giovedì 10 gennaio 2013

Prova di forza



Se qualcuno mi avesse raccontato anche solo un mese fa che oggi sarei stata nel posto in cui sono, con i sentimenti che mi turbinano nell'Anima in procinto di partire per un nuovo viaggio, di certo non avrei creduto ad una sola parola.
Questa è la spettacolarità dell'esistenza: sorprendere.
E coloro che riescono a sorprendersi a 40 come a 14 anni vuol dire che sono ancora vivi, che la non-vita che spesso si respira nel mondo non li ha schiacciati sotto il suo peso e che essi posseggono polmoni forti e cuori  indomabili con cui affrontare la strada che si trovano davanti.
Ieri sera sono incappata in una frase di Krishnamurti: "La vulnerabilità è Vita, ritirarsi dalla Vita è morire."
Mai parole furono lette più a proposito!
Non solo per il momento presente, ma anche - e soprattutto - se considero questi ultimi anni in cui ho lasciato a me stessa la libertà di separarmi dall'esperienza. 
Di separarmi dal mio vero Sé.
Perchè?
La risposta è sempre la solita: la paura.
La paura di soffrire, di affrontare nuove sfide.
La paura dell'ignoto, del non conosciuto.
La paura di sbagliare che paralizza prima la mente, poi il cuore e poi qualsiasi organo ad essi associato.
La paura di dire a me stessa chi ero davvero.
La paura - infine - della Verità.

A tal proposito mi viene in mente la battuta finale con cui la protagonista conclude il film "The Help": Quando ho detto la Verità, mi sono sentita libera.

Ci vuole coraggio per dire la Verità.
Per dirSI la Verità.
Io me la sono detta la notte di Natale.
Che - in fondo - è la notte della Verità per eccellenza.

E la mia vita da allora è cambiata.
Non in modo materico. Non perchè io sia diventata un supereroe o abbia acquistato fama e ricchezza.
No.
E' cambiata perchè da allora non ho più paura.
Di cosa?
Di essere ferita o delusa, di ritrovarmi in situazioni difficili, di sentirmi ripetere come un mantra "E' un casino", di rischiare ciò che sono pur di essere davvero me stessa, di coincidere con quello che sono nel profondo, al di là di qualunque maschera, di qualunque vana aspettativa.

Ci vuole coraggio per sentire il dolore, diceva la Streisand ne "Il principe delle maree".
Sì, ci vuole molto coraggio.
Ma una volta che si è provato a se stessi anche una sola volta nella vita di avere quel coraggio, tutto sarà differente. 
E avrà una semplicità nuova, che in precedenza mai si sarebbe potuta immaginare.

Ci vuole coraggio per essere vivi. E vulnerabili.
Io oggi sono così.
Viva e vulnerabile.
E ne sono felice, così felice...
Da non avere parole per dirlo.

Francesca







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