domenica 8 maggio 2011

Tu quoque Brute?



Quando il mondo ti provoca è indispensabile rimanere immobili.
Ma si sa... Non c'è cosa più difficile per la nostra natura umana che fermarsi quando tutto intorno ruota vorticosamente.
Non c'è nulla di peggio che evitare di rispondere alle provocazioni, che "abbassare" i toni di una polemica, che togliere le polveri dal fuoco. 
L'esperienza suggerisce: "Togliti dalla traiettoria!" e il cuore "Prendi quello scudo a terra e la spada dalla rastrelliera e combatti!".
Dove starà la verità? Il saggio per quale scelta opterebbe? 
Anni fa mi sarei fatta sedurre dalla tentazione e avrei agito, abboccando al celeberrimo velenoso amo.
Ora no. Ora combatto contro me stessa perchè so che la sapienza sta nel discernimento, nella pazienza, nella mancata offesa di un prossimo che tenta disperatamente di farsi attaccare per motivi che spesso sono solamente suoi.
Bisogna attendere. Recuperare l'equilibrio che il mondo e la sua vertigine sono ben al di là dal comprendere.
Non è presunzione, solo un dato di fatto.
La maggior parte degli abitanti di questo pianeta sono come statue cave di terracotta riempite solo del proprio mastodontico ego. E chi "profuma" di diversità diviene immediatamente un bersaglio facile, esposto, sacrificabile.
Spesso però simili bersagli non si rompono nemmeno se calpestati da interi eserciti perchè la loro essenza è vera, stolida, autentica. 
Tuttavia ne escono ammaccati perchè questo è nella natura delle cose.
Quando si arriva a capire che la battaglia è inutile perchè i giocatori si sfidano a livelli diversi ci si accorge che la sfida è in sè una tautologia: chi è più in alto lo resterà pur calpestato, chi è sito più in basso tale rimarrà pur avendo calpestato.
L'Equilibrio è la fonte della vita e della sapienza.
Quindi no, questa volta proprio non mi muoverò.
Cui prodest?

Francesca

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