mercoledì 11 aprile 2012

Sguardo apotropaico



Ho sempre più il sospetto di non avere nulla di umano all'interno della mia anima.
Perlomeno, non del tutto.
Certi meccanismi che appaiono non solo leciti ma scontati per la maggior parte dei miei "simili" esulano dalla mia capacità di comprensione.
Ad esempio, perchè chi fa carriera deve improvvisamente diventare indifferente o sgarbato con chi prima trattava con amicizia e rispetto?
Perchè farsi strada nella vita deve giocoforza coincidere con il diventare persone egoiste e distaccate che si sentono superiori a chicchessia?
Colui che impara e progredisce a mio avviso dovrebbe avvicinarsi all'Uomo, non allontanarsene con affettato sdegno.
Anche perchè quest'individuo che si sente "arrivato", una volta resosi superiore a tutti, sarà necessariamente solo.
E se dovesse cadere - perchè la sorte non è del tutto nelle nostre mani -  quali e quante braccia tese troverà pronte a sorreggerlo? 
E cosa mai potrà condividere ancora col prossimo suo se non lo sdegno o l'ipocrita idolatria con cui di rimando verrà trattato?
Vale davvero dunque la pena di sacrificare lo Spirito sull'altare della vanità?
Io rispondo seccamente di no.
E vorrei tanto che tutti fossero capaci di capire questo.
Ma mi rendo conto che ognuno ha la sua strada su cui segnare le tappe, con cui giocare al proprio personalissimo "Gioco dell'Oca".
E nessuno - proprio nessuno - ha il diritto di interferire.
Neppure Dio.

Francesca

PS: Il titolo del post non si riferisce ovviamente all'immagine: è la summa del suo opposto.



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