domenica 22 aprile 2012

Nuovole ad ovest



E' davvero difficile riuscire ad offrire alle persone che vivono intorno a noi una visione del "mondo" più allargata rispetto a quella che i loro occhi scelgono di vedere. 
Convincerli che perseverare nel guardare i programmi di dibattito politico in tv non li renderà più consapevoli ma solo inconsciamente "allineati" al sistema.
Che rispondere alla violenza con altra violenza alimenta la violenza e di certo non facilita la sua eliminazione.
E' come curare un dolore al ginocchio dandoci una martellata sopra.
Voi lo fareste?
No. 
Ma solo perchè riguarda una faccenda del tutto "materiale". 
Quando si passa a parlare di cose più eteriche, di concetti, di morale la regola del "buon senso" scompare.
Allora si risponde virtualmente ad un assassino o ad uno stupratore con "So io cosa ti farei".
Insomma, si martella l'arto dolorante nella speranza folle che così guarisca presto e bene.
Bisogna sempre fare molta attenzione a distinguere tra il fare la cosa giusta (che implica necessariamente che sia giusta per me e per l'altro) e fare la cosa che al momento saturerebbe SOLO ME di un falso senso di giustizia (ovvero la legge dell'occhio x occhio). 
C'è sicuramente chi - dopo aver letto le mie parole - mi definirà "buonista" o "pacifista". 
O con qualche altro simile epiteto che finisce per "ista".
Ma non è così semplice la questione.
E' molto più complessa e vasta. E per capire davvero cosa accade intorno a noi bisogna prima di tutto imparare a mettersi in discussione e comprendere appieno se stessi.
Senza giudicarsi. Con obiettività e pazienza. Guardando a fondo.
Mi rendo conto tuttavia che il libero arbitrio è e rimane il dono più prezioso che questa Vita ci ha fatto. 
Che non si può costringere qualcuno a scegliere la via più saggia, pur sapendo che per quel qualcuno continuare a scegliere una via diversa lo condurrà probabilmente alla sofferenza, se non vi è già.
Citando una frase che ultimamente mi sono sentita ripetere spesso e da più persone: "E' un suo percorso".
A ciascuno il suo. Ciascuno sceglie. Ognuno di noi ha questo diritto/dovere verso di sè.
Ciò che dal canto mio posso serenamente affermare è che il percorso "in salita" verso la Luce è sì fatto di fatiche, errori e fraintendimenti ma anche di rivelazioni e incontri meravigliosi.
E che ne vale sempre la pena.
Vale davvero la pena di lasciarsi alle spalle lo zaino delle presunte necessità e proseguire oltre, verso territori sconosciuti o probabilmente solo dimenticati.
Con il cuore palpitante e lo sguardo perpetuamente rivolto ad Oriente.
Ricordando sempre che la meta è eternamente presente durante tutto il cammino.

Francesca Aurora

1 commento:

  1. Vorrei iniziare-concludere dandoti della FuochISTA... Non si tratta di un treno a vapore.

    Molto Molto bene detto :)
    Giacomo

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