Non esiste l’essere
umano perfetto.
Intendo “perfetto”
per i cliché della società moderna.
Un uomo o
una donna “perfetti” non possono esistere per una ragione evolutiva specifica:
basterebbero a se stessi.
Non
necessiterebbero di interazione.
Sarebbero dei microcosmi perfettamente
funzionanti.
Per ironia della
sorte, questo assioma è massimamente autentico per quanto concerne la natura spirituale di
ognuno di noi.
Ma per
quello che riguarda la materialità è quanto mai falso e
fuorviante.
Riflettiamoci.
Non potrà
mai esistere una donna magra che cucina come Julia Child, che alleva 2 figli
con amore e dedizione, che tiene in ordine la casa, che ha una carriera
professionale vincente, che fa fitness e sfoggia un bikini invidiabile, che
legge quotidianamente libri di ogni tipo e vanta una capacità di conversazione degna di un premio Nobel per la letteratura, che trova il tempo di andare a pranzo fuori con le amiche, che ha preso parte pur fugacemente ad un reality show in TV, che prepara cene di rappresentanza per il marito, che partecipa a eventi di beneficenza per la lotta sul cancro, che stira cantando come
Cindarella, che ha una vita sessuale degna di essere raccontata in qualche
libro erotico, che parla 5 lingue, che usa il PC meglio di Steve Jobs, che fa
shopping ed è stilosa almeno quanto una modella di Mark Jacobs, che gioca a
nascondino con il figlio del vicino di casa per essere più simpatica, che guadagna come l'AD di una multinazionale, che butta
la spazzatura danzando verso il cassonetto, che guida come Senna, che pratica meditazione come uno yogi, che
tiene conferenze su come conciliare famiglia e carriera e che – en fin –
cattura Pokemon con successo di pubblico e critica.
Mi spiace
deludere le aspettative del mondo là fuori.
Una donna
così – né un uomo suo pari – potranno mai esistere.
E per una
semplice ragione: sarebbero inutili. E noiosi.
La
grandiosità di questa vita è il non bastare a se stessi per le questioni
pratiche e bastare pienamente a se stessi per quel che concerne il lato
interiore.
Eppure il paradigma esistenziale si è invertito.
Le persone
pensano di essere vuote dentro e lottano per essere colme di “talenti” fuori - sempre che andare in palestra e avere addominali scolpiti possa essere considerato un talento.
Ironicamente, la questione si palesa esattamente all’opposto.
Siamo finiti
dentro lo specchio e non ci accorgiamo che ne siamo prigionieri.
L’immagine
che proietta la nostra Ombra non siamo noi, ma l’ideale platonico alla rovescia.
Abbiamo
tutti percorso la famosa tana del Bianconiglio per ritrovarci in Cina a testa
in giù.
Con la nausea e il mal di testa.
Ma niente
panico… Si torna indietro.
Magari non
da dove si è usciti (che sarebbe spreco di esperienza).
Ma si torna.
L’Illuminazione
non è altro che rimembrarsi del proprio stato originario.
Non c’è
nulla da scoprire.
Basta solo ricordare.
Buon viaggio
a tutti.
La Dea dell'Ovest
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