venerdì 18 gennaio 2013

In stazione



Per gran parte della mia vita ho cercato di "guadagnarmi" l'Amore.
In un modo o nell'altro.
Lo ammetto.
L'ho fatto perchè forse non mi ritenevo all'altezza.
Perchè pensavo di non meritare di essere amata.
Né dagli amanti né dagli amici.
Né - più semplicemente - dalla Vita in generale.
Ho cercato anche di guadagnarmi il fatto di essere davvero compresa dalla persona che condivideva con me il suo cammino, ma senza risultati.
Perchè colui che non vuole vedere, non vede. Avatar la dice lunga a tal proposito.
Ma quella Francesca - che si sforza, che aspetta, che si macera - è morta. Lo ribadisco.
Non esiste più.
E questa nuova Francesca ama se stessa.
Con tutto quello che ne consegue.
E non sarà mai una parentesi graffa o un intervallo tra un dovere e l'altro. 
Né sarà mai più vissuta come una "fatica", come un problema, un ostacolo, un rimorso o un rimpianto.
Quella definizione di realtà non mi si "incolla" più.
Ne ho adesso una nuova: Merito chi mi vede davvero e in base a questa visione sceglie quale strada percorrere. E sceglie senza ripensamenti. Sceglie vedendo il treno che ha davanti a sé, fermo sui binari, conscio del fatto che sia in procinto di abbandonare la stazione. E si affretta.
Perchè perdere quel treno sarebbe perdere la Verità. 
E perdere quella gioia che ormai - volenti o nolenti - mi accompagna dall'alba al tramonto per il semplice fatto che sono consapevole di essere viva.

Il mio treno sta per partire.
Questa è la mia Verità.
Chi c'è, c'è.
E chi non c'è, voleva dire che non ci teneva poi tanto ad esserci.

Francesca


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