mercoledì 11 luglio 2012

Coraggio e cena al mare




Dopo una giornata difficile mi siedo alla scrivania, riflettendo ad alta voce.
Il sole - nonostante l'ora quasi crepuscolare - scalda ancora le pareti della stanza.
Cerco refrigerio per lo spirito nella musica di Howard Shore.
E le immagini della Contea anche solo riflesse nella mente servono a placare l'animo bollente.

Quando finisce la nostra responsabilità sulla vita altrui?
Dove inizia il loro libero arbitrio.
E dove finisce il nostro attaccamento alle reazioni del prossimo?
Quando ci si estranea dall'identificazione e si guarda la marea della vita da una prospettiva diversa, come fa l'aquila quando si libra fiera tra le cime di alte montagne.

Ebbene... Oggi le mie ali non si sono aperte. Oggi la mia aquila non ha volato.
Oggi sono rimasta inchiodata al suolo dell'aspettativa.
Ed ho sofferto le catene impostemi da leggi che ben conosco e che pure non sono stata capace di evitare.

Ma anche questo concerne l'evoluzione.
Non ci si evolve quando si arriva a destinazione ma per tramite dello sforzo che si compie per giungere alla meta.
Ammettendo i propri errori, le proprie debolezze, le proprie "umanità".

Questo è l'unico modo per andare oltre.
Guardarsi per ciò che si è, al di là di vani tentativi egoici che ci rendono le spalle pesanti e i sogni opachi.

Oggi canto la meraviglia dell'errore umano, senza il quale l'evoluzione non avrebbe neppure posto in questo universo.

Francesca

2 commenti:

  1. Dal dolore nascono meraviglie...

    Giacomo :)

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  2. Lo dico senza ombra di presunzione alcuna: che fatica - talvolta - essere me!
    F.

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