sabato 4 giugno 2011

Caino e Caino



Oggi è decisamente la giornata della depressione cosmica.
Al lavoro ho assistito ad una scena che mi ha rovinato non solo l'umore (sarebbe stata poca cosa) ma incrinato quel poco di fiducia che ancora conservavo nella specie umana.
Sì, se dipendesse da me decidere del fato dell'umanità per non so quale scherzo del destino beh, di certo il mondo dovrebbe cominciare a preoccuparsi.
L'ipocrisia è giunta al parossismo, il disvalore è ormai assurto a sistema e l'oltraggio continuo nei riguardi delle donne proposto come sport nazionale.
E' facile giudicare una donna per la sua vita sessuale col vecchio metodo del santa-puttana e poi trovandosela davanti sfoderare sorrisi e complimenti. Andiamo nello spazio e siamo eticamente fermi a metà ottocento. Forse prima.
Alcuni mi consiglierebbero di metterci una pietra sopra, altri di rassegnarmi, altri ancora di fregarmene.
Io invece ci piango "sopra", per ore ed ore, perchè la barbarie dell'uomo mi ferisce, perchè la sozzura animalesca in cui annaspano certe vite imbratta la mia stessa esistenza, perchè non posso reggere la vista di queste miserie senza provarne un intimo dolore. E infine perchè una tale scena intiepidisce il mio cuore nei confronti degli amici, inoculando il morbo del dubbio che mi fa meditare: "E se anche tizio o caio in cui io ripongo tanta fiducia e a cui regalo ogni pensiero di bene in mia assenza facessero lo stesso?"
In un simile gesto meschino e fuggevole è racchiuso il fallimento di una intera specie, senza compromesso alcuno.
Non ho consigli da dare a me stessa in simili frangenti.
Se non quello di riossigenarmi tramite l'abbraccio confortante dell'uomo che amo e che mi ama, preparando polpette, insalata di patate e cheesecake ai lamponi per cena.
Altro da dir non so.
Se non che la bassezza umana è decisamente responsabile dei miei chili di troppo!

Francesca

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