lunedì 12 maggio 2014

Pre Tokio



A tutti gli Esseri. Più Uno. 

Il mondo - una volta usciti dal Sanbo Ji - ha un odore strano: sa di gas di scarico, di ormoni impazziti, di banconote sporche e di alieno.
Laconicamente mi si potrebbe chiedere quale odore dovrebbe avere un alieno.
Altrettanto laconicamente risponderei che dipende dalla razza di alieno in questione.
Per esperienza ne ho annusate due o tre differenti e talune mi sono piaciute davvero poco.
Ma é inutile scendere in dettaglio.
In fondo aliena lo sono anche io, come molti su questo pianeta. 
Ciascuno ha le proprie ambasce da risolvere in questa vita, piaccia oppure no. 

Il sole splendeva alto oggi sull'autostrada La Spezia - Parma. Vento fresco, poco traffico, una discesa a valle piuttosto serena.
Come sempre dietro le spalle lasciavo uno zendo che profuma di tatami, un refettorio con una bella stufa a legna nel mezzo, una cucina iper attrezzata, il mio ciliegio preferito e il bosco per cui non ho dimenticato di intonare un canto prima di partire.
Infine - ma non certo per ordine di importanza - lasciavo i miei preziosi compagni di viaggio, vicini sempre pur nella distanza.
Una volta nel Sangha, per sempre nel Sangha.
Un paio di pantaloni che conservo nella valigia ancora da disfare lo testimoniano.

La semplice verità é che non si scende mai dalla bicicletta dell'evoluzione, neanche quando si smette di pedalare.
Perché girandosi furtivamente indietro ci si accorgerà che in quei brevi istanti di riposo  - obbligati e volontari - ci sarà qualcun altro che continua a pedalare per noi.

I shin den shin.
Da cuore a cuore.

Nathaniel





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