A noi
Quando si sopravvive ad una vita come la mia si imparano giocoforza la virtù e la forza.
Sono doti che nessuno sceglie deliberatamente di imparare.
Succede. Succede e basta.
Ci sono esistenze in cui il tempo scorre come un fiume nel suo letto, senza rapide, senza cascate, senza ostruzioni. E quando l'acqua giunge alla foce si getta fra le braccia del mare come un'amante serena ed appagata, ricca di vita e di placida esperienza.
Io non conosco questo privilegio.
La mia esistenza è come una guerra in cui a volte si vince, a volte si perde ma in ogni caso mai è dato di smettere di combattere.
Ogni giorno ci si deve preparare ad affrontare una sfida nuova, un dolore inaspettato, un evento che fa di volta in volta spalancare gli occhi e la bocca e dire "Proprio non me lo aspettavo".
Di tutti i dolori umani quello inatteso è di certo il più deflagrante, il più caustico.
Mi piacerebbe poter affermare di averci fatto l'abitudine.
Ma al dolore non ci si abitua mai.
Si impara a sopportarlo, magari in silenzio, magari sorridendo.
L'abitudine a simili faccende tuttavia non è cosa da esseri umani. Nemmeno quelli più evoluti.
È buffo: alcune persone che hanno imparato a conoscermi meglio mi definiscono saggia.
Trovo però che sia un epiteto a dir poco ironico nel mio caso: la "saggezza" non è stata acquisita per scelta ma per sopravvivenza.
O affrontavo la realtà nella sua cruda interezza o non sarei certo qui oggi a guardare il mondo con i miei scomodi occhi.
Scomodi per me e per l'oggetto su cui si posano.
Io conosco la Verità. Al di là dello spazio e del tempo.
Ma è una conquista che pago ogni giorno.
Come tutti coloro che hanno deciso di sollevare la testa dal fango primordiale e inseguire il sogno dell'evoluzione.
Oggi è solo un altro faticoso gradino che conduce ad uno stadio superiore dell'Anima.
Se mi chiedete se ne valga la pena vi risponderò nell'unico modo sensato che conosco e che già ho menzionato in precedenza: esiste forse altra scelta?
Nathaniel
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