domenica 21 dicembre 2014

L'albero della vita



Il Natale è una festa inutile.
Più passano gli anni e più ne divento consapevole.
E non solo si rivela una ricorrenza inutile ma alquanto dannosa per la salute fisica e spirituale di mezzo mondo.
Se si gira per le strade di una città italiana qualunque si può facilmente vedere gente stressata oltre ogni immaginazione che per comprare il "regalo santo" da mettere sotto l'albero da parte di Gesù Bambino ammazzerebbe la propria madre e gran parte del vicinato (che poi cosa ci azzecca l'albero con la nascita di Gesù è una faccenda tutta da verificare...).
L'aria è satura di miasmi provenienti dai tubi di scappamento di auto incolonnate che cercano di districarsi - senza riuscirvi - nel traffico cittadino: i loro proprietari vanno alla ricerca di cose inutili da comprare per persone che ritengono ancora più inutili del regalo stesso, ma si sa, la "forma" è importante.
Non si vede sorridere più nessuno, a parte le commesse dei negozi che per contratto sono obbligate a farlo; ma in realtà - mentre ti accolgono calorosamente nel loro esercizio - vorrebbero solo mandarti a quel paese nel più breve tempo possibile e dedicarsi a più amene attività, tipo leggere "Novella 2000" o scrivere su Facebook del loro ultimo inutile acquisto o messaggiarsi con l'amica del cuore per spettegolare su quale favolosa località sciistica le accoglierà l'ultimo dell'anno.
E infine chiunque - ma proprio chiunque, pure la sottoscritta - è assalito da quel vago senso di colpa che ti serra la gola fino a quando non hai finito di incartare l'ultimo pacchetto e scritto l'ultimo biglietto di auguri.

Sopravvivere al Natale non è mai stato facile.
In questi ultimi anni lo è diventato sempre di più.
Si ha l'obbligo morale di essere felici anche se si è incazzati col mondo (e spesso a ragione). 
E quindi si reprime, ci si costringe ad accogliere parenti serpenti tra le mura di casa per condividere l'ipocrisia di una festa che non ha più nulla del suo antico significato (sempre che mai l'abbia avuto).
Ci si riempie la pancia di calorie non necessarie fino allo sfinimento. E si simula una felicità, una leggerezza che appesantisce ulteriormente il cuore.

Quest'anno ai miei amici ho regalato solo pietre. 
Potranno indossarle, usarle per purificare la propria casa o tirarle contro una vetrina o contro la testa di qualcuno che sta loro particolarmente antipatico.

Non sarà glamour ma è utile.
E' sempre meglio - in certe situazioni - ritrovarsi un sasso in tasca piuttosto che un completo di pizzo di Victoria's Secret!

Joyeux Noel a tout le monde!

Prana

PS: Quello rappresentato nell'immagine sopra è il simbolo dell'albero della vita celtico. 
Erano i "pagani" ad adorare gli alberi come simboli della natura e della sua abbondanza. I cristiani hanno fatto solo un banale copia-incolla di tradizioni di gran lunga antecedenti.







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