martedì 29 maggio 2018

Dreaming Japan






Anni difficili.
Ed evolutivi.
Perché i due assiomi sono spesso associati.
E l'uno incrementa l'altro.
Anni di scoperte e di dubbi, di rivoluzioni - interiori ed esteriori.
E anni di amarezze, di gioie, di contrasti, di ricordi, vecchi e nuovi.

Invecchiando aumentano i dubbi e diminuiscono le certezze.
Invecchiando il mondo sembra più piccolo. 
E anche del proprio sé si ha la medesima percezione.

Ci si sente piccoli e utili nella propria quotidianità.
Utili al prossimo a sé vicino. Utili al proprio marito e al proprio figlio.
E a pochissimi altri.

L'idea di comunità ormai è perduta.
Ed è questo il mio rammarico più grande.
L'abbraccio di una rete che sostenga e che tragga dal proprio contributo nutrimento è un ideale totalmente perduto per noi, abitatori di questa società sempre più piccola e affollata di parole, concetti, opinioni.
Un'indigestione mentale costante che soffoca la libertà di pensiero, quando il pensiero è anche vuoto, assenza, pausa.

La musica - che posso dire di conoscere bene - nulla sarebbe senza pause.
Lo stesso si può dire della nostra vita.

In definitiva, parlando per me stessa - perché di ciò solo ho potere - ho il dovere di concedermi più pause.
Anche solo per ozio, per guardare il ramo d'albero che si posa sul mio balcone o ascoltare il fischio del treno in lontananza. Facendo tacere la mente, il corpo, spegnendo ogni altra "realtà".

Non si può vivere nel Samgha, ma si può essere del Samgha, ovunque esso sia.

Francesca



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