sabato 16 agosto 2014

Dall'abisso con fulgore



Nelle viscere della Terra persiste un pianto antico fatto di ossa spezzate e sangue raggrumato. 
Persiste anche il canto dei Prodi, a metà strada tra l'abisso e la superficie.
E ancora si ode il verso dei Sordi che possiede una voce rauca, frantumata in gola, camuffata da ambrosia chimica, mescolata in un laboratorio denso di veleni.
Il mare ha ghiande d'oro sparse in superficie.
E il prato è blu, confuso da una fantasia di Chagall. 
L'identità perduta si riaffaccia dopo deliri di violenze, masturbazioni e razzie di banditi nella notte della coscienza.
I vampiri siamo noi, non le vetuste maschere imbiancate su schermi en plein air. 
Siamo noi che addentiamo bianchi colli offertici con ingenua generosità. 
Siamo noi che trasformiamo l'altrui dolore in nutrimento blasfemo.
Noi, i legittimati assassini dei nostri figli, i cannibali incestuosi delle generazioni a venire, noi i parassiti che osano sfamarsi di sorrisi stesi al sole per mutarli in suicidi iniqui, in patologie comatose. 
Noi.
Figli di un Caino minore.

Nathaniel



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