domenica 16 giugno 2013

Borghetto



L'estate è entrata spavalda dalle nostre finestre semichiuse.
Non eravamo pronti a riceverla: così pieni d'affanno per le nostre crisi rincorrevamo le nuvole che andavano e venivano nei cieli, costringendoci di volta in volta a ripiegare e tirar fuori il maglione di turno.
Ma ora è qui. E dobbiamo farci i conti.
Come con la nostra Vita.
Non c'è differenza.
L'estate - come la Vita - si presenta all'improvviso: non chiede permesso, non disturba troppo né si permette di fare chiasso. 
Semplicemente è. 
E noi La sentiamo ronzare nelle orecchie, fluttuare nei polmoni, scorrerci nelle vene.
E' un magma che non si può fermare. Una melodia che non si può non udire.
Semplicemente esiste.
E ci costringe ad accorgerci di Lei.
Non ha fretta. Sta lì seduta in un angolo, paziente, come una vecchina col suo lavoro a maglia.
Di tanto in tanto alza la testa e ci guarda negli occhi e capisce dal nostro sguardo se siamo pronti ad ascoltare le Sue parole o se è ancora il momento di sorridere in silenzio, chinare il capo e tornare a sferruzzare.
Lei ci osserva, pur nell'immobilità. E conosce ogni nostro respiro. 
Sa quando giunge il Tempo di farsi avanti, di chiedere un bicchiere d'acqua o di poter usare la toilette.
Se restiamo attenti, con noi si mostrerà gentile, compassionevole e premurosa.
Ma se neghiamo a noi stessi il fatto che sia seduta in quell'angolo, allora comincerà ad agitarsi.
Prima farà cadere un gomitolo di filo nella speranza di farci avvicinare per giocare, come un gatto selvatico solleticato dalla curiosità. Poi farà scricchiolare la sedia su cui è adagiata. E inizierà a canticchiare sommessa una melodia che noi - pur non avendola mai udita - conosciamo bene, perchè è incisa a fuoco nelle nostre memorie animiche.
Se anche questo non susciterà in noi alcuna reazione allora la vedrete alzarsi nel cuore della notte per rompere vasi e bicchieri, allagare la cucina, saltare sul divano del salotto fino a rompere le molle, irrompere in camera da letto e tirarci via le coperte, sostituire il dentifricio con la crema per i piedi come Amélie, bagnarci le candele dell'auto, mettere una pulce sul nostro abito preferito e far grandinare nell'unica giornata di mare che possiamo concederci in tutta l'estate.
Perché lo fa, voi chiederete?
Per dispetto, per rabbia, per solitudine?
No.
Potrà mai la Vita essere arrabbiata o sentirsi sola? 
Sarebbe un paradosso allo stato puro.
Essa lo fa per noi, a nostro totale beneficio.
Per farci svegliare, per farci vedere, per farci sentire che dietro cuori di metallo e menti ossute siamo ancora umani, che siamo ancora vivi e obbediamo alla legge della Vita, che non è stata scritta da alcun parlamento, ma è semplicemente tatuata sulle nostre vene.

L'estate è arrivata. La Vita insieme a lei.
Ringrazio la Terra, i pianeti, l'Universo e tutte le persone che ho conosciuto e conoscerò nella mia esistenza per questo immenso, inconoscibile, indescrivibile privilegio.

"La fede, come la paura o l'amore, è una forza che va compresa come noi comprendiamo la teoria della relatività, il principio di indeterminazione, fenomeni che stabiliscono il corso della nostra vita. Ieri la mia vita andava in una direzione, oggi va verso un'altra, ieri credevo che non avrei mai fatto quello che ho fatto oggi, queste forze che spesso ricreano tempo e spazio, che possono modellare e alterare chi immaginiamo di essere, cominciano molto prima che nasciamo e continuano dopo che spiriamo. Le nostre vite e le nostre scelte, come traiettorie dei quanti, sono comprese momento per momento, a ogni punto di intersezione, ogni incontro suggerisce una nuova potenziale direzione."

Dal film "Cloud Atlas"

Nathaniel




Nessun commento:

Posta un commento