martedì 7 ottobre 2014

Piramidi ostinate



In questi giorni su tutti i giornali non si fa che parlare dell'Opera di Roma, di Muti e della lirica italiana.
Per pietà umana eviterò di emettere la mia personale sentenza: è un fatto che non mi riguarda.
Alcuni di voi potrebbero saggiamente chiedermi: "Ma se sei una violinista e per l'Opera hai anche lavorato come fa a non riguardarti?"
Non mi riguarda non per mia volontà ma per volontà altrui: in certi ambienti sono sempre stata trattata da "paria" perchè precaria.
Quasi che i precari non avessero diritto di esistere o - qualora l'avessero - non avessero in ogni caso diritto di essere trattati come i lavoratori con contratto a tempo indeterminato.
In realtà era come trovarsi in India, con tanto di caste sociali a dominare l'intero panorama esistenziale.
Quindi no, non mi riguarda.
Anche perchè a seguito di svariate esperienze in territorio "nostrano" mi sono risolta a rivolgere all'estero ogni mia risorsa e ricerca.
Si sa, ogni mondo è paese, certo.
Ma una cosa è sicura: in questo di paese ho sperimentato più volte come vanno avanti le cose.
Darò agli altri paesi del mondo dunque un'opportunità.

Non sono la sola.
Conosco decine di persone in vari settori professionali che hanno optato per la medesima soluzione.
Ed ora vivono "felici e contenti", con stipendi e dignità adeguati alle loro capacità professionali.
Se sei "figlio di nessuno", se non hai un cognome importante, un amante importante, un sindacalista di tua conoscenza che ti può dare la spinta giusta al momento giusto, in Italia non sei nessuno.
E non importa quanto qualificato o serio tu sia nello svolgere il tuo lavoro.
La qualità è sempre e comunque l'ultima delle priorità.
Questa è la mia esperienza (a parte rarissimi casi che - per onestà - bisogna pur ammettere che esistono).
Non voglio per ulteriore pietà affrontare il problema dell'essere donna - e in quanto tale essere onesta - in questo sistema corrotto e che va avanti solo per frasi fatte e pregiudizi insensati: è un argomento che mi sta troppo a cuore per essere così vilipeso e mal digerito.

No.
Non mi riguarda. Nè mi interessa.
Come al mondo del lavoro negli ultimi 15 anni non è importato assolutamente nulla di me, dei miei problemi, delle ingiustizie di cui ero vittima e da cui dovevo cavarmi d'impaccio da sola.
E non è importato ovviamente nemmeno di tutta quella "minoranza" di lavoratori senza fissa dimora che abitano l'Italia e che contribuiscono con le tasse che pagano a rendere solvibili gli stipendi e le pensioni di chi vanta certi "diritti".
Si grida allo scandalo quando sono 100 o 1000 persone ad avere un problema.
Ma se è una sola, allora vale la formula del "chissenefrega". In tali circostanze infatti è bastevole che gli assurdi privilegi della massa non vengano toccati.

Tuttavia da un punto di vista filosofico - e anche quantistico - esiste più differenza tra 0 e 1 che tra 1 e centomila.
C'è un abisso incolmabile infatti tra non-esistenza ed esistenza. 
Un abisso che nessun'altra variabile potrà mai eguagliare.
Ma bisogna essere decisamente preparati e colti per cogliere certe sfumature.
Quando sei senza lavoro ti rimane molto tempo libero.
C'è chi lo occupa andando in giro per aperitivi e negozi.
E c'è chi lo usa per accrescere se stesso e la propria prospettiva esistenziale.
Questione di scelte.

No. 
Non mi riguarda.
Mi riguarda solo prepararmi per impiegare onestamente le mie energie per costruire un mondo intorno a me sorretto da principi di trasparenza, onestà e valore.
Ci sono persone che mi additerebbero come un'illusa, come una visionaria.
Vorrei far presente che l'unica frase del "mito" Steve Jobs che condivido è: "Solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo lo cambiano davvero". 
Quindi non sono certo la prima - nè sarò l'ultima -  a credere in certi valori.
E a lottare perchè vincano sull'ipocrisia e faciloneria delle masse.

Quasi un anno fa predissi che l'Opera di Roma avrebbe chiuso.
Amici e familiari mi risero in faccia sfrontatamente.
Hanno smesso di ridere.
Tanto mi basta.

Le altre "profezie" che traboccano dal mio cuore le terrò per me.
Non c'è più gusto a vaticinare qualcosa quando le persone che hai intorno cominciano a crederti.

Prana

Ps: esistono a proposito della dignità riservata ai precari, aneddoti riguardanti "eccellenti" istituzioni in cui ho lavorato che val la pena di raccontare.
Ne narrerò uno fra mille.
Ero alla pausa della prima prova in uno di questi enti, vado al bar interno e chiedo un caffè.  Il barista mi guarda e dice: "Ah, tu sei la nuova SAM!" Io lo guardo attonita e replico: "SAM? Che significa?". E lui: "Ma dai, lo sanno tutti: Sporca Aggiunta di Merda".
Quando si dice l'eccellenza dello stile e del savoir-vivre.
Mes compliments!  


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