venerdì 25 aprile 2014
Koan
Per avere certe madri
conviene essere orfani.
Per avere certi figli
conviene essere sterili.
Parola di PN.
Pecora Nera.
Nathaniel
giovedì 24 aprile 2014
The Mask
Trovo assurdo che nella propria professione si debba venir discriminati per il proprio aspetto fisico.
Ma d'altronde siamo nel paese di Pulcinella.
W l'Italia...
E - soprattutto - W gli italiani mediocri, ipocriti e che si sentono minacciati dal prossimo e non trovano altro di meglio da fare che schiacciarlo per poter andare avanti.
Per fortuna la bilancia della Vita ragiona secondo criteri molto diversi.
Ed anche io.
Omnia munda mundis
Nathaniel
domenica 13 aprile 2014
Dedicato a....
A Livio
"La verità è qualcosa che dovete vedere subito.
E per vedere qualcosa con chiarezza e subito,
dovete dare il vostro cuore e la vostra mente..."
KRISHNAMURTI
Nathaniel
以心伝心
Esiste un tempo e un luogo per ogni cosa.
Spesso però gli esseri umani si ritrovano ad essere fuori tempo e fuori luogo.
Non perchè lo vogliano ma perchè non sanno come fare altrimenti.
Esiste una storia zen deliziosa che fa capire molto a riguardo:
In un Sutra, Buddha raccontò una parabola. Un uomo che camminava per un campo si imbatté in una tigre. Si mise a correre, tallonato dalla tigre. Giunto a un precipizio, si afferrò alla radice di una vite selvatica e si lasciò penzolare oltre l’orlo. La tigre lo fiutava dall’alto. Tremando, l’uomo guardò giù, dove, in fondo all’abisso, un’altra tigre lo aspettava per divorarlo. Soltanto la vite lo reggeva. Due topi, uno bianco e uno nero, cominciarono a rosicchiare pian piano la vite. L’uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Afferrandosi alla vite con una mano sola, con l’altra spiccò la fragola. Com’era dolce!
(Per la spiegazione dettagliata della storia cliccate qui: La tigre e la fragola)
Molte volte ho ribadito che il tempo e lo spazio non esistono in sè ma esistono in quanto proiezioni della mente.
Una delle frasi che preferisco del film "Al di là dei sogni" dice: Ciò che è vero per la nostra mente, è vero.
Tragicamente corretto.
Quindi lo spazio e il tempo esistono perchè noi vi crediamo.
Come cortocircuitare un sistema chiuso in apparenza perfetto e inviolabile?
Ragionando tramite il linguaggio dei computer sarebbe necessario un elemento esterno che - una volta entrato nel sistema - ne intaccasse dall'interno l'equilibrio.
In altre parole abbiamo bisogno di un virus.
E nella vita "reale" che sperimentiamo ogni giorno, con cosa coincide il virus?
Col silenzio.
E anche coi paradossi.
Lo zen (e la fisica) forniscono silenzi e paradossi a profusione.
E non mi riferisco al silenzio che potete sperimentare sulla cima del K2 (anche se di certo aiuterebbe).
Mi riferisco al silenzio della mente.
Quando si è imparato a svuotare la mente dai rifiuti altamente tossici che il mondo esterno vi butta dentro (e che noi di fatto non scegliamo volontariamente) allora vi si possono immettere dei contenuti CONSAPEVOLMENTE ELABORATI che vanno a nutrire e a elevare il nostro pensiero, non il contrario.
Un'altra frase da un film che amo "Mangia, prega, ama": Devi imparare a scegliere i tuoi pensieri allo stesso modo in cui scegli i vestiti ogni giorno.
Quanti di noi scelgono davvero i propri pensieri?
Forse più spesso accade di essere scelti dai pensieri, come se fossero i pensieri ad avere una vita propria e la capacità di sottometterci alla loro volontà.
La "colpa" (se esiste una colpa) non è nostra, almeno non in toto: siamo stati abituati dalla nascita non a pensare ma a "venir pensati" dalla nostra mente.
Siamo schiavi dunque di concetti che non sono nostri perchè non sono nati dalla consapevolezza.
Già sento qualcuno mormorare: "Ma che dici? Io sono perfettamente padrone dei miei pensieri!"
Ah sì?
Bene.
Allora facciamo un banale esperimento.
Chiudi gli occhi e imponi ai tuoi pensieri di cessare ogni attività.
Sei tu che gestisci la mente, giusto?
Quindi dovresti essere in grado di dirle di rimanere ferma per almeno 60 secondi.
Prova.
Prova a chiudere gli occhi e non pensare a nulla per 60 secondi.
Fatto?
Ci sei riuscito?
Scommetto di no.
Questa è la prova provata che non sei tu - ossia la tua coscienza - a gestire la tua mente ma è la tua mente a gestire te.
Ora...
Non c'è niente come un bell'esperimento in presa diretta per imparare qualcosa di concreto su se stessi.
Tuttavia tale esperienza fa sorgere un timore non da poco: se in realtà non riesco a gestire i miei pensieri, chi gestisce la mia vita?
La risposta è semplice: il marketing globale.
Coloro che vendono - schiuma da barba, idee politiche, religioni, diete personalizzate, medicinali, integrazione sociale, ideali filosofici e potrei continuare all'infinito.
Dopo una scoperta così banale e stupefacente la prima reazione di solito è la seguente:
ORA COME FACCIO?
E' semplice.
Si disimpara per reimparare.
Si fa il vuoto per creare spazio da riempire in modo nuovo.
Si buttano via i files obsoleti per creare una memoria quanto più vergine possibile da utilizzare con cura e da proteggere con firewall di sicura efficacia.
Il silenzio della meditazione è un firewall potente.
Ti costringe a renderti conto quanta strada hai ancora da percorrere e in virtù di questa consapevolezza fa aumentare esponenzialmente lo spirito critico positivo verso te stesso e il prossimo.
Lo spirito critico non è la voce della mente che ti fa dire "Il mio collega è proprio un incapace!" oppure "Oggi sono grassa e orrenda!".
Lo spirito critico ti fa dire "Il mio collega ha dei limiti che forse sono anche miei" oppure "Oggi mi rendo conto che la mia autostima non è ben sintonizzata".
Questo accade almeno nelle prime fasi.
In fasi più avanzate lo spirito critico semplicemente tace.
Tace anche il corpo.
Tace la mente.
Ed è lì, proprio lì, in quel momento di totale abbandono al silenzio di sè e dell'Universo intero, che nasce la Karuna.
La Compassione.
Il "Patire con".
Il "Sentire con".
La percezione del Tutto come pura, eterna, immanente Coscienza Universale all'interno di cui ciascuno di noi nuota come una goccia nell'Oceano dell'Esistenza Infinita.
Nathaniel
sabato 12 aprile 2014
Reconnection
Negli ultimi anni della mia vita ho imparato una lezione animica davvero fondamentale:
ciascuno ottiene ciò che merita.
Ciò che la sua anima merita, intendiamoci.
Ciò che essa davvero anela, ciò che la rende completa, ciò che le fa dire: "Ecco, proprio qui volevo arrivare".
Tutto il resto non ha importanza.
Ecco perchè maggiormente si è connessi alla propria anima e meno "sorprese" la vita ci fa.
Perchè quelle sorprese impariamo ad aspettarcele, in un modo o in un altro.
Julia Roberts dà voce al suo personaggio in "Mangia, prega, ama" con una frase davvero sublime:
"La distruzione è la via per la trasformazione."
Questa è una sacra Verità.
Ma è una Verità che solo l'anima può afferrare.
Qualunque personalità umana direbbe che la distruzione è la rovina assoluta perchè ha sapore di sfacelo, di fine ineluttabile, di morte.
Ma la personalità può arrivare ad avere al massimo un centinaio d'anni prima di spegnersi.
L'anima ne ha migliaia. E non si spegne mai.
Una pur qualche differenza di prospettiva ci sarà.
Nathaniel
PS: Ti amo. Ti stimo. Ti sono vicina. Ti comprendo e Ti abbraccio. E mi fido di Te.
Quando anche Tu Ti fiderai di Te il cerchio sarà completo.
lunedì 7 aprile 2014
Old or new?
Così come l'incapacità che ha l'uomo di accettare certe scomode verità.
Di esempi illustri in tal senso ne esistono milioni.
Uno fra tutti?
Quando l'intero occidente venne a conoscenza alla fine della seconda guerra mondiale dell'esistenza dei campi di sterminio nazista la prima reazione fu di scetticismo e di incredulità: l'orrore studiato a tavolino che da essi trasudava era un concetto eccessivamente barbaro e mostruoso per poter essere assimilato dalle menti umane del tempo.
Così la coscienza collettiva lo rifiutò additandolo come "impossibile", "impensabile" fino a quando non fu costretta ad accettarne la veridicità a causa delle prove schiaccianti che arrivavano da ogni dove.
Ora mi chiedo - e vi chiedo - : e se quello sterminio stesse avvenendo proprio ora su scala planetaria ma a livello silenzioso, occulto, non pubblicizzato, con il consenso-assenso dei governi stessi e senza distinzione di razza, colore e credo religioso?
Di nuovo la nostra mente di persone "equilibrate" direbbe: non ci credo! E' assurdo, impensabile! Sei una cospirazionista, hai letto troppi libri e la tua fantasia galoppa come un cavallo imbizzarrito...
Ok, allora facciamo un passo indietro e cerchiamo di metterci d'accordo su che cosa significhi il termine "normale".
Il "normale" per un gruppo di persone (sia esso limitato o molto esteso) è rappresentato da ciò che la MAGGIOR PARTE di queste persone inserite in un contesto sociale fa abitualmente.
Il vocabolario Treccani, per essere super partes, dà questa definizione: che segue la norma, conforme alla norma, quindi consueto, ordinario, regolare.
(Se volete verificare: Vocabolario Treccani).
Per intenderci più facilmente, se l'80% delle persone di una nazione è abituata a mangiare le mucche, mangiare le mucche diventa "normale".
E non lo diventa perchè qualche Dio o Profeta ha dichiarato in qualche libro segreto che la mucca si può mangiare. E' semplicemente bastato che la maggioranza delle persone che abitano in quella nazione avesse quella abitudine. L'abitudine crea la normalità.
Facciamo un altro esempio.
Noi tutti nel mondo moderno occidentale ci scandalizziamo del fenomeno della pedofilia.
Ma ai tempi dei greci era considerato "normale" che signori di una certa età (sui 40/50 anni) oltre alla moglie avessero a disposizione il cosiddetto "fanciullo" che educavano in varie maniere, da quella intellettuale a quella sessuale.
Per loro era "normale". Nessuno si sarebbe sognato di mettere in prigione un uomo di 40 anni perchè se la intendeva con un ragazzino di 15. Anzi! Era considerato un onore entrare nelle grazie di un cittadino potente e colto da cui essere in qualche modo allevato.
L'unica condizione da seguire era che la relazione non avesse esclusivamente un aspetto sessuale ma pedagogico a 360 gradi.
Per capirci meglio Socrate e Platone non solo divulgavano questa filosofia ma la praticavano alacremente, con il beneplacito e l'ammirazione dell'intera società.
Quindi ai loro tempi simpatizzare con i "fanciulli" era normale.
Perchè?
Perchè era comune.
Questo è il modo in cui ragiona la mente umana nella maggior parte dei casi.
Se tutti lo fanno, vorrà dire che è giusto così.
Se nessuno si chiede spiegazioni su un dato fenomeno, vorrà dire che non c'è nulla di interessante o nuovo da sapere a riguardo.
Il perchè di tutto questo preambolo?
Per presentarvi il video che segue affinchè i vostri occhi e le vostre orecchie lo percepiscano non imbevuti di morale comune ma con un pezzetto pur piccolo di critica costruttiva.
Concedete a voi stessi SEMPRE il beneficio del dubbio.
Ossia fate in modo di ascoltare quella vocina interiore che - dopo l'urlo della mente razionale che grida "NON E' POSSIBILE!" - sussurra: Perchè no?
Sui dubbi si costruisce il domani.
Se avessimo avuto solo certezze saremmo CERTAMENTE ancora all'età della pietra.
Se a nessuno fosse venuto il dubbio che forse esisteva un modo più veloce di comunicare che tramite lettera non avremmo il telefono.
Se a nessuno fosse venuto in mente che forse volare non era impossibile, non avremmo Jet che possono compiere il giro intorno al mondo in qualche ora.
Se nessuno mettesse mai in dubbio che il domani può essere più evoluto di oggi, saremmo ancora dei parameci immersi nel brodo primordiale (sempre che le cose siano andate davvero così...).
Buon ascolto a tutti!
Nathaniel
PS: Ovviamente non ho certo voluto simpatizzare con i pedofili nel post.
Ho semplicemente fatto un excursus storico per far capire come ragiona la mente collettiva
a proposito del concetto di normalità.
Forse questa specifica è obsoleta ma coi tempi che corrono (e le "spie" internettifere con
cui ho capito di aver a che fare) è meglio essere chiari!
domenica 6 aprile 2014
氣
Dedicato alla mia unica, vera e sola Anima Gemella
Serata mite e piena di musica.
Dopo la prima di Bohéme rimangono solo un po' di pane e prosciutto rubato dal frigo da consumare a mezzanotte con il beneplacito interiore di una coscienza appagata e un senso indescrivibile d'Amore, gioia, gratitudine - quasi beatitudine se la parola non sembrasse troppo altisonante - per il Creato e le sue Creature.
La Vita non è un cammino amorfo dietro cui arranchiamo cercando di restare al passo coi tempi.
La Vita è il significato dietro cui si cela ogni singolo sorriso che rivolgiamo - pur in silenzio e nella distanza - a coloro che amiamo e che abbiamo amato.
Da sempre.
Per sempre.
Nathaniel
PS: Il titolo del post tradotto significa Ki (o Qi in cinese), ossia l'energia vitale, il nucleo
primigenio ove si condensa il significato della vita.
In Sanscrito è conosciuta come Prana.
A buon intenditor.... ;0)
sabato 5 aprile 2014
Ignis
Navigare sul fiume della Verità non è mai cosa semplice a questo mondo.
Cristo - e molti altri insieme a lui - lo avevano pur detto a chiare lettere.
Ma noi - umani vili e ipocriti - abbiamo scambiato le sue promesse di persecuzione come parte integrante della cosiddetta "dottrina" e abbiamo dimenticato (o voluto dimenticare?) il nocciolo autentico della sua predicazione.
Gesù non assicurava il biasimo sociale per coloro che percorrevano la sua via a livello di culto.
Lo assicurava per coloro che si fossero schierati dalla parte della Verità.
E la Verità non ha colore, nè forma, nè odore, nè partito politico, nè ortodossia, nè scettri o corone, nè servi o padroni.
E' solo Verità e rimane fedele a se stessa, saecula saeculorum.
L'uomo può cercare di piegarla al proprio volere egoico, può tentare di imbrigliarla come ha fatto con l'atomo (ma anche questa è illusione) ma Essa sfuggirà sempre a qualsiasi controllo.
L'unica operazione che si può mettere in atto nei confronti della Verità è accoglierla.
E lasciare che Essa cambi la nostra vita.
A dispetto delle convenzioni sociali e degli indici puntati contro quei "sovversivi" che hanno il coraggio di abbracciare finalmente se stessi abbandonando a lato della strada la maschera che hanno indossato per una vita intera.
I pionieri del nostro mondo non sono coloro che partono alla ricerca di una vita nuova su un pianeta sconosciuto.
Sono coloro che rinnovano la propria (e quindi quella altrui) esistenza su questo pianeta, coloro che spalancano le porte e le finestre della propria anima per dare finalmente una rinfrescata rigenerante e spolverare quegli angoli lasciati per anni a invecchiare nell'oscurità.
Non si salva il mondo se non partendo da se stessi.
Non si cambia il mondo a patto di cambiare se stessi.
E' inutile regalare 10 euro all'Unicef per sfamare i bambini dall'altra parte del mondo (e metter fintamente a tacere la propria coscienza) se poi affamiamo la nostra anima, la lasciamo lì a marcire in un cantuccio isolata, inascoltata mentre grida con tutta se stessa di voler cambiare la nostra vita.
L'anima di certo non può morire.
Ma può soffrire. E farci soffrire.
Per compensare la sofferenza dell'anima potremo comprarci braccialetti di diamanti, macchine di lusso, vestiti firmati, case al mare, frequentare donne giovani e uomini danarosi da sfoggiare in pubblico e guadagnarci con mille mezzucci meschini quel tanto che basta di posticcia "ammirazione sociale" per farci sentire rispettabili e benvoluti.
Ma sarà sempre e comunque tutto un fascio di carte pronto a bruciare con l'accendersi del primo cerino.
E la nostra anima sarà lì a fornirci in continuazione i cerini perchè lei VUOLE che tutto venga distrutto per poter ricostruire la nostra vita sulle basi solide di un terreno che non crolli al primo alito di vento.
Pochi fortunati comprendono questo.
Fortunati non perchè "eletti" (che di fatto eletti lo saremmo tutti se solo ne avessimo il fegato).
Fortunati in quanto VEDENTI.
Scrive Buddha: E' pure vero che il malvagio non è cosciente allorchè commette cattive azioni: poi, però, è bruciato dalle proprie azioni, come se fosse arso dal fuoco.
Come al solito è tutta questione di consapevolezza.
Chi scopre la Verità sulla propria strada viene (guarda caso!) arso dall'interno da una forza a cui non può opporsi. E' stato chiamato, il suo nome è scritto nel libro del mondo nuovo e non può più fare a meno di vivere la vita in modo diverso.
La cosa buffa?
In quel libro sono scritti i nomi di tutti gli appartenenti al genere umano.
Quello che fa la differenza è schiudere gli occhi e leggervi dentro.
Nathaniel
venerdì 4 aprile 2014
Piccoli disturbati crescono
Ed oggi - mi dispiace per voi! - parliamo di un argomento ostico assai: crescere bambini oggi, il marketing aziendale e l'impero dei giocattoli.
Avete notato ultimamente che in qualsiasi negozio, supermercato, bar, autogrill andiate vi ritrovate assediati da gadget dei più svariati del nuovo mito dell'infanzia, la tanto temuta, celebrata e controversa Peppa Pig?
Ora...
Mai avuto nulla contro l'accostamento tra cartoni animati e animali.
Sono cresciuta guardando "L'uomo Tigre" (e così si spiegano molte cose!).
"Hallo Spank" era di certo uno dei miei guru bambineschi.
E ne potrei citare mille altri ancora.
Ma - per quanto concerne Peppa Pig - ho la seguente remora: se fossi madre (e spero di esserlo presto) sarei davvero fiera di sapere che mia figlia di 2, 4 o 6 anni si identifica con una maiala?
Perchè di questo si tratta.
Di una maiala.
Sotto carnevale ho anche scoperto tra gli scaffali di un supermercato il COSTUME da maiala.
E mi sono immaginata milioni di bambine che chiedevano insistentemente alle madri di indossare le vesti della scrofa più famosa del mondo.
Ora, se non facesse ridere ci sarebbe da piangere, non vi pare?
Perchè una bambina che a 4 anni desidera essere una maiala, a 15 anni cosa desidererà?
I più "navigati" mi diranno che non esiste correlazione tra il mondo dell'immaginario infantile e le abitudini consolidate di un adulto.
Sarà...
Io però che sono cresciuta a pane e Lady Oscar appena raggiunta l'età della ragione ho voluto farmi bionda, usare gli stivali e imparare ad andare a cavallo.
Mi chiedo dunque di quali sogni sarà capace un'adolescente cresciuta con Peppa Pig: vorrà farsi tatuare un maiale sulla caviglia? Grufolerà fino all'università invece di parlare? Si cercherà un marito idiota come il padre incapace che si ritrova la sua beniamina in rosa (altro bell'esempio da divulgare nei primi anni di vita!)? Diventerà vegana? O quando scoprirà che si è mangiata Peppa Pig tutta la vita nel panino al prosciutto sgozzerà i familiari per vendetta?
Non sono ancora madre, grazie al cielo.
E mi auguro che per quando lo diventerò questa terribile moda sarà passata.
C'è anche da dire che avendo abolito la televisione dalla mia vita da anni ormai qualsiasi fenomeno mediatico farà più fatica ad insinuarsi tra le mura domestiche.
E' vero però che un bambino non vive solo tra le 4 pareti della propria casa.
E in questo caso mi verrebbe da aggiungere un sentito "purtroppo".
Consigli di sopravvivenza non ne ho.
Evitate gli autogrill quando potete e comprate tanti libri da leggere ai vostri figli (e se proprio non avete tempo o voglia almeno regalate loro dei sani audio-libri).
Altro che DVD educativi!
Nell'immagine preconfezionata della tv non c'è nulla di educativo.
L'unica cosa che fa davvero crescere a dismisura la fantasia e l'intelligenza in un bambino è l'interazione: leggendo interagisce perchè crea di fatto nella mente un mondo tutto suo.
Con la tv il mondo gli viene propinato bello e pronto.
Niente interazione, niente crescita, massima lobotomizzazione.
Il sogno di qualunque team manager di una ditta di giocattoli.
I bambini non sono umani idioti, sono solo umani piccoli.
Trattiamoli come tali.
Peppa Pig è un insulto vivente all'intelligenza di un bambino, alla sua anima, alla sua voglia di conoscere e crescere in questo mondo.
Forse, se uno spirito ha deciso di fare il grande sforzo di incarnarsi per compiere un viaggio in questa realtà, merita di più di una maiala come angelo custode.
Nathaniel
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