sabato 7 settembre 2013

Tangenziale sud



Ieri sono tornata all'Ikea.
Banalità quotidiana, qualcuno potrà asserire.
Nel mio caso andare all'Ikea significa avere un valido motivo coscienziale per farlo.
Un motivo che spinge a guardare avanti e a non ristagnare in un presente paludoso.
Quando comincio a fare progetti di vita, l'Ikea mi accompagna ad ogni passo.
Anche solo comprando una candela o una morbida coperta di pile.

Ci sono andata da sola, questa volta.
Non mi capitava da molto tempo.
Almeno da 7 anni.
E' così che partono i famosi, noiosi, banali "bilanci" esistenziali. 
Volente o nolente.
L'ultima volta che mi sono ritrovata con un carrello a vagare tra posate e cucine vivevo ancora a Roma e la mia vita - o non-vita - era molto diversa da ora.
Ero "inserita" in questa cosa un po' torbida e avvilente che chiamiamo società, o routine o  
- udite udite! - "normalità".
Bah! Che poi scusate.... Chi definisce i parametri della normalità nel nostro mondo?
A me sembra normale mangiare una bistecca di filetto e arrostire una salsiccia sul barbecue: abitassi in India o in Arabia Saudita tuttavia, sicuramente non mi sembrerebbe tanto normale nutrirmi rispettivamente di un animale sacro e di uno proibito da severissime leggi religiose. 
Questione di punti di vista.
Mi si verrà a dire: sì, ma le abitudini culinarie sono circoscritte e comprensibilmente differenti.
Ok, allora vi dico che per i musulmani è normale obbligare le proprie donne ad indossare il velo, talvolta persino il burka.
Provate a trasferire questa "normalità" alle nostre figlie di 15 anni in piena fase "Più corta è la gonna più sono popolare" e vedrete che successone!
Devo continuare?
Sarebbe obsoleto a dire poco.

Dunque cosa è la "normalità"?
E' un concetto talmente labile, soggetto a qualunque tipo di contraddizione in termini da poter essere definito senza troppi indugi un vero e proprio paradosso.
Per me la normalità non esiste. E' quasi una bestemmia.
Perchè?
Perchè in questa esistenza multisfaccettata di "normale" non esiste nulla.
La regola è di fatto l'eccezione.
E gli esseri umani non sfuggono - mai e poi mai - a questo principio.

In definitiva, ieri sono andata all'Ikea.
Non perchè avessi bisogno di sentirmi "normale" (chè quella è una condizione di cui manco a 90 anni avrò necessità....).
Più che altro ci sono andata per comprare un paio di copripiumini e un vassoio utile per portare la colazione a letto.

Scoprite voi, se avete tempo e voglia, se esiste e quale sia il significato esoterico nascosto in questo.

Nathaniel

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