strano: che la differenza tra me e le altre pecore stava solo nel fatto che loro usassero la candeggina mentre io andavo fiera del mio colore naturale.

Che significa?
E' una metafora.
Ognuno ci trovi il significato che più gli piace.
L'unica cosa che conta qui è sapere chi si è e perchè si sono fatte le scelte che ci hanno condotti nel luogo e nel tempo in cui ci si trova al momento presente.
Scelte che parlano di sè, della propria identità, del proprio nucleo primigenio, della propria struttura di credenze, di speranze e di sogni per il futuro.

Il resto è candeggina.
Fatene voi ciò che più vi aggrada.

Nathaniel

PS: Aggiungo in calce una frase letta or ora sul sito Il Perlaio ideato e gestito
     dal mio caro amico Orfeo:
     "Non dimenticare mai che solo i pesci morti nuotano con la corrente."  Malcolm Muggeridge
   



Nessun commento:

Posta un commento